NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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lunedì 27 aprile 2020

“Virtù” senza morale


I contagi stanno aumentando, i morti anche. Eppure Fedriga ieri in televisione diceva tuonando che se non si torna a lavorare non ci riprenderemo più. Certamente i morti non si riprendono.
 La destra, dalla Meloni a Renzi, continuano a suonare questa trombonata del riaprire subito tutto, un appello fanfarone che piace alla confindustria, cioè ai padroni. Di sicuro i poveri, e i non abbienti in genere, sono più predisposti a subire il virus.
Fedriga non è stupido e sa bene che per gestire il potere è necessaria una virtù senza morale, di tipo machiavelliano e  nietzschiano, una virtù non cristiana, ossia una capacità che non esclude i misfatti.
Fazio ieri sera si vantava di non avere mai fatto polemiche. Questo è l’onore dei mezzani. Le polemiche devono essere fatte, eccome!
Senza critiche polemiche e costruttive le cosiddette virtù dei potenti possono perpetrare qualsivoglia nefandezza. Io spero di sbagliarmi, non lo escludo, sui rischi che corriamo con queste riaperture forse troppo precoci. 
Se i fatti mi daranno torto, mi scuserò ben volentieri, se invece, Dio non lo voglia, dovessero provocare un’altra clausura, non ricorderò di averlo detto, casomai mi rimprovererò di non averlo detto abbastanza.
Sono uno di quelli che soffrono l’inibizione di molte tra le attività preferite. Nel caso mio tenere conferenze, vedere spettacoli, scalare colli e monti con la bicicletta da corsa, andare d’estate a Siracusa poi a Epidauro per vedere i drammi greci rappresentati, come faccio da una ventina di anni . Poi a Pesaro per seguire il festival rossiniano e nuotare.
E ospitare un’amica che vive lontano.
 Spero dunque che le mie presofferenze pessimistiche siano errate siccome dettate da troppa solitudine. Mi resta per fortuna lo studio, lo scrivere, qualche giretto dentro il quartiere dove abito, e la televisione la sera dopo le 21. Poco per riempire le giornate. Festeggerò tripudiando l’annientamento del virus: scenderò in strada a gridare evoè tamburellando ditirambi. Mi piacerebbe che fosse oggi stesso, o domani.
Salute alle donne e agli uomini buoni. Spero di essere accolto tra loro
gianni


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