Yväskylä |
Il dialogo della conoscenza
Ero felice. Piacere a una donna di aspetto gradevole e di stile nobile significa fare centro nella natura, entrarci trionfalmente, non essere rinnegati e respinti dal mondo dove siamo finiti, ma diventare partecipi del suo ordine bello. Quando una creatura siffatta ti dice di sì, la vita stessa ti dà la sua approvazione e ti infonde il coraggio necessario a procedere per la salita erta che porta alla pianura della verità[1], il luogo nel cui prato dal verde brillante risplendono immagini integre, semplici, prive di crepe, beate, le idee che costituiscono il nutrimento per la parte migliore della persona, quel cibo spirituale che fa spuntare e potenzia le ali dell’anima.
Ero felice. Piacere a una donna di aspetto gradevole e di stile nobile significa fare centro nella natura, entrarci trionfalmente, non essere rinnegati e respinti dal mondo dove siamo finiti, ma diventare partecipi del suo ordine bello. Quando una creatura siffatta ti dice di sì, la vita stessa ti dà la sua approvazione e ti infonde il coraggio necessario a procedere per la salita erta che porta alla pianura della verità[1], il luogo nel cui prato dal verde brillante risplendono immagini integre, semplici, prive di crepe, beate, le idee che costituiscono il nutrimento per la parte migliore della persona, quel cibo spirituale che fa spuntare e potenzia le ali dell’anima.
Ci sedemmo a
un tavolino libero con i bicchieri di birra in mano e ci conoscemmo a vicenda
con una conversazione di cui ricordo alcune frasi davvero dette, o, dove non le
ricordo, integro le parole che due persone della nostra levatura avrebbero
potuto[2] dire
in tale circostanza.
Päivi: “allora di
che cosa vuoi parlare con me?”
Gianni: “mi
piacerebbe sentirti parlare di te. Da dove ti viene questo tuo stile bello,
sicuro, essenziale, come quello di un’opera d’arte?”
Päivi: “io non
sono sicura. Lo stile comunque lo prendo dal mio temperamento e dalle
esperienze che mi hanno formato il carattere negli anni della mia vita. Il 19
luglio ne ho compiuti 24”.
“E’ del
cancro” pensai. “Anche zodiacalmente mi si addice”. Ma non glielo dissi: mi
sembrava troppo razionale e logica quella donna per approvare un’affermazione
del genere. Tuttavia, nel mio essere scorpione con ascendente scorpione, per il
poco che sapevo di astrologia vidi nel suo essere del Cancro un altro segno del
fatto che noi due eravamo predestinati a un amore grande, storico se non
eterno.
Ripresi a
farle domande e ad ascoltarla con attenzione piena.
Gianni: “Un
filosofo greco, Eraclito, afferma che il carattere è il destino dell’uomo[3].
Il tuo a cosa tende?”
Päivi: “A
imparare. Io amo imparare, ne sono assetata. E il tuo?
Gianni: “Anche a
me piace imparare. Dalla vita e dai libri. Amo apprendere per insegnare.
Insegno da cinque anni. Tu per quale motivo vuoi imparare, per chi, oltre che
per te stessa?”
Päivi: “ Per
curare i nevrotici. Ho appena finito di studiare psicologia all’Università. Ho
fatto molti test, ho letto parecchi libri, ho cominciato a scrivere articoli.
So già qualcosa ma davvero poco: voglio sapere molto di più. Io ho imparato
soprattutto dai libri finora. Tu hai detto dalla vita. Cioè?
Gianni: “Dalle
donne innanzi tutto. Quelle di casa mia, poi le amanti, le amiche, le allieve,
le colleghe. Per me le donne sono la fonte primaria non solo della vita ma
anche della conoscenza. Anzi, gestiscono loro il fuso di Ananche[4],
l’asse del mondo, il cardine sul quale tutto gira.
Poi
imparo dai libri. In questa strada sono ancora ai rudimenti. Però da qualche
tempo ho capito che devo procedere metodicamente sulla via[5] dell’imparare
leggendo, non per gli esami universitari, quelli li ho finiti da tempo, ma per
me e per i miei studenti.
In autunno
comincerò a insegnare al liceo dopo cinque anni di scuola media dove
ultimamente non avevo più stimoli.
Ora che sono
qui con te, ne ricevo osservandoti. Guardarti mi rende attento e anche
contento. Mi aspetto cose buone dalla vita. Ne ho una visione piuttosto
ottimistica. Tante volte sono addirittura felice. Quando faccio una bella
lezione dalla quale imparo io stesso mentre insegno[6];
quando scalo una salita dura in bicicletta; quando corro i cinquemila metri
illuminato dalla luce sfarzosa del sole estivo, lo faccio ogni giorno anche qui
a Debrecen, nella pista dello stadio; quando osservo i lunghi tramonti
all’inizio dell’estate; quando parlo con i miei amici più cari. Ma soprattutto
quando incontro persone del mio stampo, come credo sia tu. Io sono molto
curioso della vita. La amo e qualche volta, anzi spesso, lei mi contraccambia.
Tu sei felice?”
Päivi: “Meno di
te. Non ho fatto molte esperienza buone”.
Gianni “Sei
anche molto più giovane. Io il 14 novembre compirò trent’anni”.
Päivi. Li porti
bene. Devi avere una grande vitalità. L’ambito dei miei interessi è più
ristretto del tuo. Io imparo quasi esclusivamente dai libri e dai test sui
nevrotici. Anche io del resto sono nevrotica, siccome sono molto egocentrica e
chiusa in me stessa. Se ci conosceremo meglio, se entreremo in confidenza, ti
dirò dell’altro a questo proposito, ora non me la sento. Comunque sì, condivido
la tua voglia di parlare tra noi, di conoscerci meglio. Tu non mi sembri
banale. Scusa, ripetimi il tuo nome: non ci ho fatto caso prima, quando ti sei
presentato. Dimmi anche da quale parte dell’Italia vieni. Il tuo naso è
tipicamente italiano. Mi piace. Mio fratello ha una compagna greca. Si vede che
in famiglia siamo predisposti a incontrare i Mediterranei. Anche il tuo modo di
guardare mi piace”.
Gianni: “ Mi
chiamo Gianni, vengo da Pesaro ab antiquo, poi da Bologna e ora da
Padova. Ma in autunno tornerò a Bologna. Piacerti mi rende felice per tanti e
vari motivi, prima di tutti perché mi piaci molto. In te vedo il mio ideale di
donna. Anche io, scusa, non ho notato il tuo nome. E dimmi da quale parte della
Finlandia vieni”.
Päivi: “Il mio
nome non te l’ho ancora detto. Mi chiamo Päivi. Significa “luce”. I miei
parenti vivono a Oulu nella Finlandia settentrionale, vicino al circolo polare
artico, ma io ho studiato e ora vivo a Yväskylä, una città universitaria della
Finlandia centrale.
Gianni: “ So
dov’è. Ne ho sentito parlare da un’amica conosciuta qui a Debrecen, tre anni
fa, Si chiama Helena[7]”.
Päivi: “L’hai più
vista da allora?”
Gianni: “No, è
tornata lassù, tra i boschi e i laghi. E non si è più fatta viva”[8].
Päivi: “ti
dispiace?
Gianni: “No. La
funzione storica della nostra amicizia era finita”.
Päivi (con
un sorriso e un pizzico di ironia): “Oggi magari troverai una ‘funzione
storica’ nel nostro incontro”.
Gianni: “Certo, la
troveremo insieme”.
Bologna 12
aprile 2020 giovanni ghiselli
(Continua)
1 Cfr. Platone, Fedro, 247b: to; ajlhqeiva~
pedivon.
2Cfr.
Tucidide I, 22, 1 “ Quanto a ciò che ciascuno disse con un discorso (…) era
difficile sia per me ricordare la precisione alla lettera delle parole dette
che io stesso ascoltai, sia per quelli che me le riferivano da qualche altro
luogo, ma come mi sembrava che ciascuno avrebbe potuto dire nella maniera più
plausibile le parole dovute sulle circostanze via via presenti, attenendomi il
più vicino possibile al senso generale delle parole veramente dette, così sono
state riportate".
3h\qo~ ajnqrwvpw/ daivmwn, fr. 119 Diels - Kranz.
4Cfr.
Platone, Repubblica, 616d. j Anavgkh~ a[trakton.
5 Procedere
metodicamente sulla via è una tautologia poiché “metodicamente” significa già
sulla via (greco oJdov~) . Ma allora ero appunto rudimentale e non lo
sapevo.
6 “homines,
dum docent discunt "Seneca, Epist., 7, 8., gli
uomini, mentre insegnano, imparano.
7 Elena per
cui cfr. un’altra storia contenuta in questo blog.
8 Cfr "Thou
hast committed…
"fornication
but that was in another country, - and besides, the wench is dead " "tu hai…” "fornicato;
ma fu in un altro paese e oltretutto la ragazza è morta. The jew of
Malta , IV, 1. T. S. Eliot utilizza queste parole del frate e di
Barabba come epigrafe a Portrait of a Lady, Ritratto di signora.
Del resto io non avevo fornicato con Helena: ci eravamo amati. La storia è
presente nel blog ed è bella.
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