Ecuba ha riflettuto: Agamennone è l’amante di Cassandra e forse può aiutare la madre a punire chi le ha ucciso il figlio. Dunque dice a se stessa: non potrei vendicare i miei figli senza costui-tou'de a[ter (749-750). Quindi ora tolma'n ajnavgkh (751) bisogna osare qualunque sia il risultato.
Quindi tenta la carta della figlia amante del capo per essere aiutata a ottenere vendetta. Premette che forse mettere avanti Afrodite è parola vana ma vuole dirla lo stesso. E dice ad Agamennone:”vicino ai tuoi fianchi si stende mia figlia la profetessa di Febo pro;" soi'si pleuroi'" pai'" ejmh; koimivzetai-hJ foibav" che i Frigi chiamano Cassandra (826-827).
Sembra che Ecuba si aspetti che Agamennone la chiami in maniera
diversa, magari con un vezzeggiativo da amante. Quindi procede
chiedendo al re di mostrare cavrin, gratitudine, riconoscenza a Cassandra e a lei per le notti affettuose e gli amplessi amorosi filtavtwn ajspasmavtwn (829)
Dalla tenebra e dagli incanti della notte nasce la piu grande gratitudine per i mortali-ejk tou' skovtou te tw'n te nukterhsivwn –fivltrwn mevgisth givgnetai brotoi'" cavri" (831-832).
Il problema dell’identità
Ecuba attraverso la vendetta recupera la propria identità di regina. Dopo avere acciecato il farabutto Polimestore e ucciso i figli di lui, dice alla corifea : lo vedrai subito davanti alle tende camminare cieco con cieco passo barcollante- tuflo;n tuflw'/ steivconta parafovrw/ podiv (1050) e pure i cadaveri dei due figli che io ho ammazzato con le Troiane migliori. Divkhn dev moi-devdwke ha pagato il fio a me (Euripide, Ecuba, 1052-1053)
La Medea di Euripide decide di ammazzare i propri figli per non essere derisa né compatita quale donna abbandonata:
la Medea di Seneca ritrova la pienezza della propria identita attraverso i delitti: Medea nunc sum; crevit ingenium malis (v. 910).
Quando arriva Giasone (v. 967), la madre assassina dice di avere recuperato il regno e la verginita: rediere regna! rapta virginitas redit! (v. 973).
Pesaro 8 luglio 2022 ore 9, 48
giovanni ghiselli
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