“la Repubblica” di oggi. Cito tre titoli
Grazie
Direttore nella copertina.
Shock Draghi
“Me ne vado” nella prima pagina.
In prima pagina c’è un altro titolo.
“Il papa: perdo il mio amico!”
A pagina 2 segue la laudatio funebris di Scalfari scritta da Bergoglio.
Il titolo:
Amico laico
Mi mancherà
Parlare con te.
In prima pagina un altro titolo ancora
Tragedia a Grossetto
Auto contro i ciclisti:
quattro morti e sei feriti
“Infarto del guidatore-
A pagina 27 segue il pezzo intitolato
“La strage dei ciclisti travolti da un’auto
Malore del guidatore, quattro morti”
Questa terza notizia è la più importante e la più dolorosa per la mia sensibilità.
Intanto perché i tre ammazzati dall’automobile erano degli anziani che si mantenevano pregevolmente in forma e in salute: un pizzaiolo, un negoziante, un nonno pensionato, ciascuno di loro un quidam de populo, che domani nessuno ricorderà mentre le fanfare, i tromboni e i tamburi continueranno a rumoreggiare celebrando quelli già celebrati durante la vita. Decine di pagine della Repubblica di oggi illustrano la dolce vita del defunto Scalfari con tanto di “quelle sere in via Veneto” , “un maestro in redazione” e così via.
Il nostro Papa nella Lettera Enciclica Fratelli tutti ripete più volte che il prossimo è chi aiuta quelli più bisognosi di aiuto e ricorda in diverse pagine la bella parabola del buon Samaritano.
La storia (N. T. Luca, 10, 25-37) racconta di un uomo aggredito e derubato dai briganti che poi lo lasciarono semivivo sulla strada. Di lì passò un sacerdote il quale lo vide e proseguì, poi un levita che lo vide e tirò dritto.
Per terzo Samaritanus quidam iter faciens venit secus et videns eum misericordia motus est (10, 33), gli si avvicinò e fu spinto dalla compassione. Nel testo greco c’è un’espressione più efficace ejsplagcnivsqh, venne toccato nelle viscere-splavgcna-
Sicchè il Samaritano aiutò il semivivus- hJmiqanhv"- semimorto in greco-
con tutti i mezzi che aveva.
Il Papa però di fatto gratifica del titolo di amico un uomo di potere, non i quidam de populo.
Questi li commemoro io scrivendo che la morte dei tre attempati ciclisti mi ha toccato le viscere e che il prossimo governo, se vuole essere migliore di questo, dovrà tra l’altro tutelare la vita dei ciclisti con piste riservate a loro, a noi che siamo esposti alla violenza di automobili e motociclette ogni volta che ci mettiamo a pedalare. Ma i sacerdoti e i leviti passano oltre senza nemmeno voltarsi. E purtroppo, questa volta, anche il sommo pontefice che si è dedicato a ingrossare il corteo dei celebranti il successo.
Mi permetto di criticare il Papa dopo averlo più volte elogiato, perché non ho pregiudizi e sono capace di biasimare chi stimo quando sbaglia e di dare ragione a un nemico quando ce l’ha.
Se non facessi questo, non sarei l’uomo strano che sono.
Pesaro 15 luglio 2022 ore 17, 15
p. s
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