NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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giovedì 28 luglio 2022

Euripide. Eracle XVII e ultima parte.

Euripide Eracle XVII e ultima parte.  Versi 1347-1428

 

Eracle

Ho considerato però, pur essendo nella sventura 1347

che lasciando la luce mi renderei colpevole di viltà:

infatti chi non resiste alle disgrazie

non potrebbe nemmeno sostenere le armi di un nemico. 1350

Affronterò con forza la vita, verrò alla città

la tua, e sento gratitudine degli innumerevoli doni.

Del resto ho assaggiato fatiche innumerevoli,

e non ne ho rifiutato nessuna, né dagli occhi

ho versato fonti di lacrime, neppure avrei mai creduto 1355

di giungere a questo, di versare una lacrima dagli occhi.

Ora invece, a quanto pare, bisogna asservirsi al destino th`/ tuvch/ douleutevon.

Su dunque: vecchio, tu vedi l’esilio mio,

e vedi che sono l’uccisore dei figli miei.

Consegnali a una tomba e vesti i cadaveri 1360

onorandoli con le lacrime (a me infatti non lo consente la legge)

appoggiandoli al petto della madre e affidandoli alle sue braccia.

Comunità disgraziata che io infelice

Ho distrutto senza volere-a[kwn-. E quando tu abbia sepolto i morti nella terra

rimani ad abitare in questa città, con dolore sì, ma comunque 1365

forza l’anima a sopportare i miei mali con me.

O figli, quello che vi ha generato e messo al mondo, vostro padre

vi ha ucciso e non avete tratto vantaggio dalle mie belle imprese

che io preparavo conseguendo con fatica

bella gloria di vita per voi, un bella fruizione del padre. 1370

E te, infelice, ho ammazzato non in modo uguale

a come tu preservasti il mio letto con sicurezza

sopportando in casa lunghe custodie domestiche.

Ahimé sposa e figli, ahi anche per me,

come sono infelice e devo dividermi 1375

dai figli e dalla moglie. O tristi piaceri

dei baci e tristi compagnie di queste armi.

Sono in dubbio  infatti se tenerle o buttarle via.

Esse che battendo sui miei fianchi diranno queste parole:

con noi i figli hai ucciso e la sposa; in noi hai 1380

gli uccisori dei tuoi figli. Poi io le porterò

con le braccia? Dicendo che cosa? Ma spogliato delle armi

con le quali ho compiuto bellissime imprese in Grecia

devo morire vergognosamente soccombendo ai nemici?

Non devo lasciarle ma conservarle pur con dolore 1385

In una cosa sola Teseo dammi aiuto: vieni ad Argo

e aiutami a effettuare il trasporto del cane feroce,

perché rimasto da solo non subisca qualcosa per il dolore dei figli.

O terra di Cadmo e popolo tutto di Tebe,

rasatevi il capo e partecipate al mio lutto, andate alla tomba 1390

dei figli. Ad una voce piangete tutti

i morti e anche me: tutti siamo morti 

miseri colpiti dal solo destino di Era 1393

 

Teseo

Alzati, sventurato, basta con le lacrime

 

Eracle

Non ce la faccio, ché mi si sono irrigidite le membra

 

Teseo

In effetti le sorti abbattono anche i forti

 

Eracle

Ahi!

Potessi diventare qui stesso una rupe immemore dei miei mali!

 

Cfr T. S. Eliot:

I should have been a pair of ragged claws

Scuttling across the floor of silent seas” (The love song of Alfred Prufrock, vv. 73-74 (1917), avrei potuto essere un paio di ruvidi artigli che corrono sul fondo di mari silenziosi

E’  con il desiderio di una vita non razionale

 

Teseo

Smettila, dai invece la mano all’amico che ti assiste.

 

Eracle

Ma non voglio asciugare il sangue sulle tue vesti.

 

Teseo

Puliscile, senza nessun riguardo, non lo rifiuto 1400

 

Eracle

Privato dei figli ho in te come un figlio mio

 

Teseo

Metti il braccio intorno al mio collo: ti farò io da guida

 

Eracle

Una coppia di amici, ma uno è sventurato

O vecchio, un tale uomo bisogna guadagnarsi come amico.

 

Anfitrione

La patria che l’ha generato infatti ha nobili figli[1] 1405

 

Eracle

Teseo, fammi volgere indietro perché veda i miei figli

 

Teseo

A che scopo? Con questo incantesimo sarai sollevato?

 

Eracle

Ne sento il bisogno e voglio appoggiarmi al petto del padre

 

Anfitrione

Eccolo, figlio: tu infatti solleciti i miei desideri

 

Teseo

Così non hai più memoria delle tue fatiche? 1410

 

Eracle

Tutte quei mali che sostenni sono inferiori a questi

 

Teseo

Se qualcuno  vedrà in te una femmina non ti approverà

 

Eracle

Vivo nell’abiezione secondo te? Ma prima, non credo.

 

Teseo

Anche troppo: nella sofferenza non sei più l’inclito Eracle

 

Eracle

Tu come eri negli inferi quando eri in mezzo ai mali? 1415

 

Teseo

Quanto al coraggio ero l’ultimo degli uomini.

 

Eracle

Come dunque fai a dire che mi sono degradato nei mali?

 

Teseo

Incamminati

 

Eracle

Addio, vecchio

 

Anfitrione

Anche a te figlio mio

 

Eracle

Seppellisci, come ti dissi, i bambini.

 

Anfitrione

E me chi, figlio?

 

Eracle

Io

 

Anfitrione

Tornato quando?

 

Eracle

Quando tu abbia sepolto i figli

 

Anfitrione

Come?

 

Eracle

Ti farò accompagnare da Tebe ad Atene.

Su, porta dentro i figli, angoscia insopportabile.

Noi che abbiamo distrutto la famiglia con ignominia

andremo da maledetti dietro a Teseo come scialuppe a rimorchio.

Chiunque voglia acquistare ricchezza o forza 1425

Più che buoni amici, non ha senno.

 

Coro

Andiamo via desolati e nel pianto,

abbiamo perduto quanto ci era più caro 1428

Fine dell’Eracle di Euripide.

 

Pesaro 28 luglio 2022 ore  11, 07

giovanni ghiselli

 

p. s

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[1] Cfr. Il mito di Stato.

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