Euripide Eracle XVII e ultima parte. Versi 1347-1428
Eracle
Ho considerato però, pur essendo nella sventura 1347
che lasciando la luce mi renderei colpevole di viltà:
infatti chi non resiste alle disgrazie
non potrebbe nemmeno sostenere le armi di un nemico. 1350
Affronterò con forza la vita, verrò alla città
la tua, e sento gratitudine degli innumerevoli doni.
Del resto ho assaggiato fatiche innumerevoli,
e non ne ho rifiutato nessuna, né dagli occhi
ho versato fonti di lacrime, neppure avrei mai creduto 1355
di giungere a questo, di versare una lacrima dagli occhi.
Ora invece, a quanto pare, bisogna asservirsi al destino th`/ tuvch/ douleutevon.
Su dunque: vecchio, tu vedi l’esilio mio,
e vedi che sono l’uccisore dei figli miei.
Consegnali a una tomba e vesti i cadaveri 1360
onorandoli con le lacrime (a me infatti non lo consente la legge)
appoggiandoli al petto della madre e affidandoli alle sue braccia.
Comunità disgraziata che io infelice
Ho distrutto senza volere-a[kwn-. E quando tu abbia sepolto i morti nella terra
rimani ad abitare in questa città, con dolore sì, ma comunque 1365
forza l’anima a sopportare i miei mali con me.
O figli, quello che vi ha generato e messo al mondo, vostro padre
vi ha ucciso e non avete tratto vantaggio dalle mie belle imprese
che io preparavo conseguendo con fatica
bella gloria di vita per voi, un bella fruizione del padre. 1370
E te, infelice, ho ammazzato non in modo uguale
a come tu preservasti il mio letto con sicurezza
sopportando in casa lunghe custodie domestiche.
Ahimé sposa e figli, ahi anche per me,
come sono infelice e devo dividermi 1375
dai figli e dalla moglie. O tristi piaceri
dei baci e tristi compagnie di queste armi.
Sono in dubbio infatti se tenerle o buttarle via.
Esse che battendo sui miei fianchi diranno queste parole:
con noi i figli hai ucciso e la sposa; in noi hai 1380
gli uccisori dei tuoi figli. Poi io le porterò
con le braccia? Dicendo che cosa? Ma spogliato delle armi
con le quali ho compiuto bellissime imprese in Grecia
devo morire vergognosamente soccombendo ai nemici?
Non devo lasciarle ma conservarle pur con dolore 1385
In una cosa sola Teseo dammi aiuto: vieni ad Argo
e aiutami a effettuare il trasporto del cane feroce,
perché rimasto da solo non subisca qualcosa per il dolore dei figli.
O terra di Cadmo e popolo tutto di Tebe,
rasatevi il capo e partecipate al mio lutto, andate alla tomba 1390
dei figli. Ad una voce piangete tutti
i morti e anche me: tutti siamo morti
miseri colpiti dal solo destino di Era 1393
Teseo
Alzati, sventurato, basta con le lacrime
Eracle
Non ce la faccio, ché mi si sono irrigidite le membra
Teseo
In effetti le sorti abbattono anche i forti
Eracle
Ahi!
Potessi diventare qui stesso una rupe immemore dei miei mali!
Cfr T. S. Eliot:
“I should have been a pair of ragged claws
Scuttling across the floor of silent seas” (The love song of Alfred Prufrock, vv. 73-74 (1917), avrei potuto essere un paio di ruvidi artigli che corrono sul fondo di mari silenziosi
E’ con il desiderio di una vita non razionale
Teseo
Smettila, dai invece la mano all’amico che ti assiste.
Eracle
Ma non voglio asciugare il sangue sulle tue vesti.
Teseo
Puliscile, senza nessun riguardo, non lo rifiuto 1400
Eracle
Privato dei figli ho in te come un figlio mio
Teseo
Metti il braccio intorno al mio collo: ti farò io da guida
Eracle
Una coppia di amici, ma uno è sventurato
O vecchio, un tale uomo bisogna guadagnarsi come amico.
Anfitrione
La patria che l’ha generato infatti ha nobili figli[1] 1405
Eracle
Teseo, fammi volgere indietro perché veda i miei figli
Teseo
A che scopo? Con questo incantesimo sarai sollevato?
Eracle
Ne sento il bisogno e voglio appoggiarmi al petto del padre
Anfitrione
Eccolo, figlio: tu infatti solleciti i miei desideri
Teseo
Così non hai più memoria delle tue fatiche? 1410
Eracle
Tutte quei mali che sostenni sono inferiori a questi
Teseo
Se qualcuno vedrà in te una femmina non ti approverà
Eracle
Vivo nell’abiezione secondo te? Ma prima, non credo.
Teseo
Anche troppo: nella sofferenza non sei più l’inclito Eracle
Eracle
Tu come eri negli inferi quando eri in mezzo ai mali? 1415
Teseo
Quanto al coraggio ero l’ultimo degli uomini.
Eracle
Come dunque fai a dire che mi sono degradato nei mali?
Teseo
Incamminati
Eracle
Addio, vecchio
Anfitrione
Anche a te figlio mio
Eracle
Seppellisci, come ti dissi, i bambini.
Anfitrione
E me chi, figlio?
Eracle
Io
Anfitrione
Tornato quando?
Eracle
Quando tu abbia sepolto i figli
Anfitrione
Come?
Eracle
Ti farò accompagnare da Tebe ad Atene.
Su, porta dentro i figli, angoscia insopportabile.
Noi che abbiamo distrutto la famiglia con ignominia
andremo da maledetti dietro a Teseo come scialuppe a rimorchio.
Chiunque voglia acquistare ricchezza o forza 1425
Più che buoni amici, non ha senno.
Coro
Andiamo via desolati e nel pianto,
abbiamo perduto quanto ci era più caro 1428
Fine dell’Eracle di Euripide.
Pesaro 28 luglio 2022 ore 11, 07
giovanni ghiselli
p. s
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