NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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lunedì 11 luglio 2022

I pilastri seconda parte. Solone, Eschilo e il Maestro di Olimpia.


 

Solone (638-558)  ed Eschilo (525-456) sono due profeti della Giustizia-Divkh-. Ne Abbiamo bisogno ancora e più che mai.

Sentiamo le loro parole per non rimanere nella ciancia priva di sostanza.

 

Partiamo dall'Elegia  di Solone chiamata Alle Muse

 

Ricchezze desidero averne, ma possederle ingiustamente non voglio: in ogni caso più tardi è solita arrivare Giustizia (pavntw~ u{steron h\lqe divkh). 8

La ricchezza che danno gli dèi, è solida

per l'uomo dall'ultimo fondo  alla cima;10

 quella cui vanno dietro gli uomini spinti dalla prepotenza (uJy j u{brio~), non arriva/

 con ordine (kata; kovsmon), ma siccome obbedisce alle azioni ingiuste,

segue di malavoglia, e presto vi si mescola l'acciecamento (ajnamivsgetai a[th).

Non ogni ricchezza dunque è desiderabile ma solo quella scevra di u[bri~ cioè prepotenza, arroganza, dismisura demenziale, il peccato dei Greci che dovevano attenersi alle scritte delfiche: “Conosci te stesso” e “Nulla di troppo”.

Per quanto riguarda il “conosci te stesso”  gnw`qi seautovn, nel Fedro di Platone, Socrate dice: Io non sono ancora in grado di conoscere me stesso kata; to; Delfiko;n gravmma, secondo la scritta deifica, perciò mi sembra ridicolo geloi`on dhv moi faivnetai indagare cose che mi sono estranee- ta; ajllovtria skopei`n.

Ora si vuole andare su Marte mentre si offende in tutti i modi la nostra madre terra.

 Dunque dico addio a tali questioni, esamino me stesso skopw` ejmautovn, per vedere se per caso io non sia una bestia più intricata e più invasa da brame di Tifone o se sono un essere vivente (zw`/on) più mite e semplice,  partecipe per natura di una sorte divina e priva di superbia fumosa (Fedro, 230a)

 

Riguardo al  “nulla di troppo” (mhde;n a[gan) Eschilo arriva a mettere in guardia  dalla sazietà che arriva alla nausea spinge contro la Giustizia :"ouj ga;r e[stin e[palxi" plouvtou pro;" kovron ajndri; laktivsanti mevgan Divka" bwmovn", infatti non c'è difesa per l'uomo, che proteso a sazietà di ricchezza, ha preso a calci il grande altare della Giustizia (Agamennone, primo stasimo,  vv. 381-384).

Nelle Eumenidi , la terza tragedia -dopo Agamennone e Coefore- della trilogia chiamata Orestea  (del 458), le stesse Erinni, pur ancora nemiche dell'ordine statale e patriarcale, divinizzano la Giustizia ammonendo:"Rispetta l'altare di Dike e non prenderlo a calci con piede ateo, poiché dopo incombe la pena"(vv. 539-541).

Alla fine di questo dramma le Erinni diverranno Eumenidi, benevole, e veranno inserite nell’ordine della polis ateniese.

Molte opere della civiltà greca, letterarie, filosofiche, artistiche mostrano lo scontro tra il caos delle origini e il cosmo imposto dalla terza e quarta generazione divina.

Leggiamo l’Inno a Zeus della parodo dell’Agamennone di Eschilo

Il Coro si rivolge a Zeus chiunque egli sia (v. 160).

Niente si può paragonare a Zeus, tranne Zeus.

Prima Urano era grande e rigurgitava di tracotanza guerriera (pammavcw/ qravsei bruvwn, 169), e non si dirà nemmeno che una volta c’è stato; e quello che venne dopo, Crono, se ne va dopo avere trovato chi lo ha vinto tre volte.

Quindi la terza generazione che ha cosmizzato il caos

Chi eleva inni a Zeus, otterrà il senno.

Zeus ha posto la legge del tw`/ pavqei mavqo~ (177)[1].

Goccia invece del sonno[2] davanti al cuore la pena che ricorda il male  (stavzei  d’ ajnq j u[pnou pro; kardiva~-mnhsiphvmwn povno~ , 179-180)  e anche a chi non vuole giunge l’essere saggio.

Arriva con violenza la grazia degli dèi (182).

Il tw`/ pavqei mavqo~ diverrà un pilastro della nostra cultura. Se ne trovano decine di occorrenze, dall’Alcesti di Euripide, al Dyskolos di Menandro, e via via tanti altri fino a Dotoevskij, Proust e altri ancora. Non ne faccio l’elenco perché la sintesi di Eschilo è la più significativa.

Concludo con il pilastro Eschilo il quale nella tragedia i Persiani scritta poco dopo la battaglia di Salamina  interpreta questa battaglia epocale come uno scontro tra l’ordine della democrazia  ateniese e il caos della schiavitù orientale destinata a soccombere alla libertà dei Greci.

Aggiungo una citazione per il bisogno di documentare e verificare ogni affermazione

Eschilo contrappone al potere assoluto del “grande re” persiano Serse il sistema democratico di Atene  quando, nei  Persiani, la regina Atossa domanda ai vecchi dignitari   chi sia il pastore e il padrone dell'esercito greco. Allora il corifeo risponde:"ou[tino" dou'loi kevklhntai fwto;" oujd j uJphvkooi"  (v. 242), di nessun uomo sono chiamati servi né sudditi.

Per quanto riguarda le arti figurative il prevalere dl cosmo di Apollo sul caos dei centauri acri e rimembri che cercano di violentare le donne durante le nozze di Ippodamia con Piritoo è rappresentato dal maestro di Olimpia nel frontone occidentale del tempio di Zeus. Apollo che è profeta di Zeus indica la santa misura delfica ai mostri che strizzano mammelle di ragazze renitenti all’infame stupro.

 

Pesaro 11 luglio 2022-

giovanni ghiselli

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[1] Il concetto diventerà topico.. Cfr., per esempio, Cfr. il Creso di Erodotro pavqhmata maqhvmata (I, 207)

 

[2] Il tiranno non dorme. Cfr., p. e. Edipo e Macbeth.

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