NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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mercoledì 27 luglio 2022

Euripide Eracle. Tredicesima parte.


Solo traduzione.  Per non farla troppo lunga.

Vediamo come funziona

 

Quinto Stasimo (vv. 1016-1087)

Coro

La strage che la rocca di Argo ha dentro di sé era una volta la più famosa e la più incredibile per l’Ellade

Quella delle figlie di Danao;

ma superarono e oltrepassarono i mali

di allora questi dell’infelice figlio di Zeus

 

Posso ricordare l’uccisione dell’unico figlio di Procne[1]

Consacrata alle Muse; ma tu i tre figli , 1023

infelice dopo averli generati

li hai uccisi tutti insieme

per un destino di follia

Ahi quale lamento

O gemito o canto dei morti o quale

Coro dell’Ade farò risuonare?

Ahi ahi

Guardate dalle due parti i battenti

Del palazzo dalle alte porte si aprono.

Ahimé

Vedete i figli disgraziati

giacere davanti al misero padre,

che dorme un sonno terribile dopo la strage dei figli:

tutto intorno legàmi e gli  attacchi dai molti lacci

 dei nodi intorno al corpo di

 Eracle, avvinti questi alle

Colonne di marmo della casa

 

Ed ecco che come un uccello che piange l’implume

Covata dei figli, il vecchio con tardo piede

Spingendo il doloroso passo è qui

 

Anfitrione.

Vecchi Cadmei non lascerete che in silenzio

in silenzio lui, lasciatosi andare nel sonno,

dimentichi le sciagure?

 

Coro

Per te, vecchio, piango con lacrime, e

Per i figli e per il capo che celebra la vittoria

 

Anfitrione

Andate più in là,  non

Non fate rumore, non gridate, non

Svegliatelo dal letto mentre dorme

Sonni non agitati e pesanti 1050

 

Coro

Ahimé

Quanto sangue…

 

Anfitrione

Ahi ahi, mi ucciderete del tutto

 

Coro

…Versato si alza

 

Anfitrione

Non intonerete il lamento funebre

Piano piano, o vecchi?

Oppure svegliatosi e sciolti i legami distruggerà la città

E il padre e la casa abbatterà (1056)

 

Coro

Non ce la faccio, non ce la faccio

 

Anfitrione

Silenzio che io ne ascolti il respiro, avanti che accosti l’orecchio

 

Coro

Dorme?

 

Anfitrione

Sì dorme un sonno che non è sonno ma cosa mortifera,

lui che ammazzò la moglie, ammazzò con il tendere l’arco i figli

 

Coro

Piangi ora

 

Anfitrione

Piango

 

Coro

La distruzione dei figli

 

Anfitrione

Ahimé

 

Coro

E di tuo figlio

 

Anfitrione

Ahi!

 

Coro

O vecchio

 

Anfitrione

Silenzio, silenzio

Si volta dall’altra parte vicino a svegliarsi

Avanti,

oculterò il corpo mio sotto il palazzo in modo che rimanga nascosto1070

 

Corifeo

Coraggio, la notte occupa le palpebre di tuo figlio

 

Anfitrione

Badate, badate!

Io infelice per i miei mali

Non rifuggo dal lasciare la luce,

ma se ucciderà me che sono suo padre

si prepareranno mali in aggiunta 1075

ai mali, come aggiunta alle Erinni avrà altro sangue della sua razza

 

 

Coro

Allora tu avresti dovuto morire, quando per la moglie tua

tornasti dopo avere vendicato la strage dei fratelli di lei

e avere devastato la rocca dei Tafi circondata dal mare[2]

 

Anfitrione

In fuga, in fuga, vecchi, lontano dal palazzo

Correte, fuggite il pazzo

uomo che si sveglia.

Oppure presto scagliando un’altra strage sulla strage

riempirà di nuovo la città cadmea di furore bacchico (1085)

 

Coro

O Zeus, perché hai odiato così oltre misura

il figlio tuo e lo hai trascinato in questo mare di sciagure? 1087

 

Pesaro 27 luglio 2022- ore 11, 37

giovanni ghiselli

p. s

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[1] Negli Uccelli di Aristofane, Procne diviene Musa dei boschi (737)

 

[2] Cfr. Plauto Amphitruo

 

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