NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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mercoledì 27 luglio 2022

Euripide Eracle. Quattordicesima parte.


 

Traduzione non commentata dei versi 1088-1162 .

 

Eracle riprende coscienza con spavento e dolore.

 

Credo che la pazzia di molti, simulata o no, derivi dal tentativo di sfuggire al dolore e al terrore della coscienza.

Questo è l’unico commento a questi versi del resto tradotti con cura. Abbiatene cura anche voi che li leggete

 

Eracle

Oh

Sono ancora vivo e vedo quello che devo vedere

il cielo e la terra e questi dardi del sole (1090)

Ma come in un vortice e in uno scompiglio terribile della mente io sono caduto e spiro caldi fiati affannosi, non regolari.

Guarda, perché nei lacci come una nave all’ormeggio

sto con il giovane petto e le braccia

legati a una costruzione in pietra mezza rotta

con uno rimanere seduto contiguo ai morti?

Sono disseminati a terra gli alati dardi e l’arco

che prima combattendo al mio braccio

mi salvavano i fianchi ed erano salvati da me.

Non è forse che sono sceso di nuovo nell’Ade

poi sono tornato dall’Ade con una doppia corsa?

Ma non scorgo il macigno di Sisifo

e Plutone e nemmeno lo scettro della figlia di Demetra.

Sono sbalordito: dove mai mi trovo senza sapere  dove sono? 1105

Ehi c’è vicino o lontano uno dei miei amici,

che curerà il mio non sapere?

Non riconosco con chiarezza nessuna delle cose familiari.

 

Anfitrione

Vecchi, devo andare vicino alle mie sciagure?

 

Coro

E io con te, senza tradire nella sventura

 

Eracle

Padre perché piangi e ti copri le pupille,

e sei andato lontano dal figlio tuo amatissimo?

 

Anfitrione

Oh figlio, sei infatti mio anche nella sventura

 

Eracle

In quale disgraziata condizione mi trovo per cui tu versi lacrime?

 

Anfitrione

Disgrazie che un dio piangerebbe se ne venisse a conoscenza 1115

 

Eracle

Grande è il rumore ma non dici ancora la mia sorte

 

Anfitrione

Già ma la vedi anche da te se hai il tuo senno

 

Eracle

Dimmi se qualche cosa di nuovo aggiungi alla mia vita 1118

 

Anfitrione

Se non sei più un baccante dell’Ade, possiamo riflettere

 

Eracle

Ahi con quanto sospetto ti sei espresso per enigmi

 

Anfitrione

e osservo se tu sei già in grado di ragionare senza scivolate

 

Eracle

Di fatto non mi ricordo di essere stato in preda a furore bacchici nella mia mente

 

Anfitrione

Devo sciogliere, vecchi, i legami del figlio? O che faccio?

 

Eracle

Dì’ anche chi mi ha legato: poiché ne sono sdegnato.

 

Anfitrione

Sappi fin qui dei tuoi mali, lascia perdere il resto. 1125

 

Eracle

Allora basta il silenzio per sapere quello che voglio?

 

Anfitrione

O Zeus vedi dunque questi mali dal trono di Era?

 

Eracle

Ma davvero è da quella parte che abbiamo subito delle ostilità?

 

Anfitrione

Lascia andare la dea e pensa ai tuoi mali.

 

Eracle

Sono perduto: qualche disgrazia mi annncerai.

 

Anfitrione

Ecco, guarda questi crolli dei figli.

 

Eracle

Ahimé che visione è questa che fisso, infelice? 1132

 

Anfitrione

Una guerra senza motivo di guerra, figliolo, hai portato in fretta contro i tuoi figli.

 

Eracle

Di quale guerra parli, chi li ha uccisi?

 

Anfitrione

Tu e il tuo arco e degli dèi chi ne fu responsabile. 1135

 

Eracle

Che cosa dici? che cosa ho fatto? O padre che mi annunci sventure!

 

Anfitrione

Poiché eri imapazzito; tu mi chiedi spiegazioni dolorose.

 

Eracle

E anche della moglie mia sono io l’assassino?

 

Anfitrione

Della tua sola mano sono tutte queste azioni

 

Eracle

Ahi una nube di gemiti mi circonda!

 

Anfitrione

Per questo io compiango la tua sorte.

 

Eracle

Davvero ho distrutto la mia casa durante il delirio?

 

Anfitrione

Non so che una cosa: tutte le tue azioni hanno la disgrazia.

 

Eracle

Dove mi ha preso l’assillo? Dove mi ha distrutto?

 

Anfitrione

Quando presso l’altare purificavi la mano al fuoco

 

Eracle

Ahimé , perché dunque risparmio la mia vita

Ora che sono diventato l’assassino dei miei figli?

E come mai non vado ai precipizi di una rupe scoscesa

o scagliata la spada nel fegato

non diventerò per i figli il vendicatore del sangue

o bruciata nel fuoco la carne giovane

non respingerò l’ignominia che mi attende?

Ma a ostacolare i miei propositi di morte

ecco qua Teseo che arriva, consanguineo e amico mio. 1154

Saremo visti e la contaminazione della strage assassina dei figli

giungerà agli occhi del più caro dei miei ospiti.

Ahimè che cosa fare? Dove posso trovare l’assenza 1157

dei mali, levandomi a volo o andato sotto terra?

Su, voglio gettare attorno al capo la tenebra del mantello:

mi vergogno infatti del male che ho commesso,

e non voglio, gettandogli addosso del sangue contaminato

dal delitto, danneggiare chi non ha colpe. 1162

 

Pesaro 27 luglio 2022 ore 16, 52

p. s

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Ieri sera, sul molo volto a occidente, mettevo a letto il sole, e lo pregavo. Dio mi esaudì e il mio corteggiamento “funzionava”.

In ogni vena mi pulsavano richieste ineluttabili.

Sicché tesi ogni muscolo e, come un dardo, sfrecciai nell’ombra che avanzava da Fano, ma verso Rimini il cielo ancora rosseggiava negli ultimi bagliori del crepuscolo.  

 

 

 

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