Non c’è più Eugenio Scalari. Mi dispiace perché è stato uno dei personaggi che hanno fiancheggiato le nostre vite mortali per mezzo secolo, più o meno. Però devo criticare l’apoteosi rituale riservata dalla casta dei giornalisti a uno di loro che muore. Sempre che non sia stato scomodo per il potere come Ilaria Alpi e Pier Paolo Pasolini. Allora le menzogne e i toni sono diversi. Non mancano i distinguo.
Ieri notte Maurizio Mannoni ha usato un’iperbole celebrativa mentre i suoi ospiti scuotevano il turibolo con l’incenso. Mancavano solo il campanello della messa cristiana e i finissimi sistri d’argento di Iside e di Pascoli
Il conduttore del Telegiornale di mezzanotte dunque ha detto che Scalfari è stato uno dei grandi del Novecento. “Bum!”, ho gridato.
I grandi del Novecento a parer mio sono stati quelli che hanno impresso una svolta alla storia: Gandhi per esempio nel bene; Lenin, Stalin e Mao Tse Tung nel bene per alcuni nel male per altri; Hitler nel male per tutti.
Quando seguo le tappe di questo Tour bello e lealmente combattuto, Pantani viene ricordato come il più grande e meraviglioso scalatore di tutti i tempi perché è stato l’unico a scattare in salita tenendo le mani basse sul manubrio. Un tifo fazioso indegno di un giornalista.
Alla fine del telegiornale citato sopra, il coro degli incensatori hanno detto che Montanelli e Scalfari sono stati i più grandi giornalisti del Novecento.
Io attribuisco a Pasolini e Ilaria Alpi tale qualifica per il loro coraggio nel denunciare le malefatte del potere.
Montanelli è stato complice del fascismo mussoliniano e di quello sopravvissuto a Mussolini nel dopoguerra; quanto a Scalfari, i suoi editoriali erano semplicemente illeggibili.
Comunque gli sia lieve il suol.
Pesaro 15 luglio 2022 ore 10, 10
giovanni ghiselli
p. s
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