Clitennestra riconosce a Elettra che è naturale l’amore di una figlia per il padre, anche se alcuni figli preferiscono la madre. Quindi dice parole che accennano a un pentimento e auspicano una riconciliazione: “ ti perdonerò, infatti non mi rallegro troppo- oujc a[gan caivrw-delle azioni da me compiute (1105-1106). Poi domanda alla figlia perché sia così sudicia- a[louto~- e malvestita kai; duseivmato~ 1107 pur dopo avere partorito. Quindi biasima lira ojrghvn (1110) che l’ha spinta troppo oltre.
Ma la figlia non accetta le scuse replicano: “ojye; stenavzei~”1111 piangi tardi.
Il pentimento non può ritardare fino al momento in cui il male è irreversibile.
Lo dirà anche Dioniso a Cadmo nelle Baccanti: “ Troppo tardi ci avete riconosciuti- o[y j ejmavqeq hJma`~- , e quando era necessario non volevate saperne. ( Baccanti, v. 1345).
Elettra aggiunge oujk e[cei~ a[kh (Elettra, 111), non hai rimedi.
Quindi domanda subdolamente alla madre perché non faccia tornare a casa sua il figlio esule
Devdoika- 1114 ne ho paura, risponde Clitennestra. La madre che ha paura del figlio il quale in una situazione naturale ama e protegge la madre è il segno di quel’acta retro cuncta denunciato da Seneca nell’Oedipus (v. 367). Così anche ora quando si decretano sanzioni davvero inique poiché danneggiano il sanzionatore più che il sanzionato. E’ bene che un siffatto governo cada secondo me.
La figlia domanda alla madre perché si tenga un marito feroce nei nostri confronti- povsin so;n a[grion eij~ hJma`~-
Clitennestra ricorre al verso al carattere: “trovpoi toiou`toi: kai; su; d j aujqavdh~ e[fu~” (1117). C’è l’idea che la direzione che uno prende secondo la propria indole non sia modificabile. In buona parte è vero. Conoscere è ricordare e non possiamo imparare né fare bene quello cui non siamo predisposti dalla parte ereditata dal gevno~ o, chissà, magari da vite precedenti
Pesaro 15 luglio 2022 ore 11, 52
p. s
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