Le carni vuote di intelligenza sono solo cippi di piazza.
Torniamo al racconto di Elettra al fratello ancora non riconosciuto : “zuppo di vino bevuto mevqh/ de; brecqeiv" (326) il signore della madre mia (th'" ejmh'" mhtro;" povsi") (Egisto) l’illustre oJ kleinov~- , come lo chiamano, salta sulla tomba e colpisce con sassi l’avello di pietra di mio padre, e osa dire queste parole contro di noi: dov’è tuo figlio Oreste? Forse è qui a difendere coraggiosamente la tua tomba? Così viene insultato l’assente
Allora, straniero, ti supplico, riferisci questi obbrobri a Oreste che è lontano (332)
L’interprete sono io-ejrmhneuv" d j ejgwv, però gli mandano messaggi le mani, la lingua, l’animo tormentato, e il mio capo rasato. Kavra t j ejmovn xurh'ke"-( xurovn , rasoio, ajkhv punta)- e quello che lo ha generato (Agamennone)
Infatti sarebbe vergognoso se il padre sterminò i Frigi ejxei'len Fruvga" (336) mentre Oreste non riuscirà a uccidere da solo un uomo solo, lui che è giovane e figlio di un padre di maggior valore.
Il Coro avverte Elettra di avere scorto (devdorka, 339) suo marito, che terminata la fatica si affretta verso casa (340)
Il contadino appena sopraggiunto dice che è una vergogna che una donna stia con uomini giovani- aijscro;n met j ajndrw`n eJstavnai neaniw`n- 344
Elettra si giustifica dicendo che quei giovani sono portavoce delle parole di Oreste j Orevstou khvruke~ lovgwn 347
Oreste sa del padre ma chi è in esilio conta poco- ajsqenh;~ feuvgwn ajnhvr- 352 aggiunge la ragazza.
Il contadino rassicurato invita gli “stranieri” a entrare quali ospiti nella sua casa modesta. Sono povero pevnh~- dice ma non dall’animo ignobile ou[toi tov g j h\qo~ dusgenev~ 363
Oreste chiede conferma alla sorella sulla castità di quest’uomo che non vuole disonorare- kataiscuvnein (365) il fratello della moglie, lui stesso in incognito, facendo sesso con lei.
Euripide è il più moderno e democratico dei tre grandi tragediografi, ma non arriva al punto di proporre l’abolizione della schiavitù né quella delle caste.
Qui in Italia schiavitù e caste permangono dopo quasi 80 anni di cosiddetta, presunta democrazia. Questa è finita con le stragi e con l’assassinio impunito di Aldo Moro. La parresia è terminata tre anni prima con il massacro di Pasolini.
Del resto Oreste con le parole successive riconosce che l’eujandria (367) il valore dell’uomo non è giudicabile con la ricchezza né con l’aspetto. La ricchezza è un cattivo giudice (374).
La povertà non non è un bene e non fa bene- e[cei novson- peniva (374-375) perché dà un cattivo insegnamento all’uomo per il bisogno –didavskei d j a[ndra th`/ creiva/ kakovn- 376
Il marito di Elettra che non è un grande tra gli Argivi né potrà vantarsi del suo casato, tuttavia è stato scoperto quale uomo ottimo- a[risto~ hujrevqh-(382)
Dovrebbero rinsavire gli uomini pieni di pregiudizi vuoti di realtà-kenw`n doxasmavtwn -plhvrei~ (383-384)
Le città e le famiglie dovrebbero essere governate da uomini onesti come il cognato casto: le carni vuote di intelligenza sono solo cippi di piazza- aij de; savrke~ kenai; frenw`n ajgavlmat j ajgora`~- (387-388).
Mi fermo qui perché mi piace questa sentenza e anche perché voglio andare a correre sulla riva del mare affinché la mia carne non del tutto vuota di intelligenza non diventi vuota di salute e di forza: iam senior, sed cruda mihi viridisque senectus
Pesaro 9 luglio 2022 ore 18, 24
giovanni ghiselli
p. s.
Statistiche del blog
Sempre1266034
Oggi113
Ieri180
Questo mese2012
Nessun commento:
Posta un commento