Fedra durante un commo con la nutrice evade, con il pensiero, nella solitudine della caccia montana :"portatemi sul monte; andrò nella selva e tra i pini dove le cagne sterminatrici di fiere danno la caccia alle cerve screziate seguendone le orme: per gli dèi io amo eccitare i cani con grida e scagliare il giavellotto tessalo dopo averlo accostato alla chioma bionda, avendo un dardo dalla punta aguzza nell'altra mano"(Ippolito , vv. 215-222).
Fedra evidentemente si identifica con il giovane cacciatore Ippolito di cui è innamorata. Del resto “l'inconciliabilità fra Diana e Venere è una di quelle opposizioni fondamentali che sono addirittura registrate nel codice antropologico"[1].
Cfr il venator tenerae coniugis immemor il cacciatore dimentico della giovane sposa in Orazio (Odi, I, 1, 26).
Come la ‘morale’ dell’Ippolito è che il sesso è una cosa sulla quale non ci si può permettere di fare errori, così la ‘morale’ delle Baccanti è che noi ignoriamo a nostro pericolo l’esigenza dello spirito umano di esperienza dionisiaca. Per quelli che non le oppongono una barriera mentale, tale esperienza può essere una sorgente profonda di potenza spirituale e di felicità.
La componente istintiva, prima repressa, poi scatenata verso la distruzione, mai applicata all'incremento della vita, porta Gustav Aschenbach alla morte, preannunciata da una fantasia onirica memore dei riti orgiastici delle Baccanti:" Al ritmo dei timpani si squassava il suo cuore, il cervello vorticava; ira accecamento, stordimento voluttuoso invadevano la sua anima, smaniosa di accordarsi al tripudio del dio. Ed ecco, enorme, ligneo, scoprirsi e innalzarsi l'osceno simbolo; a quella vista tra sfrenati clamori, tutti gridarono la formula rituale e con la schiuma alle labbra si precipitarono in un'orgia pazzesca. Ridenti, singhiozzanti, si eccitavano a vicenda con gesti sconci e carezze lubriche, e si cacciavano l'un l'altro i pungoli nelle carni, leccando il sangue che colava sulle membra". T. Mann, La morte a Venezia (del 1913) p. 139.
Bologna 6 luglio 2022 ore 17, 34
giovanni ghiselli
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