Segue l’elenco di questi: i primi sono l’intelligenza e la lingua indispensabile per esprimerla. Vediamo la successione leggendo alcune parole del tragediografo : “ e[lexe gavr ti~ wJ~ ta; ceivrona-pleivw brotoi'sivn ejsti tw'n ajmeinovnwn.- ejgw; de; touvtoi~ ajntivan gnwvmhn e[cw,-pleivw ta; crhsta; tw'n kakw'n ei\nai brotoi'~.-eij mh; ga;r h\n tovd j , oujk a]n h\men ejn favei” (Supplici, vv. 196-200), un tale[2] infatti disse che il male supera il bene per i mortali. Io invece ho il parere contrario a questi: che sono più numerosi i beni dei mali per gli uomini.
Se non fosse così infatti non vivremmo nella luce.
Il "Pericle in vesti eroiche” procede lodando chi tra gli dèi ha dato ordine alla vita umana, un tempo bestiale e confusa, prima infondendo nell’uomo l’intelligenza, poi aggiungendo la lingua, messaggera delle parole (prw'ton me;n ejnqei;~ suvnesin, ei\ta d j a[ggelon -glw'ssan lovgwn douv~, w{ste givgnwskein o[pa), in modo da distinguere quanto viene detto, quindi il nutrimento dei frutti della terra, e la pioggia del cielo per farli crescere, e ha procurato difese dal freddo e dal caldo, ha insegnato a navigare per i mari e a scambiare i prodotti di cui è povera la terra.
Pesaro 6 luglio 2022, ore 11, 12
giovanni ghiselli
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[1] Nelle Supplici ,del 422, un dramma che è tutto un encomio degli Ateniesi, leggiamo invece l'espressione di un incondizionato ottimismo pedagogico, forse per il fatto che si stava preparando la pur malsicura pace di Nicia: Adrasto fa l'elogio funebre dei sette caduti nella guerra contro Tebe, poi conclude rivolgendosi direttamente a Teseo: “ Non ti stupire dopo quanto ho detto,/ Teseo, che questi abbiano avuto il coraggio di morire davanti alle torri./Infatti essere educati non ignobilmente comporta il senso dell'onore:/e ogni uomo che ha esercitato il bene/
si vergogna di diventare vile. Il coraggio è/ virtù insegnabile (hJ eujandriva-didaktovn), se è vero che il bambino impara/a dire e ad ascoltare quello di cui non ha cognizione./Ma quello che uno abbia imparato, suole conservarlo/fino alla vecchiaia. Così educate bene i vostri figli"(vv. 909-917).
Che vedremo più avanti, verso la fine (69).
[2] Probabilmente Euripide allude a un passo di Prodico di Ceo, o comunque di un sofista.
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