venerdì 26 maggio 2023

Don Lorenzo Milani e le persone come lui: il meglio dell’umanità.


 

Oggi i poveri e perfino i non ricchi si vergognano di essere tali e ce la mettono tutta per farsi credere facoltosi. Viceversa nolti si vantano di azioni delle quali dovrebbero vergognarsi come lo spreco, il consumo sfacciato, il successo ottenuto grazie a raccomandazioni, e perfino a menzogne, truffe e altri misfatti.

Dante nella V cornice del Purgatorio, quella dei penitenti avari e prodighi, ode  queste parole: “O buon Fabrizio,/con povertà volesti anzi virtute/ che gran ricchezza posseder con vizio” (Purgatorio, XX, 25-27)

In questi giorni si ricorda don Lorenzo Milani che nacque cento anni fa. Se ne dicono tante, ma non che appartiene a quella schiera eletta di persone che potevano  vivere da ricchi e invece presero a cuore e pure a modello la vita dei poveri.

A proposito del console Fabrizio, egli rifiutò i doni dei Sanniti e di Pirro ed era rimasto tanto povero da non avere il denaro per dotare la figlia, come Scipione del resto; sicché il Senato di Roma volle sopperire alla loro povertà, con una somma ex aerario, poiché questi padri indigenti non potevano lasciare in eredità alle figlie nihil praeter opimam gloriam (Valerio Massimo, Detti e fatti memorabili, IV, 4, 11).

Un’altra testimonianza traggo dal Convivio di Dante: “E chi dirà che fosse sanza divina ispirazione, Fabrizio infinita quasi moltitudine d’oro rifiutare per non volere abbandonare sua patria?” (Convivio, IV, 5, 13)

Secondo me queste sono le persone più belle: i potenti rimasti poveri e i nati ricchi che scelsero la causa dei poveri.

Come don Lorenzo Milani nelle cui parole continuo a una divina ispirazione. Ne cito alcune che mi hanno sempre commossio:

“In Africa, in Asia, nell’America latina, nel mezzogiorno, in montagna, nei campi, perfino nelle grandi città, milioni di ragazzi aspettano d’essere fatti eguali. Timidi come me, cretini come Sandro, svogliati come Gianni. Il meglio dell’umanità” (Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, eguaglianza, p. 80

Infine, dal suo testamento: “ Caro Michele, caro Francuccio, cari ragazzi, non è vero che non ho debiti verso di voi. L'ho scritto per dar forza al discorso! Ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto. Un abbraccio, vostro Lorenzo"

 

Bologna 26 maggio 2023 ore 19, 13 giovanni ghiselli.

p. s.

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