L'omosessualità non è un vizio né una vergogna.
Vizio turpe e da vituperare è la volontà di morte di chi sostiene la guerra.
“Tra gente che ha la stessa professione ci si individua subito, così tra gente che ha lo stesso vizio” Scrive Proust in Sodoma e Gomorra (p. 47)
In un epigramma pederotico che si trova nell’Antologia Palatina (XII, 134) leggiamo queste parole di Callimaco:
"L'ospite cercava di tenere nascosta la piaga: hai visto
che doloroso sospiro gli venne fuori dal petto,
quando beveva la terza coppa? Le rose piene di foglie, dalla corona in testa all'uomo erano finite tutte per terra:
certo è cotto assai: per gli dei non senza ragione
lo congetturo: io ladro ho riconosciuto le impronte del ladro".
Snell sostiene che il poeta attraverso "questa forma indiretta ha evitato l'espressione patetica "io amo"; perciò "la confessione ne risulta ironicamente spezzata, e sembra che la dichiarazione d'amore gli sia sfuggita per caso" (La cultura greca e le origini del pensiero europeo, Il giocoso in Callimaco p. 379).
Questo non mi ha fatto pensare, come forse avrei dovuto, che l'omosessualità non è un vizio né una vergogna, bensì che Putin e Zelenski e Biden e quanti altri mandano le armi nei mattatoi hanno tutti lo stesso vizio inverecondo che è quello della guerra con uccisioni, distruzioni e rovine.
Tali mentecatti dovrebbero essere ricoverati in case di cura, invece per la sciagura dei popoli costoro hanno il potere di manipolare o coartare le persone sprotette, che costituiscono la maggioranza, e perciò di compiere azioni dannose per tutti.
Sono simili tra loro perché hanno in comune il vizio vergognoso della distruzione. Ma non se ne vergognano, anzi se ne vantano.
Bologna 7 aprile 2023 ore 18, 31 giovanni ghiselli
p. s.
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