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La semplicità è complessità risolta, tutt’altro che stupidità. La scomparsa della semplicità non è casuale. E’ voluta e programmata perché la gente, già predisposta all’intimidazione, all’umiliazione dalla povertà e dall’ignoranza, non capisca e si senta in colpa o per lo meno in difetto
Per esempio l’uso continuo degli acronimi, magari di parole inglesi. Ci si può fare l’abitudine è vero, ma chi ama la lingua, il linguaggio doppiamente articolato in significanti shmaivnonta, e significati shmainovmena[2], rifiuta queste mostruosità linguistiche.
Un altro esempio, sempre nel campo del linguaggio, di semplicità e di chiarezza abolita. La lingua nostra è spesso parlata in maniera incomprensibile o perché pronunciata male, in modo soggettivo e arbitrario, o perché biascicata in fretta e confusamente. Il doppiaggio dei film, che tempo fa era comprensibile o addirittura li migliorava, adesso è in buona parte criticamente e volutamente farfugliato. Credo che tutto questo abbia lo scopo di rendere chi ascolta sempre meno capace e desideroso di comprendere. Tale disinteresse viene provocato al fine di soffocare e gradualmente abolire la dialettica, la politica, il confronto e il dialogo. In definitiva si vuole eliminare la parrhsiva che è la cellula della democrazia.
Dunque parlare in modo chiaro, corretto, magari elegante, cercare il bello con semplicità nella lingua parlata e scritta ora è un azzardo: si passa per superstiziosi bigotti di un culto superato dall’intelligenza moderna: tecnologica, artificiale o innaturale che sia.
Bologna 23 maggio 2023 ore 11, 38
giovanni ghiselli.
[1]F. Nietzsche, Considerazioni inattuali III, Schopenhauer come educatore , 2. E’ del 1874.
[2] Zenone stoico divise la dialettica in due parti: la prima si occupa dei significanti shmaivnonta, i suoni della parola, la seconda dei significati shmainovmena, il contenuto. Cfr. Il Saussure (Corso di linguistica generale, uscito postumo nel 1916) e lo strutturalismo di moda nel ’68 quando feci l’ultimo esame, quello di glottologia.
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