Nel V volume della Ricerca di Proust il signore di Charlus viene maltrattato da due plebei nel salotto della Verdurin: Morel e la stessa padrona di casa.
Il barone rimane esterrefatto e non riesce a reagire. Non era quello il suo ambiente dove sarebbe stato capace di farlo con energia.
Ma arriva l’ex regina di Napoli Maria Sofia a soccorrerlo. Era rossa di vergogna per lui che si era lasciato maltrattare da quei vili ingiuriatori. E dice: “mio caro cugino, appoggiatevi al mio braccio” Poi levando alteramente gli occhi su quei due cafoni li gela con queste parole: “Voi sapete che un giorno a Gaeta (il mio braccio) ha saputo tenere in rispetto la canaglia! Esso saprà farvi da schermo”. Così tirandosi dietro il barone e senza lasciarsi presentare Morel, la sorella dell’imperatrice Elisabetta uscì di casa Verdurin” (La prigioniera p. 331).
Mi ha sempre colpito questa pagina assai significativa in mezzo a tante altre che lo sono molto meno. Già molti anni or sono mi ha fatto capire che devo evitare gli ambienti dove le mie qualità danno fastidio e vengono considerate difetti: l’amore per la letteratura, l’ascesi mentale e corporea, l’insaziabile volontà di apprendere, di aiutare, di educare, di amare.
Ora la canaglia è salita cerretana alla ribalta e molti la considerano un modello. Mi adopero per smascherarla per denunciarla. La canaglia è brutta e non va presa a modello.
Da chi è costituita? Dai penultimi che odiano gli ultimi, da chi vuole l’estensione e la continuazione della guerra, da chi tratta e paga i lavoratori come schiavi, da chi conduce beceramente le trasmissioni televisive e non ammette obiezioni a quanto ora si deve pensare, da chi parla male e perciò ha l’anima malata. Costoro vanno confutati. Personalmente, oltre scrivere queste note avvalendomi del supporto degli autori, escludo le trasmissioni televisive che annullano il dialogo fatto di dissoi; lovgoi, discorsi contrapposti, e cerco le cause dei fatti confutando quanti chiamano dietrologi o complottisti coloro che indagano. Il problema dunque nel senso etimologico di “ostacolo” è la canaglia. Noi dobbiamo scavalcare questo provblhma e tornare alla dialettica politica, alla pluralità delle idèe, alla socievolezza, alla cortesia.
Bologna 8 maggio 2023 ore 18, 51 giovanni ghiselli
p. s.
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