Il ciclismo è uno sport nobile, cavalleresco. I tifosi numerosissimi lungo le salite, dove l’agone offre lo spettacolo più bello, applaudono e acclamano il loro beniamino ma non lo favoriscono spingendolo né ostacolano in nessun modo gli avversari.
Si pensi, tanto per fare del comparativismo nel campo agonistico, ai cori razzisti della feccia che gremisce gli stadi.
Oggi Primoz Roglič ha vinto il giro d’Italia. Lo sconfitto, Geraint Thomas, è andato a congratularsi e a dirgli: “you are better than me”. Il vincitore a sua volta ha reso onore al vinto.
Questo non avviene nel calcio e nemmeno nella politica. Tanto meno nella guerra omicida.
Roglič nel tratto conclusivo della cronoscalata ha sofferto un salto di catena che gli ha fatto perdere almeno dieci secondi quando nella classifica generale era alla pari con Thomas. Poteva scoraggiarsi e mollare. Invece ha stretto i denti e ha guadagnato mezzo minuto in pochi chilometri.
Alla fine ha detto alcune parole che non si trovano se non nei migliori autori di letteratura e di filosofia. In effetti ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne sono state sognate in certi sistemi.
Ho passato molto tempo sui libri ma ho imparato anche di più dalle mie amanti, dagli amici, dagli allievi, e in generale dalle persone intelligenti: donne, uomini, bambini.
Roglič tempo fa aveva perso un Tour in una tappa a cronometro risolutiva, come quella odierna che ha vinto, vincendo anche il Giro.
Ebbene oggi quando è arrivato ha detto: “A volte si vince, a volte si perde. Quindi bisogna continuare a lottare sempre”.
Un filosofia che ho sempre avuto nella mente e nel cuore, fin da bambino.
Infatti Primoz è un nomen omen: come Giovanni
Bologna 27 maggio 2023 ore 19, 20 giovanni ghiselli
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