giovedì 18 maggio 2023

R. Musil, L’uomo senza qualità. II. 10

Ulteriore decorso della gita al bastione degli svedesi

 
Fratello e sorella si corteggiano con buon gusto
 
Ulrich: “noi separiamo il bene dal male ma dentro di noi sappiamo che sono una cosa sola!” 710 (…) in ogni meno c’è un più. Di solito in ogni umana variante negativa ce n’è una positiva non riconosciuta”.
 
Seneca scrive che il male particolare serve al bene generale
Nihil indignetur sibi accidere sciatque illa ipsa quibus laedi videtur ad conservationem universi pertinere () placeat homini quidquid deo placuit” (Ep. 74, 20).
 
“Il peso della vita, quella segreta malinconia che ci grava addosso di dover tutti morire, che tutto sia così greve e probabilmente così vano” cade dalle nostre spalle solo nei momenti avventurosi in cui gli eventi ci rapiscono con sé: quelli senza senso insomma!”.
 E intanto si sentiva la testa sul collo come una noce vuota.
 
Agathe obiettò: Io ho sempre agito senza senso , ma questo rende soltanto infelici. Poi aggiunse: “questo è un posto adatto per uccidersi - e sorrise - il vuoto del mio cervello si dissolverebbe con infinita dolcezza nel vuoto di questo paesaggio!” (…) Papà mi rinfacciava di non essere una creatura risoluta a vivere e anche Hagauer (il secondo marito pedante, meschino e arrivista) se ne doleva.
 Quindi chiede al fratello: “quando è che qualcosa nella vita ci sembra necessario?”
“Quando ci si volta nel letto!” dichiarò brusco Ulrich
 
Personalmente invece credo che qualcosa ci sembra necessario quando sentiamo il destino che ci chiama a compierla.
 
Ulrich aggiunge: “E’ proprio così. Siamo malcontenti della nostra posizione, pensiamo senza posa a cambiarla e facciamo un proposito dopo l’altro senza mai attuarlo; finalmente ci rinunziamo: e a un tratto ecco che ci siamo voltati. In verità siamo stati voltati” 713
Seneca usa l’immagine della supinata testudo, la tartaruga resupina: “Nullum tormentum sentit supinata testudo, inquieta est tamen desiderio naturalis status, nec ante desinit niti, quatere se, quam in pedes consistit” Ep. 121, 8, la tartaruga resupina, rovesciata sul dorso, non sente alcun dolore, tuttavia è inquieta per la mancanza della sua posizione naturale e non smette di fare sforzi , di agitarsi prima di essersi rimessa in piedi.
 
Quando ci troviamo così fuori posto ci agitiamo e osiamo anche correre dei rischi pur di uscire da un disagio che si accresce  di ora in ora.
Cfr. il film Ritorno a Seoul la cui protagonista una ragazza francese di origine coreana è destinata all’inquietudine e alla solitudine. Alla fine accetta il proprio destino. Non c’è altro da fare, anzi è la cosa migliore che si possa fare.
 
Ulrich talora sperava di essere travolto dagli avvenimenti come in una lotta corpo a corpo, eventi magari assurdi e delittuosi, purché fossero validi e conclusivi.
Faceva freddo e i fratelli cercarono rifugio nella capanna di sassi di un pastore. Nella regione parlavano un misto di slavo e tedesco. Ulrich diede una moneta d’argento alla moglie del pastore e la donna si mise a gemere perché non poteva accogliere meglio nella sua miseria “dei così bei signori” 714
I due giovani si eranp portati dietro uno spuntino, la donna scaldava il latte di capra.  Il giorno superato il culmine, si era fatto smorto.
Agathe domandò al fratello: “perché non parli mai sul serio con me?
Ulrich rispose solo con un’occhiata fugace che esprimeva stupore e innocenza mentre disponeva su un foglio di carta fra sé e la sorella prosciutto salame e uova 715
Agathe replicò a quella evasione: “Se ti chiedo qualcosa di decisivo, tu ti dissolvi nell’aria!” Né toccò il cibo. Ulrich scostò i bicchieri con il latte di capra che puzzava, e disse: “Ti ho sempre parlato sul serio. Se non ti piace non è colpa mia, perché ciò che ti è sgradito nelle mie risposte è la morale del nostro tempo.
Quindi le spiegò: “La morale del nostro tempo è quella della riuscita. Il buon successo cancella tutto. Ci sono ancora dei limiti che vengono dall’aristocrazia e dalla corona e frenano le persone venute dal basso. Del resto lo Stato professa il principio che è lecito rubare, uccidere, ingannare se ne deriva potenza civiltà e splendore.
Cfr. Il principe di Machiavelli e Riccardo III , il principe che ha letto Il principe.
 
“Questo è l’aspetto del mondo che gli uomini hanno creato, e io vorei essere una donna, senonché le donne amano gli uomini”.
 
Soprattutto quelli di successo, aggiungo. Cfr. Il gabbiano di Čechov.
 
“Io sono un uomo di formazione scientifica ma le mie nozioni sono imperfette, incomplete, solo cartelli stradali e nuove nozioni potrebbero cambiare tutto. Se uno procede verso la “perfezione” considera ognuna delle sue azioni e conoscenze come un gradino da dove si deve salire su un altro.
E’ la morale del prossimo gradino, ma è anche la morale dei fallimenti che precedono, ed è una morale da imprenditore, la morale degli arrivisti, il ridicolo aborto venuto al mondo anzitempo rispetto ai parti successivi.
 
Agathe disse solo che se lui le chiedeva di fare qualcosa lei non aveva alcuna morale.
Ulrich la elogiò perché era forte giovane e bella e pure senza energia. Era dunque inattuale “Già la nostra epoca scoppia di dinamismo. Non vuole sapere di pensieri. Chiede soltanto azioni. Questa terribile energia proviene unicamente dal fatto che internamente non si ha nulla da fare”. 717 Esternamente si entra in un’attività professionale e si seguita in quella per tutta la vita. E’ facile avere attività ma è difficile trovarvi un senso.
“Io credo che un uomo può trovare la felicità anche in un delitto perché questo gli dà un carico di zavorra e gli mette davanti una strada più regolare 718
Agathe disse: “Vorrei uccidere Hagauer”
Il fratello rispose: perché non lo dovresti fare? Fai pure, se te ne senti capace”. La vecchia contadina  che forse non aveva più di quarant’anni, li ascoltava. Le tracce della sua vita la facevano apparire più vecchia. Era rientrato il marito. I due vecchi non capivano niente ma erano lusingati da quelle presenze.
Ulrich disse alla sorella in inglese: dobbiamo mangiare, si meravigliano di noi!
Agathe ubbidiente cominciò a sbocconcellare il pane.
Ulrich mangiava più risoluto e bevve pure un sorso di latte.
 Educava la sorella più giova di 5 anni ed era tutto sommato rispettoso delle formalità più di lei.
Agathe rilanciò dicendo che avrebbe voluto fare a pezzi il marito, disintegrarlo, magari senza ucciderlo. Chiese al fratello l’aiuto che le aveva promesso per annientare quel brutto uomo.
Agathe propose a Ulrich di comprare o affittare un’automobile per fare un lungo giro e passare la notte in un albergo
Ma Ulrich, ritrosetto, rispose: “E i domestici? per fortuna non so neanche guidare!
E Agathe: “ma hai anche detto. “le virtù della società sono vizi agli occhi del santo!”
 
Viene in mente Nietzsche, particolarmente quello dello Zarathustra.
 
“Non ho però detto che i vizi della società sono virtù”
Quindi pulì con il suo fazzoletto la mano di Agathe che si era unta tagliuzzando del grasso
“Parli sempre tergiversando e mi sembra di vedere me stessa nelle schegge di uno specchio. Mi togli la visione d’insieme della mia persona”
Infatti replicò Ulrich:  “oggi non si vede mai una persona da capo ai pedi” e intanto non le lasciava la mano. Ad Agathe saliva il sangue alle gote
Quindi disse di essere il contrario di una santa, anzi  peggio di una prostituta nella sua indifferenza.
Il santo fa sgorgare acqua da se stesso come una fontana secondo una visione avuta
Ulrich domandò in tono scherzoso: “Allora che cosa facciamo di Hagauer ?”
“Appunto. Lui non ci può stare. Bisogna che sparisca”  721 rispose la ragazza
Ulrich pensava di essere più saldo di Agathe e che la sorella fosse più bella di lui. “Piacevolmente bella”. Dopo il dito  prese tutta la mano lunga e calda, piena di vita della sorella che era agitata e commossa e gli domandò come avrebbe fatto senza di lui
Ulrich rispose: “Possiamo anche restare insieme, tu puoi raggiungermi.
E Agathe: Come immagini una nostra vita in comune?” e comparve una piccola riga di preoccupazione sulla sua fronte
“Non la immagino ancora, l’ho pensato adesso per la prima volta”
Salutarono i contadini che li avevano presi per una coppia di innamorati che avevano litigato poi fatto la pace. “Ci hanno presi per una coppietta!” disse lei, e infilò il proprio braccio sotto quello del fratello tutta contenta
Quindi: “dovresti darmi un bacio!”, poi strinse il braccio di Ulrich contro il proprio corpo mentre aprivano la porticina bassa sull’oscurità dell’aria.
 
E’ un corteggiamento reciproco e raffinato come quello di Hans Castorp e Claudia Chauchat nella Montagna incantata  di Thomas Mann e come il mio a Helena, Kaisa, Päivi. Una delle cose più belle della vita.

Bologna 18 maggio 2023 ore 12, 17 
giovanni ghiselli

p. s.
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