L'ospite dunque viene trattato con tutti i riguardi da Telemaco e ignorato dai proci i quali, una volta sazi, ebbero a cuore musica e danza ("molphv t& ojrchstuv" te") che sono ornamenti del banchetto "ajnaqhvmata daitov"" (v. 153).
Quindi l'araldo pose la cetra bellissima in mano (v. 153) a Femio il quale cantava dai pretendenti per forza ("Fhmivw/, oJv" rJ j h[eide para; mnhsth'rsin ajnavgkh/.", v. 154). Così l'aedo, una specie di alter ego dell'autore, viene liberato da sospetti di collaborazionismo con gli usurpatori. Nello stesso modo il fedele porcaro Eumeo portava i maiali ai proci "ajnavgkh/" (XIV, 27), costretto e quindi senza colpa.
Il cantore dell'Odissea è un professionista, mentre nell'Iliade " alla musica si dedicano dei dilettanti dotati di talento, Apollo e le Muse sull'Olimpo (Il. I 603-604), Paride (III 54) e Achille (IX 186 sgg.) sulla terra: un professionista sembra invece il leggendario Tamiri (II 595 sgg.). Il professionista di maggior spicco è Demodoco nel libro VIII, e va notato il rispetto e la simpatia che Odisseo gli manifesta: il paragone di Odisseo con un abile cantore, fatto da Alcinoo (XI 368-369), risulta perciò particolarmente appropriato...Demodoco è cieco, come l'autore dell'Inno ad Apollo (vv. 172-173), ma non c'è motivo di pensare che lo sia Femio; se il poeta l'avesse fatto cieco, ne dovremmo trovare qualche indizio in XXII 330 sgg. Il v. 153[1] non significa che egli non era riuscito a trovare lo strumento da solo: più che un gesto di cortesia, sembra un modo per ordinare a Femio di cantare. Il poeta sottolinea, sia qui che nel libro XXII (351-353), che Femio non è dalla parte dei proci"[2].
Intanto Telemaco parla all'ospite e gli esprime il suo scoraggiamento a proposito del ritorno del padre: considera perduto per Odisseo (v.168) quel dì del ritorno (v. 9) di cui noi sappiamo che è stato tolto solo ai compagni per la loro stolta scelleratezza (v. 7). Il figlio di Ulisse dunque è invaso dallo sconforto che gli impedisce di agire. Il compito di Atena è quello di scuoterlo. "Telemaco non è, dapprima, che un giovanetto in balìa dei maneggi insolenti dei pretendenti della madre. Egli vi assiste rassegnato, senza trovar la forza di prendere decisioni sue proprie, mite e incapace di rinnegare, nemmeno di fronte a quel flagello della sua casa, l'innata distinzione dell'indole sua, nonché difendere energicamente i propri diritti. Questo giovanetto passivo, di molle gentilezza, sterilmente lagnantesi, sarebbe un alleato nullo per Odisseo, che rimpatria per affrontare una grave battaglia decisiva e per compier vendetta, costretto ad affrontare i Proci quasi senz'alcun aiuto. Chi ne fa un combattente prode, risoluto, ardito, è Atena"[3].
Finalmente il giovane domanda all'ospite chi sia e questo dice di essere Mente signore dei Tafi (vv. 180-181) che abitavano un'isola di fronte all'Acarnania. Aggiunge di essere un ospite tradizionale noto a Laerte del quale però ha sentito dire che al momento vive lontano, fra i campi, e soffre dolori (v. 190).
Questa assenza di Laerte che si aggiunge a quella di Ulisse fa pensare al caos connesso alla mancanza della figura paterna. Tale carenza è motivo di confusione e squallore, per esempoio, nella famiglia Lanucci del primo romanzo di Svevo:"l'umore in famiglia era triste...Quest'umore aveva aumentato la nostalgia in Alfonso, perché è la gente triste che fa tristi i luoghi". Il padre non permetteva al figlio di sedere accanto a lui "dopo che aveva perduto un impiego discreto procuratogli con somma fatica. Era l'unico castigo che sapeva infliggergli, non avendo per altri né energia né testa...Ogni parola nella famigliuola provocava facilmente delle dispute"[4].
Invero ho notato tra gli di rilievo nella storia molti sono cresciuti senza la figura paterna oppure opponendosi al padre.
Atena-Mente preconizza a Telemaco il ritorno di Ulisse: afferma di saperlo senza essere un profeta ("mavnti"") né un esperto di uccelli (" ou[t& oijwnw'n savfa eijdwv"", v. 203) ma congetturandolo con l'intelligenza, ispirata del resto dai numi: Odisseo saprà tornare " ejpei; polumhvcanov" ejstin" (v. 205), poiché ha molte risorse.
E' notevole che alla dea, Omero attribuisca un'intelligenza indipendente dagli oracoli e da altri segni, come farà Edipo re con se stesso, ma colpevolmente secondo Sofocle, in quanto per un poeta religioso un uomo non può permettersi di attribuirsi quello consentito a una divinità:" oJ mhde;n eijdw;" Oijdivpou", e[pausav nin,-gnwvmh/ kurhvsa" oujd j ajp joijwnw'n maqwvn" (vv. 397-398), Io Edipo che non sapevo nulla, la feci cessare/azzeccandoci con l'intelligenza e senza avere imparato dagli uccelli.
Pure Dante sente il dovere di porre limiti e freni all’intelligenza, e proprio introducendo l’episodio di Ulisse nel XXVI canto dell’Inferno: “ Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio/quando drizzo la mente a ciò ch’io vidi,/e più lo ‘ngegno affreno ch’io non soglio,/perché non corra che virtù nol guidi” (v. 19-22).
Quindi Atena dice a Telemaco altre parole che il ragazzo vuole sentirsi dire: che assomiglia straordinariamente al padre nel capo e negli occhi belli ("aijnw'" me;n kefalhvn te kai; o[mmata kala; e[oika~", v. 208) indicando del corpo umano, la parte più significative e portatrici di spiritualità.
Il figlio di Odisseo è sempre più disposto ad ascoltare Mente:"Le parole di lui gli dicono invero le stesse cose che la voce del suo cuore gli suggerisce. Telemaco è il prototipo del giovane docile, cui il consiglio, volonterosamente accolto, d'un amico esperto conduce all'azione e alla fama"[5].
Quindi Atena dà un altro stimolo al giovane, il quale dubita persino di essere prole di Ulisse, dicendogli che la loro stirpe non può restare senza rinomanza ("nwvnumnon", v. 222) se Penelope ha generato un tal figlio. Il dubbio sull'identità e sulla capacità di essere all'altezza del padre, se questi è un uomo valido, o comunque al livello dei migliori della propria stirpe è probabilmente quello che crea le massime difficoltà ai ragazzi i quali viceversa ricevono una grande spinta se si sentono assimilati ai più capaci della loro razza.
Del resto non poche volte è il padre che prende in antipatia il figlio maschio quando vede che è molto diverso da lui e magari in meglio.
Poi Atena cerca di suscitare sdegno nel giovane per la presenza dei proci i quali certo non sono lì per un " e[rano"" (v. 226), una cena collaticia dove ciascuno porta il suo contributo. Insomma quello dei pretendenti sembra un banchetto nuziale, non un picnic .
In queste parole si può pure trovare una certa ironia cui del resto Telemaco risponde con serietà flebile: lamentando la morte del padre oltretutto senza tomba e senza gloria in quanto rapito dalle Arpie (v. 241) e prevedendo la propria (v. 251).
A proposito di Arpie si può ricordare che Marziale si vanta del fatto che nei suoi epigrammi esse non si trovano, come non ci sono Gorgoni e Centauri poiché la sua pagina sa di uomo:"Non hic Centauros, non Gorgonas Harpyasque/invenies: hominem pagina nostra sapit "(X, 4). Ebbene, Omero parla di Arpie ma anche la sua pagina sa di uomo, eccome!
Sicché il figlio identifica la propria sorte con la parte negativa di quella del padre. Egli allora ha bisogno di un'altra frustata da parte di Atena la quale prima gli ricorda la gagliardia di Odisseo, poi lo spinge a indire un assemblea per comandare ai proci di tornare a casa, e anche alla madre se vuole sposarsi di nuovo, quindi lo esorta a partire per cercare il padre da Nestore a Pilo, e a Sparta dal biondo Menelao (v. 285) che è tornato per ultimo. Se verrà a sapere che è morto davvero, dovrà alzargli un tumulo e rendergli onori funebri, e infine massacrare i pretendenti. Infatti Telemaco non può continuare le bambinate poiché non ha più l'età per farlo: “oujde; tiv se crh; -nhpiava~ ojcevein, ejpei; oujkevti thlivko~ ejssiv ” (v. 297). Cfr. nhvpioi del v. 8.
Confermano questo rimprovero, che adesso si potrebbe estendere a tanti ultratrentenni e passa, con alcune parole di C. Pavese:"C'è qualcosa di più triste che invecchiare, ed è rimanere bambini"[6].
Bologna 4 maggio 2025 ore 11,22 giovanni ghiselli
p. s.
Statistiche del blog
Sempre1724219
Oggi121
Ieri327
Questo mese1074
Il mese scorso15712
Nessun commento:
Posta un commento