Mimnermo sostiene che l’unico bene della vita umana è il piacere che ci dà il letto governato dall’aurea Afrodite. Ma questo terpnovn, il più grande bene che si trova nel mare dell’essere, anzi l’unico, è fruibile per un tempo ancora più ristretto della già cortissima esistenza a noi concessa.
Spenta la luce della giovinezza, rimangono due possibilità entrambe lugubri: quella della vecchia orbata di ogni piacere, spregiata da tutti, e quella della morte.
Dunque l’unica identità bella è quella data dal fare l’amore.
In conclusione questo poeta prega di morire a 60 anni.
Solone, il saggio legislatore ateniese, arconte nel 594 per fissare una data, lo corregge affermando “invecchio imparando sempre molte cose” e consiglia Mimnermo di augurarsi la morte a 80 anni, non prima.
La morale che ne traggo è che il giro vorticoso delle stagioni e quello poco meno veloce degli anni, possono cambiare la nostra identità per farci sopravvivere magari fino a 100 anni e oltre: da giovani la fondiamo -come no?- sull’amore delle donne; da vecchi sull’amore dell’imparare sempre molte cose, attività che ci rende se non del tutto non amabili, certamente non proprio spregevoli.
Ora è un vecchio che scrive sapendone qualche cosa. Ho sempre cercato di imparare da tutto. E pure di insegnare quanto imparavo dalla vita, dalle persone e dai libri
Bologna 11 giugno 2022 ore 11, 15
giovanni ghiselli
p. s.
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