mercoledì 1 giugno 2022

Edipo re 415 -428

 
Traduzione
 
Tiresia
Lo sai tu da dove provieni? E ti sfugge che sei odioso
 ai tuoi là sotto e qui sopra la terra
E con due colpi della madre e di tuo padre
un giorno la maledizione dal terribile piede caccerà da questa terra
te che ora vedi quanto hai davanti ma presto la tenebra
E del tuo grido quale porto non ci sarà
quale Citerone non lo echeggerà presto
quando ti accorgerai delle nozze senza ormeggio che in queste case  
hai infilato con la nave dopo avere ottenuto una buona navigazione?"
Poi non ti accorgi di una folla di altre sciagure
che ti renderanno uguale a te stesso e ai tuoi figli.
Davanti a questi orrori, infanga pure Creonte
e la mia bocca: infatti non c'è tra i mortali
chi verrà mai distrutto peggio di te
 
Commento
417ajmfiplh;x: a doppio taglio (ajmfiv e plhvttw) è la maledizione della madre (cfr. Odissea XI, 279-280:"e a lui lasciò dietro moltissimi dolori, quanti ne compiono le Erinni della madre"), e quella del padre (cfr. Eschilo, I sette a Tebe, dove l'Erinni paterna è la dea che manda in rovina la casa, passando di generazione in generazione, da Laio, a Edipo, a Eteocle (vv.720-723).
Arma ajmfiplhvx, dal doppio taglio, è anche la spada del suicidio di Deianira(Trachinie, v.930) che si uccide per il dolore di essere stata respinta dal marito Eracle e dal figlio Illo.
416deinovpou" ajrav: l'aggettivo evoca fonicamente Oijdivpou", l'uomo dal piede gonfio il quale, togliendosi gli occhi e assecondando la maledizione, placherà i morti in attesa di questo compimento: cfr. l’ Elettra sofoclea, vv.1418-1419:"telou's j ajraiv: zw'sin oiJ/ga'" uJpai; keivmenoi", si compiono le maledizioni; vivono quelli che giacciono sotto terra.
419 ojrq j =ojrqav, accusativo neutro plurale avverbiale. Vedi dritto potrebbe equivalere anche al nostro"giri con il paraocchi" nel senso peggiore, cioè avere il significato di"tu hai la dogmatica fissità del tiranno e dello stupido.-
skovton:Edipo stesso al v.1326 si definirà"skoteinov"", uomo che nelle tenebre riconosce alla voce. Da cieco impara ad ascoltare.
Lo ribadisce nell’Edipo a Colono: “fwnh` ga;r oJrw`  /138.
 
420 limhvn: è, oltretutto, il grembo di Giocasta: cfr. Edipo re  vv.1208-1209:"mevga" limh;n-/auJto;" h[rkesen-/paidi; kai;  patriv, un porto grande, il medesimo, bastò al padre e al figlio.
421 Kiqairw;n è il monte dove il bambino fu mandato per essere esposto: questi due termini-porto e Cicerone- indicano la partenza della vita tribolata  che poi, in seguito a lunga navigazione con le tappe segnate dal  dolore, torna là donde fu mossa. Questo è il primo Edipo. Nel secondo, il cieco approda nel sobborgo di Atene, "la candida Colono, dove melodioso geme dalle verdi balze l'usignolo senza posa"( Edipo a Colono, vv.670 e sgg.). Allora la natura viene ad essere rivisitata e trasformata.
L'Edipo di Cesare Pavese dice:" ho saputo sempre di agire come lo scoiattolo che crede d’inerpicarsi e fa soltanto ruotare la gabbia. E mi domando: chi fu Edipo? (…) Ma viene il giorno che ritorni al Citerone e tu più non ci pensi, la montagna è per te un'altra infanzia, la vedi ogni giorno e magari ci sali. Poi qualcuno ti dice che sei nato lassù. E tutto crolla" (i Dialoghi con Leucò ,  La strada)
-
423 a[normon: riprende l'immagine del porto che è privo di approdo(a privativo e o{rmo"). La navigazione sembrava facile (eujploiva") poiché il ritorno al grembo materno significa non correre il rischio supremo di cercare un'identità propria e autonoma, ma sentirsi sicuri e protetti; però vuol dire anche la trasgressione massima, quella del divieto dell'endogamia. Dunque entrare nel porto materno equivale a mettersi al riparo dai flutti del pelago aperto, ma anche calpestare uno dei tabù più forti della razza umana. Del resto Edipo ha ignorato anche l’altra proibizione fondamentale: quella di uccidere l'animale totem, il padre. Così è diventato l'uomo assolutamente "sacer " poiché si è investito dell'a[go", il piaculum , conseguente ad avere infranto i due impedimenti più grandi.
 Per questo cfr.  Freud,Totem e tabù, p.33.
 
424 plh'qo" () kakw'n: i mali massicci possono educare l'uomo meglio di qualsiasi altra mavqhsi" e a[skhsi". Sofocle non condivide l'ottimismo pedagogico dei sofisti e ritiene che la fuvsi" prevalga sui tentativi di modificarla: i mali renderanno Edipo uguale a se stesso(425 ejxiswvsei=futuro di ejxisovw) ossia lo faranno diventare quello che è, ma finge di non essere. Nel Filottete, il figlio del magnanimo Achille, Neottolemo, non può deviare dalla sua natura divenendo complice degli imbrogli di Odisseo:"non sono per natura capace di operare nulla con arte cattiva, né io, né quello che, dicono, mi ha generato"(vv.88-89).-tevknoi": uguagliarsi ai suoi figli significa scoprire che lui e loro sono nati da un'unica madre.
 
427prophlakivze: significa"copro di fango"(phlov") che, gettato sulla persona di Creonte, rende l'idea del discredito con il quale un regime in crisi talora cerca di colpire gli oppositori; e immesso nella bocca di Tiresia mostra il tentativo di soffocare il vate chiaroveggente per insabbiare l'indagine.
Platone nella Repubblica (613d) usa questo verbo(prophlakivzontai) per indicare il discredito in cui cadono,  gli ingiusti, derisi katagevlasoiv eijsin-,  e coperti di fango  alla fine della corsa della vita, una volta divenuti vecchi miserabili(gevronte" gignovmenoi a[qlioi) e smascherati.
Anche se da giovani la favevano franca.
428 ejktribhvsetai=futuro passivo di ejktrivbw che significa" logoro, devasto un paese strappandogli il raccolto".
Edipo aveva usato questo verbo nella sua maledizione(v.248); ora Tiresia glielo ritorce contro e gli dice che è lui il personaggio da sacrificare, da recidere come il grano giunto a maturazione.
Nel rito, che precede il dramma, Edipo doveva essere il dio dell'anno, come Adone ucciso dal dente del cinghiale e celebrato con feste:"quod in adulto flore sectarum est indicium frugum ", che è simbolo delle messi recise quando sono mature.(Ammiano Marcellino, Rerum gestarum libri, XXII,9). Su questo argomento cfr. Fraser, Il ramo d'oro, cap.XXXII, Il rituale di Adone .
Bologna 1 giugno 2022 ore 11, 38
giovanni ghiselli.
 
 
 
 
 
 

 

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