I giovani crescono in un guazzabuglio, nel caos.
Ci siamo passati tutti ma poi abbiamo trovato un ordine, un cosmo, in una scuola o nell’altra: chi nella famiglia, chi nelle parrocchie, chi, come me, nella scuola dei maestri, dei professori, degli autori, poi degli studenti a noi assegnati perché li educassimo a nostra volta.
Ora il caos dura più a lungo nelle menti umane, seguita a confonderle anche per tutta la vita, siccome la scuola non funziona e gli educatori che riscuotono fiducia, i maestri che suscitano energie morali sono pochi e in via di estinzione.
Ricordo con rimpianto Remo Bodei e Tullio De Mauro, studiosi umani e persone per bene: rispettose di se stesse e degli altri. Uomini importanti che non si davano arie e ti aiutavano senza che tu avessi modo di contraccambiarli, se non con affetto e gratitudine come sto facendo ora.
I giovani hanno bisogno di incontrare tali persone per uscire dalla sfiducia nell’umanità. Vedono concorsi truccati o fasulli, personaggi televisivi che si impancano a gran bacalari e dicono banalità o scempiaggini, mercenari armati che uccidono nelle guerre e altri mercenari linguacciuti che mentono a pagamento.
I giovani più deboli si rifugiano nella droga o nell’alcol, altri nel sesso seriale, altri ancora nel cibo senza misura.
Tutto questo in maniera distruttiva o per lo meno senza costrutto.
Una scuola seria, dove non si passava se non si studiava, insegnava quanto meno un metodo, imponeva una disciplina e il rispetto.
Chiedo accoratamente che si rifondi la scuola.
Il problema di fondo è questo.
Bologna 28 giugno 2022 ore 10, 59
giovanni ghiselli
p. s.
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