“che un uomo faccia del bene con i mezzi
che ha e come può, è la più bella delle fatiche”
Sono parole che Edipo dice a Tiresia appena il profeta è entrato in scena nel primo episodio dell’Edipo re di Sofocle (vv. 314-315)
Quando conobbi questi versi iniziando a insegnare al liceo, il Rambaldi di Imola, nel 1975, commentai l’espressione kavllisto" povnwn-la più bella delle fatiche- con queste parole: “ la massima di chiusura di questi versi non contiene doppi sensi né ambiguità: definisce l'identità che Edipo va cercando in se stesso. Aiutare il prossimo è faticoso e rischioso, ma solo così vale la pena di vivere. Questa è già una luce di comprensione. Il figlio di Laio del resto è ancora lontano dal capire che non si può essere benefici e grandi mettendosi in concorrenza con gli dei e in urto con i sacerdoti: fare del bene agli uomini significa assimilarsi a dio: il benefattore diventa nobile e magnanimo quando dà senza riguardo al proprio tornaconto; allora c'è oJmoivwsi" qew/', assimilazione a dio”.
Questo dissi in quel tempo, poi lo scrissi.
Oggi, dopo altri 47 anni di esperienza di fatti moderni e di lettura degli antichi sono felice di aggiungere quanto mi ha scritto una lettrice che non conosco personalmente.
Trascrivo queste sue bellissime parole: “E’ un piacere per la mente leggere e riflettere sui tuoi scritti. Per me è uno dei SALVAVITA di questo periodo GRAZIE. Grazie”
Le ho risposto: grazie a te. Mi incoraggi se faccio del bene. Mentre salvo la vita del prossimo salvo la mia.
Ora aggiungo: “Che Dio ti benedica”
Non copio il tuo nome perché non so se ti faccia piacere.
Se vuoi, puoi farlo tu.
Grazie
Tuo
gianni
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