NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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sabato 25 giugno 2022

La siccità dal Satyricon a The waste land di T. S. Eliot .


 

 Le parole di Trimalchione sul desiderio di morte della profetessa  sono da associare  a queste che le precedono, ponunciate da Ganimede, un altro liberto:

:"ego puto omnia illa a diibus fieri. nemo enim caelum caelum putat, nemo ieiunium servat, nemo Iovem pili facit, sed omnes opertis oculis bona sua computant. antea stolatae ibant nudis pedibus in clivum, passis capillis, mentibus puris, et Iovem aquam exorabant. itaque statim urceatim plovebat: aut tunc aut numquam: et omnes redibant udi tamquam mures. itaque dii pedes lanatos habent, quia nos religiosi non sumus, agri iacent…" (Satyricon, 44, 17-18), io credo che tutto questo derivi dagli dèi. Nessuno infatti considera il cielo cielo, nessuno rispetta il digiuno, nessuno stima un pelo Giove, ma tutti a occhi chiusi fanno il conto dei loro possessi. Prima le matrone in stola salivano a piedi nudi sul colle del Campidoglio, con i capelli sciolti, i cuori puri, e supplicavano Giove per l'acqua. E così subito pioveva a catinelle: o allora o mai più: e tutti tornavano bagnati come topi. ora gli dèi hanno i piedi felpati. Poiché non abbiamo religione, i campi sono abbandonati.

 

Per quanto concerne il nesso tra siccitò ed empietà, nel quotidiano “la Repubblica” del 22 giugno scorso leggevo questo titolo: “Finita l’acqua per i campi. La preghiera per la pioggia del vescovo di Milano” (pagina 14)

 

Sentiamo anche T. S.  Eliot:

“Here is no water but only rock

Rock and no water and the sandy road

The road winding above among the mountains

Which are mountains of rock without water

If there where water we should stop and drink

Amongst the rock one cannot stop and think

Sweat is dry and feet are in the sand

If there were only water amongst the rock

Dead mountain mouth of carious teeth that cannot spit

Here one can neither stand nor lie or sit

There is not even silence in the mountains

But dry sterile thunder without rain

There is non even solitude in the mountains

But red sullen faces sneer and snarl

From doors of mudcracked houses

If there where water  

And no rock

If there were rock

And also water

And water

A spring

A pool among the rock

If there were the sound of water only

Not the cicada

And dry grass singing

But sound of water over a rock

Where the hermit-thrush sing in the pine trees

Drip drop drip drop drop drop drop drop

But ther is no water

(The Waste Land, What the thunder said, 331, 358)

Traduzione

Qui non c’è acqua ma soltanto roccia

Roccia e non acqua e la strada di sabbia

La strada serpeggiante lassù tra le montagne

Che sono montagne di roccia senza acqua

Se ci fosse acqua ci fermeremmo a bere

Fra la roccia non ci si può fermare né pensare

Il sudore è secco e i piedi nella sabbia

Vi fosse almeno acqua tra la roccia

Bocca morta di montagna dai denti cariati che non può sputare,

qui non si può stare in piedi né ci si può sedere

non c’è neppure silenzio nelle montagne

ma secco sterile tuono senza pioggia

Non c’è neppure solitudine nelle montagne

Ma rosse facce accigliate sogghignano e ringhiano

Da porte di case di fango screpolato

 

E niente roccia

Se ci fosse roccia

 E anche acqua

E acqua

Una sorgente

Una pozza tra la roccia

Se ci fosse il suono di acqua almeno

Non la cicala

E l’erba secca che canta

Ma suono d’acqua sopra una roccia

Dove il tordo eremita canta nei pini

Drip drop drip drop drop drop drop

Ma non c’è acqua

 

L’assenza di acqua è una caratteristica della terra desolata.

Nell’ Oedipus di Seneca il protagonista eponimo, entrato in scena, sottolinea l'aridità, la siccità e lo scolorimento della terra tebana volendo significare sterilità e morte:"Deseruit amnes humor atque herbas color,/aretque Dirces; tenuis Ismēnos fluit,/et tingit inǒpi nuda vix undā vada "( vv.41-43), l'acqua ha lasciato i fiumi e il colore le erbe, è disseccata Dirce; l'Ismeno scorre vuoto, e con la povera onda bagna a stento i guadi nudi.

 

Bologna 25 giugno 2022 ore 11, 50

giovanni ghiselli

p. s

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