giovedì 2 giugno 2022

Sofocle, Edipo re, versi 440-451.


 

Traduzione  

Tiresia

Non sei tu ottimo di natura a scoprire gli enigmi?

Edipo

Rinfacciami pure tali capacità per cui mi troverai grande.

Tiresia

Questa sorte però ti ha perduto.

Edipo

Ma se ho salvato questa città, non mi importa.

Tiresia

Me ne vado dunque, e tu, ragazzo, portami via.

Edipo

Lo porti via allora, poiché tu qui presente  tra i piedi

mi turbi, e, cacciato via, non potresti affliggermi più.

Tiresia

Dopo avere detto le parole per le quali sono venuto, vado via, e non per avere temuto il tuo volto: infatti non c'è la possibilità che tu mi distrugga./

Ma ti dico: quest'uomo che da un pezzo

tu cerchi, minacciando e sbandierando l'assassinio di Laio, eccolo è qui"

 

Commento

 

440 ou[koun=nonne igitur . Tiresia sfida il re davanti al popolo dicendogli: allora non è vero quanto si è detto:  che tu sei il primo degli uomini (cfr.v.33) e il capo molto potente (v.40) capace di svelare gli enigmi e di raddrizzare (v.39) la vita della città

 

 

 

441-ojneivdiz j(e): al v.412 il vate aveva ritorto contro il re il rinfacciamento della cecità; ora Edipo sta imitando Tiresia: è già iniziato il processo di identificazione con il vate cieco che porterà il re ad acciecarsi.

-mevgan:Il figlio di Laio cerca un'identità di grandezza autentica, che non coincide con la posizione regale, una maestà interiore che gli sta più a cuore del potere il quale può anche essere messo a repentaglio. Ancora una volta: il potere-kravto~- non è potenza-duvnami~- Tutti e tre i tragici lo mostrano.

 

442-tuvch: è vox media  come fortuna  in latino, e qui, soprattutto se   la traduzione conserva la forma latina e italiana, va pronunciata con tono ironico.

 

 

 

443ejxevsws ja  Ecco la grandezza autentica di Edipo e il significato più vero e utile della tragedia sofoclea: la trasfigurazione del dolore in vantaggio, in bellezza, in salvezza propria e della comunità. Chi riesce a fare questo è un uomo, e chi assiste alla metamorfosi del pavqo" in mavqo" diventa migliore. Il poeta scrive per tale risultato che dà senso alle sue parole e alle danze del coro (cfr.v.896).La formulazione latina di tale principio si trova in Seneca (Ep. 60,4):" Vivit is qui multis usui est, vivit is qui se utitur ", vive chi si rende utile a molti, vive chi realizza se stesso.

“Oedipus is great, not in virtue of a great wordly position-for his wordly position is an illusion which will vanish like a dream- but in virtue of his inner strength: strength to pursue the truth at whatever personal cost, and strength to accept and endure it when found. “This horror is mine’, he cries, ‘and none but I is strong enough to bear it (1414).

Oedipus is great because he accepts the responsibility of all his acts, including those which are objectively most horrible, though subjectively innocent. To me personally Oedipus is a kind of symbol of the human intelligence which cannot rest until it has solved all the riddles-even the last riddle, to which the answer is that human happiness is built on an illusion (…) Certainly in the last lines of the play (which I firmly believe to be genuine) he does generalize the case, does appear to suggest that in some sense Oedipus is every man and every man is potentially Oedipus. Freud felt this (he was not insensitive to poetry), but as we know he understood it in a specific psycological sense.”[1]

Edipo è grande, non in virtù di una grande posizione nel mondo-poiché la sua posizione mondana è un’illusione che svanirà come un sogno.- ma in virtù della sua forza interiore: la forza di perseguire la verità a qualunque costo personale, e la forza di accettarla e sopportarla quando essa è stata trovata.

“Questo orrore è mio-egli grida. E nessuno tranne me è forte abbastanza da sostenerlo.

Edipo è grande poiché egli accetta tutta la responsabilità dei suoi atti, incluso quello che è obbiettivamente il più orribile, benché soggettivamente innocente, secondo me Edipo è una specie di simbolo dell’intelligenza umana che non può fermarsi finché non ha risolto tutti gli enigmi, anche l’enigma estremo, la cui risposta è che la felicità umana è costruita su un’illusione (…) Certamente gli ultimi versi della tragedia –che io credo sicuramente autentici- egli generalizza il caso e sembra suggerire che in un certo senso Edipo è pgni uomo e ogni uomo è Edipo. Freud ha sentito questo( egli non era insensibile alla poesia) ma ecome sappiamo egli lo ha compreso nel particolare significato psicologico.

Aggiungo che Sofocle con Edipo insegna non solo a capire attraverso il dolore, come ha già fatto Eschilo, ma a ribaltare la svetura in uno strumento di progresso, di crescita, addirittura di beatificazione

 

 

 

 

444-a[peimi:Tiresia  dichiara l'intenzione e fa la mossa di andarsene, due volte in questo verso, e un'altra al v.447 dove ripete a[peimi. Qualche cosa trattiene il vate e il re l'uno vicino all'altro: probabilmente la volontà di conoscere, sebbene la conoscenza porti dolore.

 

445-komizevtw: Edipo non dà direttamente l'ordine cui sarebbe dovuta seguire l'esecuzione immediata, ma usa la terza persona, senza rivolgersi al ragazzo. Anch'egli non vuole staccarsi dall'antagonista del quale ha qualche cosa dentro di sé.-

 

446 ojclei'": "tu mi turbi" significa "affolli la mente con la turba dei fantasmi del passato": la mia origine, le violenze subite e inflitte, i desideri rimossi e poi realizzati, le trasgressioni compiute; ebbene quella folla sono io stesso e devo ascoltarla.

 

 

447a[peimi: cfr. v.444.

448-provswpon:il viso di Edipo non è feroce; per questo Tiresia non lo teme. Anzi, quando si sarà levata la maschera del tiranno si svelerà quale eujw'pa ajlkavn, l'aiuto dal bel volto invocato dal coro (v.189). Sarà un aiuto benefico per Atene nell’ultima tragedia du Sofocle

 

 

449 -to;n a[ndra tou'ton: è un caso di attractio inversa , cioè di attrazione del dimostrativo nel caso del relativo-o{n- che segue.-kajnakhruvsswn=kai; ajnakhruvsswn: significa sbandierando un fatto già sepolto e che poteva restare tale.

 

 

451-ou|to": è la parola accompagnata dal gesto che indica Edipo; ecco perché i bandi di questo tiranno non fanno paura: egli minaccia se stesso.

 

Bologna 2 giugno 2022 ore 10, 47

giovanni ghiselli

 

p. s.

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[1] Dodds,  On Misunderstanding the Oedipus rex in The Ancient Concept Of Progress, p. 77.

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