Nel Timeo il filosofo scrive che dio ci ha donato la vista affinché, contemplando nel cielo i giri dell’intelligenza, ce ne giovassimo per i moti circolari della nostra mente- †na t¦j ™n oÙranù toà noà katidÒntej periÒdouj crhsa…meqa ™pˆ t¦j perifor¦j t¦j tÁj par j ¹m‹n diano»sewj che sono affini a quelli celesti i quali però sono ordinati mentre i nostri circuiti sono disordinati. Così noi, ammaestrati, possiamo correggere l’irregolarità dei nostri giri mentali imitando quelli della divinità che sono regolari 47 b-c-
Questo l’avevo già presentato.
Aggiungo che nel Fedro, Socrate dice che Pericle, imbattutosi in Anassagora, si riempì di indagini celesti e, giunto alla natura della mente e del pensiero -kai; ejpi; fuvsin nou` te kai; dianoiva~ ajfikovmeno~- tutte questioni trattate dal filosofo- di qui trasse quanto era utile per l’arte dei discorsi ejnteu`qen ei{lkusen ejpi; th;n tw`n lovgwn tevcnhn to; prosfovron (270B).
Pericle è stato l’uomo politico più ragguardevole dell’Atene classica e democratica, la scuola dell’Ellade, poi dell’Europa.
Questo vale per quanti politici da tempo chiacchierano e cianciano ma non sanno parlare.
Bologna 28 giugno 2022 ore 18, 41
p.s
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