Sono tornato a Bologna dopo la 6 giorni di Siracusa e Brescia. Di Siracusa ho già detto; ieri sera dalle 21 alle 22, 45 ho tenuto una lectio su “Fare Io”.
C’era un pubblico che, numeroso e interessato, mi ascoltava con attenzione. Tale disposizione degli uditori mi ha motivato a dare il meglio di me. Tenere una lectio è un atto di amore educativo che funziona tanto meglio quanto più viene corrisposto e contraccambiato. Mi è stato anche chiesto di inviare l’intero percorso preparato, oltre il doppio di quello esposto in quasi due ore.
Lo ritoccherò per inviarlo in forma ineccepibile: deve essere un gioiello senza difetti.
Questa mattina, mentre attraversavo il centro di Brescia per giungere alla stazione, mi è venuto incontro uno degli uditori della serata e mi ha chiesto di chiarirgli in sintesi il rapporto tra dire io- il tema del festival- e fare io, il mio controcanto.
Ho isposto che “dire io” aggiungendo le qualità e capacità di questo io proclamato è solo una enunciazione vocale che deve essere confermata dai fatti. Altrimenti quell’io è un sedicente io, un io che si attribuisce un’identità bramata ma non raggiunta.
Durante la conferenza ho ricordato dagli autori molti esempi di tali personaggi che si attribuiscono identità fasulle e se ne vantano: milites gloriosi in vari campi: dalla guerra, all’amore, alla cultura, alla politica. La competizione è dappertutto e i fanfaroni sono dovunque.
Non solo nella letteratura di cui devo parlare quando mi invitano a tenere lectiones.
Qui aggiungo esempi tratti dal quotidiano. C’è gente che cerca di accreditarsi dicendo che fa le vacanze a Cortina e perfino quella che si vanta di mangiare pizze dal prezzo superfetato come quelle di Briatore.
Credo che tali tentativi di darsi importanza siano segni di miseria, predicati di volgarità, patenti di meschinità.
Anche senza scendere tanto in basso, ritengo che pure chi arriva davvero a cogliere il denaro e il potere ha colto solo dei beni parziali e limitati che sono tutt’al più strumenti e gradini per salire verso quelli grandi: l’amore di se stesso e dell’umanità, l’accordo armonioso della propria vita con quella del cosmo.
In parole più povere l’ottima salute dell’anima e del corpo.
Bologna 24 giugno 2022, giorno dell’onesto Giovanni decapitato per avere commesso trasgressioni sante verso il potere.
Ore 17, 37.
Sulla Croara, una cara salita, si trova un piccolo tempio tuo, divo Giovanni.
Verso il tramonto verrò a venerarti, in bicicletta.
p. s.
Statistiche del blog
Sempre1262261
Oggi177
Ieri238
Questo mese5880
Il mese scorso12017
Nessun commento:
Posta un commento