NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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giovedì 23 giugno 2022

I sacrifici umani antichi e moderni


 

Tauride e Crimea, mar d’Azov e palude Meotide.

 

I riti sacrificali, la pena di morte e la guerra.

 

Questa notte sono tornato da Siracusa dove ho tenuto una conferenza e ho visto l’Ifigenia in Tauride di Euripide  rappresentata nel teatro greco. Un lavoro con luci e ombre.

 

A voi lettori ricordo che la Tauride era un paese barbaro dove si facevano sacrifici umani. Questo crimine del resto veniva perpetrato, sia pure ”straordinariamente”, anche a Roma: Tito Livio racconta che dopo Canne (216 a. C.) “ex fatalibus libris sacrificia aliquot extraordinaria facta; inter quae Gallus et Galla, Graecus et Graeca, in foro bovario sub terram vivi demissi sunt in locum saxo consaeptum, iam ante hostiis humanis, minime romano sacro, imbutum” (Storie, XXII, 57, 6), secondo i libri fatali vennero eseguti alcuni sacrifici straordinari: tra i quali un Gallo e una Galla, un Greco e una Greca, vennero sepolti vivi nel foro boario,  in un luogo recintato da sassi, già prima insanguinato da vittime umane, con un rito però non romano. 

 

Ma torniamo all’antica Tauride che corrisponde alla  Crimea odierna, mentre il mar d’Azov veniva chiamato palude Meotide.

Che cosa voglio significare? Che i paesi conservano nei millenni le loro tradizioni anche quando cambiano le stirpi che li abitano. Sarà forse per via del determinismo geografico che assimila all’ambiente e al clima le forme dell’esperienza umana.

 

Qui in Italia non c’è la barbarica pena di morte, però in certo modo siamo complici delle morti prodotte dalle armi che inviamo in quelle plaghe già desolate dalla guerra. I sacrifici umani dei nostri giorni vengono giustificati da chi li propugna  da una parte e dall’altra con l’argomento che servono a tutelare la civiltà.

 

Ifigenia fra i Tauri critica il rito dei sacrifici umani che pure deve presiedere quale sacerdotessa di Artemide.

La donna, che anni prima, da ragazza, era stata designata dal suo stesso padre Agamennone quale vittima di questo rito immondo, dice: “se qualcuno dei mortali tocca con le mani del sangue o anche un parto (loceiva~) o un morto, la dea lo tiene lontano dagli altari, ritenendolo contaminato (musarovn, 383), aujth; de; qusivai~ h{detai brotoktovnoi~  ma lei gode dei sacrifici che uccidono gli uomini (Ifigenia in Tauride, v.384).

E commenta: “non è possibile che Leto, la compagna di Zeus abbia partorito tanta stupidità (tosauvthn ajmaqivan, 387).

Quindi: “giudico non credibili (a[pista krivnw) anche i conviti di Tantalo[1] agli dèi, che questi abbiano goduto del pasto del figlio- paido;" hJsqh'nai bora'/ (388), e ritengo che la gente di qui, essendo loro assassini di uomini, attribuiscano alla dea la loro malvagità (to; fau`lon, 390).

Infatti credo che nessuno tra i numi sia cattivo” ( oujdevna ga;r oi\mai daimovnwn ei\nai kakovn, 392).

Infatti la dea Artemide cui era dedicato il rito sacrificale  aveva salvato la giovane sostituendola con una cerva e facendola arrivare in Tauride, l’attuale Crimea bagnata dal mar d’Azov e dal mar Nero. Lo racconta Euripide in un’altra sua cara tragedie: Ifigenia in Aulide.  L’Aulide si trova sulla costa oientale della Beozia.

 

Ebbene nemmeno io credo che quanti non sono cattivi possano approvare la pena di morte, i sacrifici umani e questa guerra. Constato che molti Italiani non vogliono che essa continui fino all’ultimo sangue.

 I morti sono già stati anche troppi.

 

Concludo scrivendo due parole sulla rappresentazione cui ho assistito: buona la parte corale e la recitazione di Ifigenia, Oreste e Pilade; pessimo invece il finale, brutto, noioso e incongruo con il resto dello spettacolo.

Comunque nell’insieme è da vedere anche per il luogo dove viene rappresentato.

Non ho potuto vedere l’Edipo re del quale pure ho parlato nella mia conferenza, siccome ieri sera ho preso l’aereo serale per essere oggi a Brescia dove terrò una lectio su FARE IO.

Un particolare: l’aereo doveva partire da Catania alle 22, 50 ma c’erano molti ritardi ed è decollato un paio di ore dopo. Siamo arrivati che erano passare le tre e c’è voluta un’altra ora per prendere il taxi. Ero a casa solo alle quattro.

Ebbene: non sarebbe ben fatto impiegare studi, denaro e opere per rendere più vivibile l’Italia piuttosto che adoprerarsi per distruggere varie forme di vita  in Ucraina?

 

Saluti a tutti voi

Bologna 23 giugno 2022 ore 11, 03

giovanni ghiselli

 

p. s.

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[1] Cfr. Pindaro, Olimpica I, 35-53.

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