Sofocle, Edipo re
Commo. Versi 1297-1368.
Versi 1297-13012.
Il coro commisera il re in dimetri anapestici. La sciagura di Edipo è la più terribile che ai vecchi tebani sia mai toccato di vedere. Il demone balzato sul capo del figlio di Laio ha fatto un salto al di là dell'umano. La visione stessa del cieco così brutalmente sconciato è raccapricciante, tanto che il corifeo, pur volendo porgli tante domande, non riesce neanche a guardarlo. Edipo , ancora in anapesti, lamenta le proprie sciagure corrispondenti a un salto del destino suo da una vetta a un precipizio. Il coro gli fa eco con un trimetro giambico compiangendo la colossale disgrazia del re decaduto.
Traduzione dei versi 1297-1306
Coro
Oh sciagura terribile a vedersi per gli uomini
la più terribile tra tutte quante io
ho incontrato fin qui. Quale follia
o infelice ti assalì? Quale è il demone
che ha fatto un salto più grande dei grandissimi
sul tuo disgraziato destino?
Ahi ahi infelice, ma neppure posso
guardarti, pur volendo farti molte domande
e molte cose sapere, e molte osservare;
tale raccapriccio mi dai.
Commento
1297-1298-deino;n (...) deinovtaton: il coro esprime la propria costernazione davanti all'enormità della strana disgrazia cui ha assistito, con il superlativo che ripete il grado positivo amplificandolo. Molte sono le cose inquietanti nessuna è più inquietante dell'uomo dice il Coro nello squillo iniziale del primo stasimo dell’ Antigone di Sofocle:"polla; ta; deina; koujde;n -ajnqrwvpou deinovteron pevlei" vv.332-333.
Edipo è uomo che incarna la deinovth" umana al massimo grado. Ci inquieta perché riconosciamo nelle sue vicende almeno alcune delle nostre. Sofocle ne ha fatto un emblema dell’uomo con le sue grandezze e le sue miserie.
-1300 oJ phdhvsa": participio aoristo di phdavw, salto. L'immagine del salto fatale era già apparsa al v.263 di questa tragedia (ejnhvlaq j ), e tornerà nelle ultime parole del Creonte dell'Antigone:"ta; d j ejpi; krativ moi-povtmo" duskovmisto" eijshvlato", un destino insopportabile mi è saltato sul capo (vv.1345-1346).
In questo commo il verbo è eijsavllomai che indica un balzo in direzione (eij~) da fuori.
In phdavw c’è anche il senso di un sobbalzare interno.
Il daivmwn o povtmo", che poi, come sappiamo da Eraclito, è anche il carattere di ciascuno, diventa un animale feroce in agguato se l'uomo nel cui petto alligna, si trova in disaccordo con lui, ossia con se stesso. Corre il rischio di uno sbranamento da parte di una tigre interna.
-1301 meivzona: accusativo dell'oggetto interno di phdhvsa"; questo comparativo contiene una misura paradossalmente maggiore di quella del superlativo makivstwn (dorico per mhkivstwn, eteroclito di makrov") per indicare una dismisura innaturale nel carattere-destino di Edipo.
1304 ejqevlwn: ha valore concessivo. Il coro vorrebbe guardarlo e sapere, ma la visione orrenda del re sfigurato lo respinge.Cfr. il Compianto per Ignazio Sanchez Mejias di Federico Garcia Lorca "Non voglio vederlo!".
Proviamo orrore nel vedere annientata una persona che abbiamo ammirato e amato per la sua potenza vitale. Capita che se ne distolga lo sguardo.
-1306 frivkh: è un brivido ributtsnte di terrore umano e religioso: butta indietro. In Erodoto lo sente Milziade dopo avere scavalcato con un balzo il recinto sacro di Demetra Tesmoforia dell’sola di Paro, la più ricca delle Cicladi che non si arrendeva .
Allora, arrivato davanti alla cella-frivkh~ aujto;n ujpelqouvsh~-, insinuatosi in lui un brivido di terrore, tornò indietro (ojpivsw) per la medesima strada, ma nel saltare il muro si fece tanto male che in seguito la gamba gli andò in decomposizione ed egli venne a morte (VI,134-136). Questo avvenne nel 489, solo un anno dopo la battaglia epocale di Maratona vinta dallo stesso Milziade.
Anche Milziade è caduto azzoppandosi.
Bologna 3 giugno 2022 ore 10, 54
giovanni ghiselli
p. s.
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