I Lestrigoni sono gli antropofagi del X libro dell’Odissea. Nella loro terra i sentieri del giorno e della notte sono vicini (v. 86). Ci sono le notti bianche come a San Pietroburgo o in Groenlandia nelle giornate più lunghe, quando anche a Dublino c’è molta luce.
Odisseo manda due uomini e l’araldo a esplorare.
Questi tre incontrano una fanciulla gagliarda figlia del re. La ragazza mostra il palazzo del padre e i Greci vi entrarono ma trovarono una donna grande come vetta di monte- gunai`ka –eu\ron o{shn t j o[reo~ korufhvn (112- 113) e ne ebbero orrore. La gigantessa chiamò il marito che mangiò uno dei greci. Gli altri due scapparono e furono inseguiti da i Lestrigoni. Erano simili non a uomini bensì a Giganti- oujk a[ndressin ejoikovte~, ajlla; givgasin 120. I quali fecero un massacro di Greci infilandoli come pesci e portandoli via per il loro pasto crudele. Come dal Ciclope anche qui per i compagni di Odisseo c’è un banchetto dove non si mangia ma si è mangiati.
Odisseo aveva lasciato la sua nave fuori dal porto e riuscì a fuggire con i suoi marinai, gli altri vennero tutti divorati.
Anche Bloom assisterà a mangiate tremende. Intanto sta camminando e un giovanotto gli mette un volantino in mano. Legge Bloo e pensa che si completi con Bloom invece la parola intera è Blood. Blood of the Lamb 133, sangue dell’Agnello 205.
Gli vengono in mente i sacrifici umani praticati in certe religioni. God wants blood victim. Venivano attribuiti ai Cartaginesi, ma Livio racconta che dopo Canne li praticarono anche i Romani. Eschilo poi Euripide e Lucrezio raccontano quello di Ifigenia. Flaubert in Salambò narra come Amilcare riuscì a salvare Annibale sostituendolo con uno schiavetto.
A Bloom viene in mente un crocifisso luminoso con nostro signore inchiodato. Ci sarà del fosforo come a volte si vede nel baccalà. Gli piacciono le similitudini stupefacenti.
E’ la regola dello strano, del peregrino che si trova anche nella Retorica di Aristofane.
Bloom ricorda quando era sceso in cucina per andare a prendere The Malaga rains (134) uvetta di Malaga 206. Pensava alla Spagna thinking of Spain. Si tratta di Molly la bella moglie mediterranea. Before Rudy was born, prima che nascesse Rudy il figlio morto prestissimo.
Un altro pensiero sulla fosforescenza con qull’azzurrino verdastro: “Very good for the brain, ottimo per il cervello.
Poi vede la figlia di Simon Dedalus davanti alle vendite all’asta, starà cercando di vendere qualche vecchio mobile. Riconosciuta dagli occhi: gli stessi del padre. Home always breaks up when the mother goes 134, la famiglia si sfascia quando non cè più la madre.
Ricorderete che la mamma di stephen Dedalus è morta lasciando dolore e rimorso nel figlio che non si era inginocchiato sacrificando il suo orgoglio.
206. Madre sacrificata: Avevano quindici figli. E’ nella loro teologia: se no il prete non dà la confessione, l’assoluzione alla poveretta, or the priest won’t give the poor woman the confessiom the absolution.
Una mostruosità ora incredibile ma negli anni Cinquanta del Novecento usava ancora. Increase and multilply 134, crescete e moltiplicatevi 206
Loro non hanno famiglie da nutrire- No families themselves to feed. Living on the fat of land, vivono del grasso della terra. Their butteries and larders. Le loro cantine e dispense. E’ lì che fanno penitenza. Mi piacerebbe vederli fare il digiuno nero the black fast Yom Kippur, il digiuno ebraico nella seconda metà di settembre. I pretoni dunque si abbuffano. Bloom vede una bambina povera con il vestito a brandelli. Underfed she looks too, ha l’aria di essere denutrita anche. Potatoes and marge, marge and potatoes Undermines the constitution134, patate e margarina, margarina e patate. Mina l’organismo 206
Il problema della povertà e della miseria che non è stato sollevato dai giornalisti fanfaroni. Nell’Odissea tanto Nausicaa quanto Eumeo vedendo Odisseo malridotto dicono che bisogna aiutare i poveri e i supplici perhé in loro c’è Zeus.
La principessa dei Feaci, nel VI canto dell’Odissea (207-208) vuole aiutare Ulisse giunto naufrago nell’isola di Scheria e dice queste parole alle sue ancelle in fuga spaventate dall’aspetto di Odisseo sconciato dalla tempesta : “ to;n nu`n crh; komevein: pro;~ ga;r Dio;~ eijsin a[pante~-xei`noiv te ptwcoiv te, dovsi~ d j ojlivgh te fivlh te”, dobbiamo prenderci cura di questo: da Zeus infatti vengono tutti gli stranieri e i poveri, e un dono pur piccolo è caro.
Le stesse parole (Odissea, XIV, 57-59) dice Eumeo il guardiano dei porci di Itaca quando Odisseo gli si presenta travestito da mendicante irriconoscibile e il porcaio lo accoglie ospitalmente spiegandogli che non è suo costume maltrattare lo straniero (xei`non ajtimh`sai), nemmeno quando ne arriva uno kakivwn più malconcio di lui.
Bologna 6 aprile 2025 ore 10, 21 giovanni ghiselli
p. s.
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