L’intelligenza naturale, diversa da persona a persona, già per questo motivo è più complessa di quella artificiale.
In greco intelligenza si dice suvnesi~ che è capacità di cogliere i nessi, di mettere insieme-sunievnai-
Un amico mi ha fatto vedere una risposta di questa cosiddetta intelligenza artificiale a una questione non facilissima.
Il contenuto era passabile però le mancava una componente che l’intelligenza umana, quando è geniale, arriva a cogliere e rappresentare: la bellezza associata alla bontà, la kalokajgaqiva.
Questa raccoglie, mette insieme –sunivhsi- logos e pathos, ragione e affetti, orrore e bellezza, delitto e castigo, sofferenza e comprensione.
Una macchina non potrà mai mettere insieme nemmeno un verso dell’opera di Sofocle se non copiandolo o storpiandolo.
Rileggiamo la seconda antistrofe del primo stasimo dell’Antigone:
“Possedendo il ritrovato dei mestieri,/ che è un qualche sapere, oltre l'aspettativa/ora si volge al male, ora al bene,/
e le leggi della terra unendo/e degli dei la giurata giustizia/è grande nella città; bandito dalla città è quello con il quale /coesiste la negazione del bello morale-o{tw/ to; mh; kalovn xuvnesti- per la sfrontatezza./Non mi stia accanto sul focolare/né sia uno che ha il mio stesso pensiero/chi compie queste azioni" (vv. 365-375).
Il soggetto è l’uomo (333) questo prodigio -tou`to- più straordinario- deinovteron tra molte cose straordinarie.
Ecco quello che ho visto per ora e prevedo nell’intelligenza artificiale: il mh; kalovn la mancanza della bellezza associata alla bontà, una carenza esecrata da Sofocle e viceversa molto diffuso nella spietata volgarità odierna.
Bologna 10 aprile 2025 ore 11
p. s.
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