lunedì 21 aprile 2025

Joyce Ulisse ancora il VII episodio “Eolo il giornale”, decima parte. Pazzia poi maleducazione che prelude alla violenza.


Eroismo buffo. Eroismo pazzo.

 

CARA SPORCA DUBLINO 198- DEAR DIRTY DUBLIN 129

Stephen racconta al professore la storia di due donne cinquantenni che vogliono vedere Dublino dall’alto della torre di Nelson 198. They want to see the views of Dublin from the top  of Nelson’s pillar 129. Mettono da parte scellini e pence in un salvadanaio di latta rossa per pagare il biglietto. Prendono anche l’ombrello nel caso venisse a piovere. “vergini sagge” disse il professor Mac Hugh.  Wise virgins.

Quindi le due ragazze anziane comprano dell’affettato e quattro fette di pane four slices of  panloaf  e 24 susine mature- four and twenty ripe plums da una ragazza ai piedi della colonna di Nelson per controbattere la sete causata dall’affettato.

 

Joyce ama descrivere questa vita minima e ridicola fatta di piccole cose da personaggi che rasentano il demenziale. E’ il suo epos antieroico. Del resto leggendo Omero o Tucidide o i tragici greci o Shakespeare troviamo demenza e follia anche lì.

La pazzia rimbalza da un testo all’altro

Nell’Antonio e Cleopatra  di Shakespeare, la regina d’Egitto chiede aiuto al suo seguito guidato da Carmiana: Help me, my women! O he is more mad-than Telamon for his shield” (IV, 13, 1-2) aiutatemi donne mie! Oh egli è più pazzo di Aiace per il suo scudo.

 La pazzia di Aiace viene menzionata anche  in Pene d'amore perdute:  Berowne in preda a un amore as mad as Aiax (IV, 3, 7) pazzo come Aiace, cerca di resistergli per non finire ammazzato al pari di una pecora.

 

Torniamo alla mite follia delle due dublinesi

Le due signorine salgono su per la scala a chiocciola grunting, enchouraging each  other, afraid of the dark, panting 129, grugnendo, incoraggiandosi a vicenda, spaventate dal buio, ansimando, chiedendosi se hanno sempre l’affettato con sé, lodando dio e la beata Vergine, minacciando di tornare indietro threatining to come down.

Ma non lo fanno. A loro modo sono eroiche dato che la prima  caratteristica dell’eroe è non cedere mai.

 

L'eroe non fa niente che non stimi degno della sua natura:  il Pelide , cedere nescius [1],  non si lascia bloccare dalla profezia di sventura del cavallo fatato Xanto,  e gli risponde:"ouj lhvxw"[2], non cederò.

 Della definizione oraziana del Pelide si ricorda Leopardi nel Bruto Minore:" Guerra mortale, eterna, o fato indegno,/teco il prode guerreggia,/ di cedere inesperto"(vv. 38-40).

 

Due eroine non poco buffe invero. Stephen ne ricorda i nomi e il fatto che una delle due si mangia un pieduccio di porco e si scola una bottiglia di birra tutte le sere. Antitesi disse il professore accennando due volte con il capo. In qualche modo bisogna pure godere.

Vestal virgins conclude il professore, 130, vergini vestali.

Il capitolo si chiude con gli strilloni urlanti seguiti dal direttore Crawford del giornale  con il volto scarlatto scarlet face aureolato dalla paglietta.

L’eroismo buffo è sparito. Rimane solo la buffonata.

 

 

Return of Bloom 130. Il ritorno di Bloom 199.

La cattiva educazione è il prodromo di tanti crimini anche efferati.

 

Arriva Leopold Bloom senza fiato breathless, preso in mezzo a un mulinello di strilloni sfrenati e si rivolge al direttore: Mr Crawford! A moment!

Non chiede molto ma per il grande capo è già troppo.

Intanto gli strilloni gridavano: Telegraph, edizione straordinaria!

Questo giornale è l’edizione serale del Freeman.

Crawford tratta Bloom come se fosse uno sconosciuto: What is it? Che c’è? gli domanda, tirandosi indietro.

 

Atteggiamento tipico di certi capi ufficio per niente collaborativi, anzi deleteri. Ebbi un paio di presidi che quando mi presentai con tutte le credenziali in ordine per conoscerli e farmi conoscere mi dissero: “Io non l’ho fatta chiamare”. Pensate come può reagire un giovane insegnante, con quanto disgusto.

 

Colloquio col Direttore  p. 200- Iterview with the Editor p.130

Bloom tra l’altro porta la buona notizia che Mr Keyes  il capo della ditta omonima rinnoverà il contratto delle inserzioni nel giornale per due mesi.  He’ll give a renewal for two months, he says. Vorrebbe un trafiletto  sul Telegraph del pomeriggio per indirizzare l’attenzione sull’annuncio pubblicitario che paga.  Praticamente ha promesso di rinnovare. Vuole solo un poco di rilievo. Quindi Bloom pone al tirannico direttore una domanda indiscreta: “Che cosa devo dirgli?” Lo sconcio dirigente risponde: “Vuole dirgli che può baciarmi il culo?” –Will you tell him he can kiss my arse?” Mosse il braccio con enfasi e aggiunse: “Glielo dica direttamente da parte mia!”. Ultimamente una proskuvnhsi~ del genere è stata evocata dal presidente Trump.

Bloom prova a insistere ma Crawford replica: “He can kiss my royal Irish arse” 131, può baciare il mio regal culo irlandese e lo disse urlando ad altissima voce e voltando la testa. Bloom, il molto paziente -poluvtla~ cfr. Odissea, 5, 354- Ulisse irlandese, soppesava la questione e stava per sorridere ma il direttore tanghero si allontanò a passi nervosi p.201.

 

Devo commentare tanta mancanza di rispetto il cui presupposto è la totale assenza di educazione. Il passo successivo a questo degli insulti è la violenza fisica fino all’assassinio. Perciò torno a scrivere a proposito dei giovani e giovanissimi che  accoltellano arrivando al maximum scelus di uccidere perfino le compagne di classe. Nel caso dei femminicidi si tira fuori il patriarcato. Certo, questo tipo di cultura ha presentato per secoli la donna come un essere inferiore e maligno. Potrei citare decine di autori, dalla Genesi, all’Orestea di Eschilo all’apostolo Paolo, ad Agostino amplificato dal Secretum di Petrarca,  a Cesare  Pavese.

Una cultura sofferta da tante generazioni di donne e uomini, compresa la mia.

 A tale guasto si deve reagire con una educazione che valuti la donna quale essere umano, di alta umanità in molti casi. Si possono usare parole dello stesso Nuovo Testamento, espresssioni di Cristo contrapposte a quelle di Paolo per esempio.

Quando ero giovane e giravo l’Europa ho incontrato ragazze e ragazzi di paesi extraitaliani, soprattutto del nord e dell’est Europa che non avevano ricevuto un indottrinamento antifemminista ottuso, diseducativo e feroce quanto il nostro. Ora la tendenza è quella di spingere le donne a odiare gli uomini procedendo sulla strada del razzismo relativo ai generi: da una parte tutti gli uomini, dall’altra tutte le donne. Come si fa quando si vuole spingere un popolo alla guerra disumanizzando il nemico. Ognuno di noi invero è una persona con un carattere, una storia, una cultura. La parola chiave è rispetto: l’osservazione attenta del prossimo senza la pretesa di sottometterlo ma con  l’intenzione di capirlo come ciascuno cerca di capire se stesso, con la volontà e la capacità di mettersi nei panni dell’altro.

Se una donna non mi vuole, se non le piaccio, significa che non le sono congeniale e dovrò cercarne altre finché troverò quella che è l’altra metà del simbolo del  contrassegno  che sono, che siamo tutti noi dimidiati femmine e viri. Se non troviamo l’unità significa che funzioniamo meglio da soli.  Bisogna anche arrivare ad amare il proprio destino.

Dedico questo post a Sara Campanella la cui morte mi accora . Nel quotidiano “la Repubblica “ di oggi a pagina 18 c’è una sua foto che mi riempie di ammirazione. Mi sarebbe piaciuto avere una figlia siffatta. Se la prossima estate tornerò in Sicilia, quando l’aereo sorvolerà la terra del suo riposo non potrò non pensare “vale”, passando, “e ti sia lieve il suol”.

Per quanto riguarda l’ assassino di Sara, provo una grande pena pensando che deve essere una delle persone più infelici della terra. Spero che la sofferenza negli anni che lo attendono in carcere lo aiuti a comprendere.

Concludo citando Pier Paolo Pasolini: “Padre Zosima (letteratura per letteratura) ha subito saputo distinguere, tra tutti quelli che si erano ammassati nella sua cella, dimitri Karamazov, il parricida. Allora si è alzato dalla sua seggioletta ed è andato a prosternarsi davanti a lui, e l’ha fatto (come avrebbe detto più avanti al Karamazov più giovane) perché Dimitrj era destinato a fare la cosa più orribile e a sopportare il più disumano dolore”.Tale è il ragazzo che ha ucciso Sara.

 

Bologna 21 aprile 2925 ore 19, 25 giovanni ghiselli.

p. s.

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[1]Orazio, Odi , I, 6, 5- 6:" gravem /Pelidae stomachum cedere nescii ", la funesta  ira di Achille incapace di cedere. 

[2] Iliade , XIX, v. 423.

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