domenica 27 aprile 2025

Joyce Ulisse. Ottavo episodio I Lestrigoni. Il pranzo. Ottava parte. Movimenti studenteschi in tempi e luoghi diversi.


Polizia e studenti: Irlanda primi del Novecento e Italia 1968- 1977.

Bloom vede una squadra di poliziotti che marciano in fila indiana a passo d’oca 221 marching in Indian file Goose step 144.

Hanno mangiato da poco: visi congestionati. Dopo il pasto con una bella zavorra di minestrone sotto la cintura- after their feed with a good load of fat soup under their belts-144

Il destiino del poliziotto spesso è felice. Pare ironico.

Riporto qui alcuni versi di Pasolini su Valle Giulia a proposito dei contrasti ta studenti e poliziotti del 1968.

 Non li condivido in gran parte, però mi hanno fatto pensare

 

Vi odio, cari studenti

“Avete facce di figli di papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete paurosi, incerti, disperati
(benissimo) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di esser stati bambini e ragazzi,
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera,
per qualche malattia, come un uccellino;
i tanti fratelli, la casupola
tra gli orti con la salvia rossa (in terreni
altrui, lottizzati); i bassi
sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, ecc. ecc.
E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci,
con quella stoffa ruvida che puzza di rancio
fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente,
e lo stato psicologico cui sono ridotti
(per una quarantina di mille lire al mese):
senza più sorriso,
senza più amicizia col mondo,
separati,
esclusi (in una esclusione che non ha uguali);
umiliati dalla perdita della qualità di uomini
per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare).
Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all’altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi,
ai poliziotti si danno i fiori, amici”.

Una bella poesia comunque, una poesia politica che dice alcune verità ma è reticente su altre.

Noi c’eravamo e abbiamo visto anche altro non detto in questa poesia. Ricordo solo l’uccisione di Francesco Lorusso studente di nedicina ucciso in via Mascarella a Bologna con un colpo di pistola sparato da un militare l’11 marzo del 1977. Andai al suo funerale con gli studenti della mia terza liceo del Minghetti.

Ma torniamo a Joyce. Bloom passa sotto la statua di un poeta irlandese Tommy Moore,  autore di Irish Melodies (1807), posta sopra un orinatoio.

Pensa che anche le donne dovrebbero avere dei pisciatoi. Invece devono entrare nei caffè. “Per rassettarmi il cappello”, dicono.

Quindi Bloom riflette su gli scontri tra studenti e polizia. Se qualcuno cerca di farsi arrestare provocandoli lo riscaldano pesantemente  in prigione.

Devo dire che ho partecipato a diversi cortei contro la guerra nel Vietnam ma non ho mai preso botte.

Bloom aggiunge che dopotutto non si può biasimare la polizua con tutte le grane che hanno gli agenti soprattutto da giovani.

Prepotenze, non manesche ma di parole, personalmente le ho ricevute da militari  di vario grado in caserma quando ero soldato semplice laureato e già insegnante in congedo dalla scuola durante il servizio militare. Non avevo voluto fare l’ufficiale e questo gran rifiuto fatto non per viltà bensì per scelta anche ideologica mi aveva reso sospetto.

Bloom pensa ai cortei con gli slogan gridati. Uno dei nostri era:”  Auferre trucidare rapere falsis nominibus imperium, atque ubi solitudinem faciunt, pacem appellant" . Una citazione da Tacito ( Agricola, 30). Sono parole attribuite a Calgaco, il capo dei Calcedoni ribelli all’imperialismo romano.

Venne sconfitto da Agricola nell’84 d. C. presso il monte Graupio.

Noi riferivamo queste parole ai bombardamenti sul Vietnam del Nord.

 

Commenta Bloom: sciocchini: una banda di cuccioli che si fanno uscire le budella di bocca a forza di gridare. Del resto, dopo pochi anni la metà di loro magistrati e funzionari pubblici 222 Few years half of them magistrates and civil servants 145. Lo stesso percorso hanno fatto molti veri o presunti leader del nostro movimento studentesco.

 

 Se arriva alla guerra corrono a farla, gli stessi che dicevano “piuttosto il patibolo.”

Alcuni fanno il doppio gioco. Uno riscuoteva lo stipendio dal castello per il servizio segreto. Spie e informatori ci sono sempre stati. Sono i conformisti assoluti come quello di Moravia e del film di Bertolucci.

Ce ne sono ancora. Ma  quando non servono più li buttano via.

Questi  agenti in borghese corteggiano le servette, le bariste e le tabacchine.

Quindi Bloom menziona alcuni personaggi storici: Garibaldi, Parnell leader dei deputati nazionalisti irlandesi

You must have a certain fascination: Parnell 145. Si deve avere un certo fascino: Parnell 223. Con la sua azione parlamentare contribuì all’indipendenza politica dell’Irlanda realizzata del resto solo nel 1921 trenta anni dopo la sua morte.

Bologna 27 aprile 2025 ore 16, 21 giovanni ghiselli

p. s.

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