sabato 19 aprile 2025

Joyce, Ulisse. Settimo episodio Eolo. Il giornale.  Seconda  parte. Il rumore prevale sulla parola.

 

Arriva al giornale un taleWilliam Brayden uno dalla figura imponente, a stately figure,  che si dà importanza. Bloom vede il portiere in livrea 163  the liveried porter  105 che si toglie il berretto.

Seguitano i cupi tonfi dei barili di Guinness. Questo personaggio omaggiato sale le scale maestoso , pilotato da un ombrello steered by an umbrella. Un volto solenne incorniciato dalla barba a solemn bearframed face. Più è  mascherata  una persona più è priva di significato autentico.

Ora la gente per significare identità sicura e darsi un tono consulta il telefonino in continuazione. Tutti lo vogliono tutti lo cercano come si fa con il birbo Figaro.

Simon Dedalus disse: “ ha tutto il cervello nella nuca, la parte posteriore del collo. All his brains are in the nape of his neck.

Si può intuire la cattiva posizione del cervello di una persona,dalle sue pose affettate.

Torniamo al collo di Brayden

Welts of flesh behind him 105  Cordoni di carne sul retro 164.

Fat folds of neck, fat,  neck, fat, neck. Pieghe grasse del collo, grasso, collo, grasso, collo.

Le persone dalle pose ridondanti hanno addosso una quantità di carne non propria, tratta dai suini di solito.

Red Murray mormora: non le sembra che assomigli al nostro Salvatore?

Credo sia ironico. La porta  mormora a sua volta: ee: cree. E’ un ghigno sonoro. Il Salvatore dal volto ovale incorniciato dalla barba parlava nel buio del crepuscolo. Mary, Martha. Pilotato da un ombrello-spada verso il proscenio. Mario the tenor.

A Bloom viene in mente un famoso tenore di anni precedenti Giovanni Matteo detto Mario interprete dell’opera Martha, forse un maestro di Molly ragazza, forse suo amante. Umbrella sword ombrello-spada sembra un simbolo fallico.

Bloom dunque risponde a Murray che Brayden assomiglia a Mario. Murray conferma: del resto anche Mario assomigliava al Salvatore. Proprietà transitiva delle somiglianze.

Blooom ricorda le gote imbellettate di Mario e le sue gambe affusolate. Quindi gli vengono in mente alcune parole della romanza: “ M’appari tutta ardor” dell’opera Martha di von Flotow

In qualche modo c’entra Molly che c’entra sempre.

 

Il pastorale e la penna

Vedono sparire  il collo lardoso del tronfio, enfatico lardellone Brayden.

Un fattorino  del telegrafo entra, getta una busta sul banco e corre via dicendo una sola parola: “Freeman!”

E’ un messo che ha lasciato dei segni.

Infatti Bloom disse: “Well, he is one of our saviours also” 106, bene è uno dei nostri salvatori anche lui 164.

Bloom ha la disposizione dell’uomo religioso che vede dei segni sparsi tra la terra e il cielo. Si mosse  accompagnato da un mite sorriso  a meek smile accompained him.

Scese lungo scale cale oscure intronate da cupi tonfi, attraversò un corridoio di rotative rumorose come tamburi di ferro   -through a lane of claking drums- 106  ed entrò nello sgabuzzino di Nannetti il direttore commerciale 165

Questi tamburi dal suono metallico fanno pensare ai cembali o timpani o tamburelli dei riti in onore di Cibele: “:"tympana tenta tonant "

 “tamburelli tesi tuonano sotto i palmi e i cembali concavi

intorno, con il rauco suono minacciano i corni,

e il cavo flauto con frigia cadenza esalta le menti,

 Lucrezio, De rerum natura, II, 618-620).

Ma Bloom rimane almeno esteriormente quieto. Ha imparato a dominarsi.

 

L’inquinamento acustico delle macchine assordano e celano  la parola umana.

Bloom deve portare un’inserzione nell’ufficio dell’Evening telegraph  , l’edizione serale del Freeman’s Journal.

Quando arriva da Nannetti alcune persone parlano del defunto Dignam. Resoconto del funerale probabilmente.

I macchinari –machines-  rumorosi gli  fanno pensare alla morte. Se afferrano un uomo lo stritolano 165. Rule the world today 106 oggi governano il mondo 165. Il giornale  si regge sulle inserzioni pubblicitarie e sulle rubriche accessorie, non sulle notizie stantie della cronaca.

Continuano i cupi tonfi- 166- Thump, thump, thump. Se venisse un colpo a chi le fa andare e nessuno sapesse fermarle and no one knew how to stop them 107 continuerebbero a sferragliare e a stampare. Ci vogliono nervi saldi. 166.

La macchina prevaleva sull’uomo già allora.

Vediamo il piazzista Leopold  Bloom al lavoro 167 we see the canvasser at work 107

Mette l’inserzione sulla scrivania di Nannetti che annuisce con il capo. Non parlano, dato il rumore che impedisce l’ascolto.

 L’inquinamento acustico nemmeno oggi viene mai denunciato eppure danneggia molte persone ben più del caldo che anzi è benefico.

Bloom fa una richiesta di cambiamento ma c’è un fracasso infernale  167 Hell of a racket they make. e non si sa se il proto capotecnico capisce: Maybe he understands what I .107-

Oggi è di moda parlare ponunciando le parole in maniera incomprensibile.

E’ una direttiva che viene dall’alto: i servi obbediscono e la mimesi  imposta dalla moda invalsa fa il resto.

Bloom osserva l’aspetto malaticcio – la faccia giallastra del proto che deve avere un po’ di itterizia, Intanto la macchina sferraglia sferraglia. Chilometri di carta. Dove andrà a finire? A incartare carne e pacchi 167

 

Carta con parole  scritte: buona per  il gabinetto o per incartare gli sgombri

O, wrap up meat, parcels,  vari usi, mille e una cosa, varous uses, thousand and one things. 107

Pochi comprano i giornali, ancora meno ne leggono gli articoli. Oggi va peggio.

Un argomento già presente nei classici.

 

E’ il tema della cacata carta sporcata prima da parole che nessuno legge.

Cfr. Catullo, 36, 1: “Annales Volusi, cacata carta”, Annali di Volusio, carta da cesso.

Catullo torna su questo tema  nel carme 95, 8-9: at Volusi Annales Paduam morientur ad ipsam-et laxas scombris saepe dabunt tunicas” (vv. 8-9), ma gli Annali di Volusio, moriranno proprio lì nel Padovano e daranno spesso voluminosi cartocci per gli sgombri.

Il distico finale (9-10) si chiude con parole di ortodossia callimachea:" Parva mei Cinnae mihi sint cordi monumenta,/at populus tumido gaudeat Antimacho ", a me stiano a cuore i piccoli capolavori del mio Cinna, mentre il volgo si goda l'enfatico Antimaco.

Questo autore   (vissuto tra V e IV secolo) è autore di due  poemi elegiaci, Tebaide  e Lide , che Callimaco (fr.398 Pf.) definì: " pacu; gravmma kai; ouj torovn", libro grossolano e non fine".

Pensate ai libri e ai giornali che vengono pubblicizzati senza essere stati letti nemmeno da chi li presenta. Cacata carta.

 

 

Bologna 19  aprile 2025 ore 16, 24 giovanni ghiselli

 

p. s.

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