lunedì 21 aprile 2025

Joyce Ulisse ancora il VII episodio “Eolo il giornale”, nona parte.


 

 L’Ulisse di  Joyce, l’Odisseo di Omero, l’Ulisse Tennyson, l’Ulisse di Gozzano

 

 

Israele durante la cattività egiziana è paragonabile all’Irlanda oppressa nel discorso di Taylor in dìfesa del gaelico. Tuttavia tra i patriotti irlandesi non è assente l’antisemitismo come vedremo nel dodicesimo episodio Il Ciclope , la taverna.

 

Ominous for him 127 Malaugurio per lui 197

Seguitani le chiacchiere vuote di senso e di costrutto come leggiamo spesso nei giornali e sentiamo ripetere in televisione. Parole avulse dalla realtà. Finché Stephen propone di andare a bere in un pub vicino: “Posso proporre che l’assemblea si aggiorni?

O’ Madden propone una coppa di vino da un taverniere antico.

Sembrano dei goliardi, uomini immaturi.

 

Quando invece la maturità è tutto.

Gli uomini  devono sopportare/l’uscita di qui come la loro entrata./L’esser maturi è tutto (ripeness is all)”  dice Edgardo non ravvisato da suo padre  Gloster che vuole imputridire dove si trova (W. Shakespeare, King Lear, V, II, vv. 9-11).

Leopardi trova che nella sua età prevalgano persone   infantilmente insensate[1]: "Amico mio, questo secolo è un secolo di ragazzi, e i pochissimi uomini che rimangono, si debbono andare a nascondere per vergogna, come quello che camminava diritto in paese di zoppi. E questi buoni ragazzi vogliono fare in ogni cosa quello che negli altri tempi hanno fatto gli uomini, e farlo appunto da ragazzi, senza altre fatiche preparatorie"[2].

Nel Satyricon, il retore Agamennone dice: "Nunc pueri in scholis ludunt, iuvenes ridentur in foro, et quod utroque turpius est, quod quisque puer perperam didicit, in senectute confiteri non vult" (4, 4), ora i ragazzi nelle scuole giocano, da giovani adulti vengono derisi nel foro, e quello che è peggio dell'una e dell'altra cosa, è il fatto che quanto ciascuno ha imparato male, nella vecchiaia non vuole ammetterlo

 

Lenehan propone una votazione e la mozione è approvata. Si esce e si va da Mooney. Si rifiuteranno acque forti.

 

Noi da studenti si andava da Lamma verso mezzanotte ma avevamo venti anni. A ventitrè eravamo già più maturi. Era il 1968.

 

O’ Madden  disse “dai Macduff” – lay on, Macduff citando tre fra le ultime parole di Macbeth (V, 7) già vicino alla morte.

 

Sono le citazioni avulse dal contesto fatte per apparire colti. Capita di sentirle anche da studiosi seri quando dimenticano la serietà.

 

Il direttore batte un colpo sulla spalla di Stephen e dice: “Buon sangue non mente!” Questa è una battuta infantile o plebea. Quindi gli promette di pubblicare l’articolo sull’afta epizootica.

Infine si cacciò in tasca i fogli e rientrò in ufficio. 197- 128.

 

Il direttore del giornale corrisponde a Eolo il re dei venti del X canto dell’Odissea. Il regno dei venti è quello della retorica priva di realtà.

Vacant

Shuttles

Weaves the wind (T. S. Eliot, Gerontion, 28-30) , spole vuote tessono il vento

 

 

LET US HOPE 128- SPERIAMO 197

L’avvocato augura a Stephen di vivere tanto a lungo da veder pubblicato l’articolo del preside.

Il professore cita l’Eneide- Fuit Ilium (II, 325) poi Tennyson: “the sack of windy Troy (Ulisses) il sacco della procellosa Troia.

 

Voglio contestualizzare questa citazione dall’Ulisse di Tennyson.  La traduzione è di Pascoli

Much have I seen and Known: cities of men

(…)

Far on the ringing plains of windy Troy.

I am a part of all that I have met;

Molte città vidi io, molti uomini, e seppi la mente

(…)

là nel pianoro sonoro di Troia battuta dal vento.

ora io  sono una parte di quanto incontrai nella mia strada.

E’ Ulisse che parla

Anche Bloom è sempre capace di capire il prossimo, di mettersi nei panni degli altri, di tutti. E’ complice della realtà. In senso buono

 

 

Riporto sotto è la conclusione dell’Ulysses di Alfred Tennyson (1809-1892)

 tradotto da Giovanni Pascoli.

Tho’ much is taken, much abides; and tho’

We are not now that strenght which in old days

Mov’d earth and heaven, that which we are, we are:

One equal temper of heroic hearts,

Made weak by time and fate, but strong in will

To strive, to seek, to find, and not to yeld” (vv. 65-70)

“Molto perdemmo, ma molto ci resta: non siamo la forza

più che ne’ giorni lontani moveva la terra ed il cielo:

noi, s’è quello che s’è: una tempra d’eroici cuori,

sempre la stessa: affraliti dal tempo e dal fato, ma duri

sempre in lottare e cercare e trovare né cedere mai”.

Bloom è un altro che pur nella sua debolezza non cede mai, nel senso che non  si lascia snaturare e non diventa cattivo.

 

Tutt’altro personaggio è l’Ulisse di Guido Gozzano L’ipotesi (1910)

 

Guido Gozzano  ridicolizza Ulisse parodiando D’Annunzio e  Dante

: “Il re di Tempeste[3] era un tale/che diede col vivere scempio/un ben deplorevole esempio/d’infedeltà maritale,/che visse a bordo d’un yacht/toccando tra liete brigate/le spiagge più frequentate/dalle famose cocottes

(…)

Già vecchio, rivolte le vele/al tetto un giorno lasciato,/fu accolto e fu perdonato/dalla consorte fedele (…)

Poteva trascorrere i suoi/ultimi giorni sereni,/contento degli ultimi beni/come si vive tra noi (…)

Ma né dolcezza di figlio,/né lagrime, né la pietà/del padre, né il debito amore/per la sua dolce metà/gli spensero dentro l’ardore/della speranza chimerica/e volse coi tardi compagni/cercando fortuna in America (…)

Non si può vivere senza/danari, molti danari (…) Considerate, miei cari/compagni, la vostra semenza!” (L’ipotesi, vv. 11-138).  

Nell’Ulisse del XXVI canto dell’Inferno di Dante ricorda “l’orazion picciola” (v. 122) che tenne ai compagni “vecchi e tardi” come lui (v. 106) per trasmettere loro  “ l’ardore-ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto,-e delli vizi umani e del valore” (vv. 97-99).

 

 

Torniamo all’Ulisse di Joyce.

Uno strillone  poi un altro gridano: Edizione straordinaria! Le corse!

Stephen riflessivo dice: “Dublin. I have much, much to learn” Dublino, io ho molto, molto da imparare. Stephen è un Ulisside, figlio spirituale di Bloom. Entrambi come Odisseo osservano, desiderosi di imparare .

Questi sono i tre versi iniziali dell’Odissea con la presentazione del protagonista: 

 “L'uomo narrami, o Musa, versatile che molto davvero

fu costretto a errare, dopo che ebbe distrutto la sacra rocca di Troia,/

  di molti uomini vide città e conobbe la mente". La traduzione è mia.

Bologna 21 aprile 2025 ore 16, 53 giovanni ghiselli

p. s.

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[1]Al capitolo 58 ricorderemo  l'attardato bambino pargoleggiante dell’età d’argento di Esiodo.

[2] Dialogo di Tristano e di un amico (1832).  E’ una delle Operette morali delle quali l’autore scrive:"Così a scuotere la mia povera patria, e secolo, io mi troverò avere impiegato le armi del ridicolo ne' dialoghi e novelle Lucianee ch'io vo preparando"(Zibaldone , 1394) .  Al capitolo 66 citerò altre parole di Tristano all’amico.

 

[3] E’ una citazione parodica di D’Annunzio : « Odimi » io gridai/sul clamor dei cari compagni/ « odimi, o Re di tempeste !” (Maia, IV).


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