lunedì 21 aprile 2025

Joyce Ulisse ancora il VII episodio “Eolo il giornale”, ottava parte. Giornalisti "maestri"

Giornalisti latinisti: Muchibus thankibus p. 125, millibus grazibus p.192 (sic!!!)

 

 

 

ITALIA, MAGISTRA  ARTIUM

Parla l’avvocato O’ Molloy a proposito del diritto romano in contrasto con la più antica legge Mosaica, la lex talionis.

E citava il Mosé di Michelangelo, in Vaticano 191

And he cited the Moses of Michelangelo in the Vatican-124

 Invero si trova in San Pietro in Vincoli (1513-1515)

Quindi l’avvocato tirò fuori il portasigarette. Una volta c’era chi dava importanza a tal gesto, anzi credeva di dare importanza a se stesso: fumatore assorto= pensatore. Uomo riflessivo ma un  duro che sa quello che vuole, tipo Hunprey Bogart. Non ho mai fumato e ne venivo deriso.

Il fattorino tirò fuori un fiammifero e gli accese pensosamente il sigaro.

 

Riprende a parlare l’avvocato O’ Molloy, plasmando le parole con pretesa di critico d’arte.

 

A POLISHED PERIOD 125 UN PERIODO TORNITO 192

“Quell’effigie marmorea in musica raggelata, cornuta e terribile”

That stony effigy in frozen music, horned and terrible

Parla con enfasi, a vanvera del Mosé di Michelangelo, “quell’eterno simbolo di saggezza e profezia che, se mai cosa spiritualmente trasfigurata o trasfigurante operata nel marmo dalla fantasia o dalla mano di scultore meriti di vivere, merita di vivere, deserves to live.

La sua mano  affilata accompagnava le parole ondeggiando with a wave.

Un modo di darsi importanza tuttora molto diffuso soprattutto tra i falliti che magari ricevono un posticino di servizio nell’angolo di un palcoscenico. Ne vediamo tanti ondeggiare e sproloquiare.

Il direttore Crawford  disse subito: Bello! Fine!

The divine afflatus, l’afflato divino, rincarò il giornalista O’ Madden 

Stephen non parla e l’avvocato domanda: “Le piace?”

Stephen arrossì- blushed- accarezzato dalla grazia dell’eloquio e del gesto. Probabilmente una considerazione dell’avvocato che offrì una sigaretta al direttore. Il giornalista sportivo Lenehan accese le sigarette e colse il suo trofeo dicendo Muchibus thankibus 125, millibus grazibus. 192

Sono quelli che si danno importanza facendo credere che conoscono il latino o il  greco ma non se ne curano magari storpiandolo di proposito per apparire graziosi. Ma c’è anche chi lo sbaglia come un conduttore televisivo, tal Mirabella,  che un giorno disse: “homines dum docunt (sic!) discunt”.

Una volta quel maestro di color che sanno che è Corrado Augias scrisse nel quotidiano la Repubblica che l’annientamento delle legioni di Varo fatte a pezzi dai Germani  di Arminio nella selva di Teutoburgo  avvenne nel 9 avanti Cristo invece che dopo Cristo quando Augusto era già vecchio.

Si può sbagliare, per carità, ma poi bisogna accorgersene, correggersi e scusarsene. Così ha fatto Barbero quando in una trasmissione ha detto che la maschera di Agamennone è stata trovata a Troia ma dopo qualche minuto ha corretto l’errore con Micene. Succede anche a me quando parlo a lungo e mi stanco. Però non manco mai di scusarmi e correggermi appena me ne accorgo.

Non si è mai scusato invece il celeberrimo e celebratissimo Benigni del falso storico,  voluto per servilismo, secondo il quale ai campi di sterminio nazisti posero fine gli Americani. La benemerenza storica russa della battaglia di Stalingrado che nel febbraio del 1943  invertì le sorti della guerra fermando e respingendo indietro i nazisti, oggi è taciuta e misconosciuta mentre non è mai stata obliterata quella degli Ateniesi che a Maratona (490) e  Salamina (480)  sconfissero, fermarono e respinsero gli invasori persiani. Battaglie epocali degne di ricordo.

 

 A Man of hugh moral 125. Un uomo dal morale elevato 192

L’avvocato domanda a Stephen che cosa pensi della truppa ermetica, dei poeti dai silenzi opalini, poi dell’arcimistico. Il ragazzo non risponde: è poco interessato.

Seguono dei pettegolezzi.

 

Gli ermetici a me non sono mai piaciuti. Io sono per la chiarezza omerica che tira fuori la luce dal fumo, sono per il realismo greco, per l’arte diretta al popolo come era quella dei drammaturghi greci. L’Ermetismo secondo me  è antidemocratico perché esclude il popolo dalla comprensione.

 

Il professor Mac Hugh respinge il portasigarette. Quindi ricorda la più bella esibizione oratoria che parlò in difesa della reviviscenza del gaelico 103 advocating the revival of the Irish tongue 125

 

In Italia Manzoni aveva codificato la lingua media scritta con il suo romanzo scritto bene.

La televisione nella seconda parte del Novecento aveva insegnato a quasi tutti la lingua media parlata.

Quando feci il servizio militare nel 1971 da soldato semplice, voglio dire in mezzo a tanti ventenni di ogni regione d’Italia, ci capivamo benissimo nella koinh; diavlekto~ invalsa.

Negli ultimi anni il provincialismo e l’individualismo ijdiwvth~  hanno portato ognuno al proprio idiotismo linguistico. Non ci capiamo più. La lingua comune viene violentata ogni giorno e partorisce dei mostriciattoli linguistici quali gli acronimi diffusi ovunque perché la piazza non capisca gli imbrogli del palazzo.

 

Ma torniamo nella Dublino di Joyce

Prima parla un giudice , un  oratore consumato 193 it was the speech of a finished orator 126 pieno di altera cortesia che comunque riversava contumelie sui giovani del movimento nuovo.

A costui replicò Taylor che improvvisava. That he has prepared his speech I do not believe. Non c’era nemmeno uno stenografo in sala. Era appena uscito dal letto. Aveva un’aria trasandata. Sembrava un moribondo senza che lo fosse- he looked (though he was not) a dying man.

 

E’ lo stile della sui neglegentia non poche volte attribuito in letteratura a personaggi eleganti come fa Tacito con Petronio, o Parini con il suo giovin signore. E’ l’artificio negligente, o la negligenza artificiosa. A me piace.

 

Quindi il professore riferisce delle frasi del discorso di Taylor che critica il precedente oratore: si rivolgeva ai giovani irlandesi come faceva un sacerdote dell’antico Egiitto con il giovane Mosé.  Parole piene di alterigia e orgoglio.

Il grande sacerdote  egizio dunque diceva: “Perché voi ebrei non volete accettare la nostra cultura, religione, lingua? Siete solo una tribù di pastori nomadi- 195 you are a tribe of nomad herdsmen 127, we are a mighty people, mentre  noi siamo un popolo potente. Abbiamo una letteratura, un sacerdozio, un storia secolare e una costituzione and a polity.

Voi pregate un idolo locale e oscuro noi abbiamo templi con Iside, Oside, Oro e Ammone Ra.

 

Apuleio  con il suo romanzo avverte che una vita senza Iside è  vita da asino.

 

Taylor seguita con questo discorso antisemita attribuito al gran sacerdote egiziano ed equiparato alle osservazioni dirette ai giovani irlandesi dall’oratore precedente.

A un tratto un sordo rutto di fame interruppe il  discorso di questo  oratore affamato.

Ma subito dopo riprese a parlare dicendo che se Mosé avesse chinato testa, volontà e spirito  before that arrogant admonitum 127 davanti a quel monito arrogante 195  non avrebbe mai portato  the chosen people, il popolo eletto, fuori dalla schiavitù e non avrebbe mai parlato con l’Eterno in mezzo alle folgori sulla vetta del Sinai né sarebbe disceso portando tra le braccia le tavole della legge incise nella lingua dei fuorilegge 196 bearing in his arms the tables of law, graven in the language of the outlaw 127

Aveva finito e li guardava, gustando il silenzio 196. He ceased and looked at them , enjoying silence 127

 

Bologna 21 aprile 2025 ore 11, 09 giovanni ghiselli

p. s

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