Il naufragio è dappertutto. L’inquinamento.
Dedalus si stese supino sulle rocce acuminate over the sharp rocks 45, ficcandosi in tasca il biglietto scribacchiato e la matita con il cappello abbassato sugli occhi 68. L’aspirante scrittore si comporta da martire, da fachio o da masochista stendendosi sulle rocce acuminate. Gli strumenti per scrivere altro: biglietto e matita sono stipati in tasca, come dire: non finisce qui.
Il cappello è calato sugli occhi perché la visione diventi solo mentale.
Tiresia cieco vede meglio di Edipo il quale accrescerà la visione profonda cavandosi gli occhi. Imparerà ad ascoltare giunto a Colono (Sofocle, Edipo a Colono: " fwnh'/ ga;r oJrw'- v. 138- Alla voce, vedo" (v. 138).
Sabbath sleep riposo sabbatico. Questo però non esime dal ricordare i testi base : Et vidit Deus. Et erant valde bona. Sono parole di Dio a proposito del creato Genesi (I).
Dio è il primo artista e Daedalus è il primo tra gli artisti umani.
Daedala è la terra, tellus, in Lucrezio (De rerum natura, I, 6) , la madre di tutti.
Il ragazzo eponimo del romanzo Dedalus (1916) “non aveva desiderio di giocare. Aveva desiderio di incontrare nel mondo reale l’immagine incorporea che la sua anima contemplava tanto costantemente” (Joyce, Dedalus, p. 73). Metafisica concreta direbbe Massimo Cacciari.
Il giovane che aspira alla bellezza costituita da interezza, armonia e splendore la cerca nell’epifania delle idèe.
“San Tommaso dice: “Ad pulchritudinem tria requiruntur: integritas consonantia, claritas” (Dedalus p. 258).
“L’ora di Pan, il faunesco meriggio”p. 69 Pan’s hour , the faunal noon 45
Il pomeriggio di un fauno è un poemetto di Mallarmé musicato da Debussy. Non lo conosco.
In vece riporto l’Ode a Fauno di Orazio
Fauno, amante di Ninfe che corrono via,
procedi leggero attraverso i confini
delle campagne mie soleggiate e astieniti benigno
dalle creature piccole
se il capretto tenero cade alla fine dell'anno
e non manca al compagno di Venere il vino
abbondante del cratere, e l'ara vetusta fuma
con molto odore.
gioca l'intero gregge sul piano erboso
quando ritorna il tuo cinque dicembre
e il borgo in festa sta libero sui prati
col bue in ozio;
tra gli agnelli intrepidi passa il lupo,
la selva stende le foglie agresti per te,
lo zappatore gioisce di aver battuto tre volte
col piede l'odiata terra. III, 18.
Fauno esige dei sacrifici, come l’amore e l’arte. Dopo, si può festeggiare
Quindi Stephen osserva le alghe: “Sotto la marea montante vide le alghe contorte sollevare languidamente e ondulare braccia riluttanti alzando le gonnelle 69. Under the upewelling tide he saw the writhing weeds lift languidly and sway reluctant arms, hising up their petticoats” 45.
Una presenza assidua in questo romanzo è quella della donna. Anche per questo mi piace.
Con il prossimo capitolo e l’ingresso di Ulisse-Bloom e di sua moglie Molly, una Penelope infedele, tale presenza dilagherà. Questo giovane è troppo immerso nella letteratura per conoscere donne reali. Anche la madre gli è morta lasciandogli il rimorso.
Segue una citazione da Sant’Ambrogio tratta dal commento all’Epistola di San Paolo ai Romani: “diebus ac noctibus iniurias patiens ingemiscit”. Il testo della Lettera di Paolo fa: “scimus enim quod omnis creatura ingemiscit” (8, 22)
Lo commento con un verso dell’Eneide: “:"sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt" (Eneide, I, 462), ci sono lacrime per le sventure e le vicende mortali toccano il cuore.
Torniamo all’Ulisse di Joyce. Segue una citazione della Tempesta di Shakespeare: “ Full fathom five thy father lies” 46, ad almeno cinque tese tuo padre giace 70.
E’ il v. 399 di The Tempest (I, 2)
Ancora la morte per acqua: “At one he said. Found drowned” 46All’una disse. Rinvenuto annegato 70.
Del resto il naufragio è dappertutto se fai bene i conti, come si legge nel Satyricon: “Si bene calculum ponas, ubique naufragium est ",115, 17)
High water at Dublin bar (46) alta marea alla barra di Dublino.70
“Un cadavere che sorge biancosalino dalla risacca, ballonzolando verso terra”, a corpse rising saltwhite from the undertow, bobbing landward.
Sacco di gas cadaverici, un fradiciume salmastro.
Non manca il tema dell’inquinamento in questo romanzo.
Non solo il naufragio ma anche la morte è dappertutto.
Aliti morti io vivente respiro, calco morta polvere, divoro i rifiuti urinosi di tutti i morti 70, Dead breaths I living breathe, tread dead dust, devour a urinous offal from all dead” 46
Ma un’altra citazione da La tempesta allude a una possibile resurrezione: “Trasformazione marina questa70, a seachange this 46
Riferisco la canzone di Ariele
:"Full fathom five thy father lies/Of his bones are coral made;/Those are pearls that were his eyes:/Nothing of him that doth fade,/But doth soffer a sea-change/Into something rich and strange/ Sea –nymphs hourly ring his knell " (The Tempest , I, 2, 399-405), tuo padre giace ad almeno cinque tese,
delle sue ossa si sono formati coralli, sono perle quelli che furono I suoi occhi, nulla in lui scompare ma subisce un cambiamento marino in qualche cosa di ricco e strano. Le ninfe marine suonano la loro campana a ogni ora.
Morte marina, la più mite di tutte le morti conosciute all’uomo 70-
Seadeath, mildest of all deaths known to man 46
Old father Ocean, vecchio padre Oceano.
Breve excursus: Oceano nei Greci
Tra I Greci Erodoto di fatto nega l’esistenza di Oceano.
Nel secondo libro lo storiografo di Alicarnasso scrive: colui che ha parlato dell'Oceano ("oj de; peri; tou' jWkeavnou levxa"", con riferimento a Ecateo) e ha portato il discorso su cose oscure, non merita nemmeno confutazione; io infatti non so che ci sia un fiume Oceano ("ouj gavr tina oi\da potamo;n jWkeano;n ejovnta", II, 23), ma credo che Omero o qualcun altro dei poeti vissuti prima di lui abbia inventato il nome e l'abbia introdotto nella poesia.
Nell'Iliade Efesto completa lo scudo di Achille, raffigurando sulla sua parte più esterna la grande potenza del fiume Oceano ("potamoi'o mevga sqevno" jWkeanoi'o", XVIII, 606) che cinge la terra.
Per quanto riguarda la poesia vicina a Erodoto, ricordo che nel Prometeo incatenato di Eschilo il Titano chiama le Oceanine: figlie del padre Oceano che si avvolge intorno a tutta la terra con corrente instancabile ("tou' peri; pa'savn q j eijlissomevnou-cqon j ajkoimhvtw/ Jreuvmati pai'de"-patro;" jWkeanou'", vv. 138-140).
Del resto ancora Foscolo nel carme Dei Sepolcri connette la poesia omerica all'Oceano che abbraccia le terre:"Il sacro vate,/placando quelle afflitte alme col canto,/ i prenci argivi eternerà per quante/abbraccia terre il gran padre Oceàno"(vv. 288-291).
L’idea universalistica dell’abbraccio dell’Oceano rifiutata da Erodoto tornò con Alessandro Magno.
Dedalus vuole dirigersi verso occidente, verso l’Oceano.
Quindi “afferra l’elsa del bastone, accennando qualche finta, gingillandosi ancora”. I solitari si atteggiano e recitano spesso provando la propria parte nell’attesa del pubblico che li osserverà e magari applaudirà. “Sì l’occaso si troverà in me, fuori di me”. Assume una dimensione urania.
Ogni giorno ha la sua fine All days make their end. Martedì sarà il giorno più lungo Tuesday will be the longest day.
I solstizi e le stagioni mentite
Il giorno più lungo porta tristezza perché significa la fine della crescita della luce. Il mercoledì successivo dunque inizierà la decadenza dell’estate.
E’ così, anche se ti prendono per pazzo quando lo dici, ma questa pazzia è più saggia e reale della menzogna inculcata dai furfanti agli sciocchi, bugia secondo la quale il 21 giugno inizia l’estate. Di fatto comincia l’autunno, prelude alla tristezza mortale di agosto quando i poveri vanno in vacanza che deve terminare presto perché è già autunno appunto.
Sentiamo T. Mann. Hans spiega al cugino la beffa per cui dal 21 dicembre le giornate si allungano e si parla di principio dell’inverno e al contrario il 21 giugno si parla di inizio dell’estate mentre si va verso l’inverno. “E’ come se un burlone avesse arrangiato le cose in modo da far cominciare la primavera all’inizio dell’inverno e l’autunno all’inizio dell’estate” ( La montagna incantata, Sesto capitolo, Ancora qualcuno, p. 547)
Tristezza dunque: “I miei denti sono molto guasti71. My teeth are very bad 46. Anche questo se ne sta andando. Gusci vuoti That one is going too. Shells. Dovrei andare dal dentista Ought I go to a dentist . Sdentato il superomo.
Non ha il fazzoletto. La mano frugò nelle tasche. Meglio comprarne uno 71. Better buy one. 46
Fa parte del suo ruolo di artista giovane: genio e sregolatezza.
Io sono un vecchio, non so se artista ma vecchio di sicuro, eppure vivo e vivo ancora così. E così sia. Intelligente-deficiente mi definiva una zia. Intelligente a scuola, altrove deficiente o imprudente secondo un’altra zia. Le donne ti stimolano. Tutte. Ho passato anni adoperandomi per far prevalere l’intelligenza sulla deficienza, poi altri anni ancora per recuperare, valutare e apprezzare anche le mie deficienze. In questo aiutato dalle amanti, quelle di grande formato, quelle della mia levatura. Elena in primis.
Ma vediamo la fine del capitolo
Dedalus depose su un ripiano di roccia il moccio secco the dry snor che si era cavato dal naso, con cura. Guardi pure chi vuole. Girò il volto su una spalla71. he turned his face over a shoulder 47 retro riguardante.
Vide nel mare barche a vela dirette al porto, silenziose controcorrente upstream. Anche le navi. Osare l’inattuale, l’inconsueto. A costo di essere postumi.
La Telemachia è finita. La prossima volta troveremo Leopold Bloom e sua moglie Molly. Poi una gattina e Millyna sciocchina, bellina.
Bologna 13 aprile 2025 ore 17, 39 giovanni ghiselli
p. s.
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