Continua il flusso di coscienza stream of consciousness- di Dedalus.
Torno indietro a una pagina precedente saltata per errore.
Oscuramente sono là dietro questa luce 67. Letto in questa traduzione si potrebbe pensare io sono.
Ma in inglese il soggetto è they, dunque è plurale: esse, forse le stelle
Darkly they are behind this light 44 .
E questa luce magari potrebbe essere quella della luna come nel frammento 4D di Saffo
"Le stelle intorno alla bella luna
nascondono di nuovo l'immagine lucente,
quando, piena, splende al massimo
su tutta la terra
...e si inargenta"[1].
Questo nel cielo.
Sulla spiaggia invece sotto le stelle c’è un augure straccione: “Me seduto là con la verga augurale di frassino, con sandali presi a prestito- in borrowed sandals-, di giorno presso un mare livido by day besid a livid sea- , incontemplato, nella notte violacea a passeggio sotto un reame di stelle misteriose- walking beneath a reign of uncouth stars” 67-44.
Quello che rimane di interessante, quasi di promettente in siffatta situazione di solitudine e miseria è il mistero dell’universo che luccica attraverso le stelle, le “vaghe stelle dell’Orsa” contemplate da Leopardi “sul paterno giardino scintillanti” mentre il poeta passa gli anni a Recanati “abbandonato, occulto,/senz’amor, senza vita” (Le ricordanze v. 1, v. 3, vv. 38-39)
Stephen non ha nemmeno dei sandali propri e osserva il delta di Cassiopea invece delle stelle dell’ Orsa.
Delta è una stella gigante di questa costellazione ma la lettera minuscola può far pensare a una parte del corpo femminile. Nella mitologia greca Cassiopea era la madre di Andromeda incatenata a una rupe per l’arrogante presunzione della genitrice. La figlia poi fu salvata da Perseo.
Aristofane ricorda questo mito deformandolo in chiave comica nelle Tesmoforiazuse dove il personaggio Euripide si camuffa da Perseo per liberare il suo parente che legato dalle donne si trasforma in Andromeda. Il mito e i suoi eroi possono essere impiegati in vari ruoli dalla letteratura.
Ripeto quanto già ricordato sui dubbi di Dedalus: “Chi mi vede qui? Chi mai dove che sia leggerà queste parole scritte ? Segni in campo bianco”67
“Who watches me here? Who ever anywhere will read these written words? Signs on a white field ”44. Lo scrittore nella fase iniziale, dell’apprendistato ha questo tremore e terrore. Ma se ha dentro il fuoco, la maniva artistica simile a quella della profetessa o dell’innamorato, non cederà.
Seguono parole già citate sopra. Le ripeto qui
Voi trovate oscure le mie parole. L’oscurità è nelle vostre anime, non vi pare? Più flautata. Le nostre anime ferite di vergogna per i nostri peccati, si avvinghiano a noi ancor più, una donna avvinghiata al suo amante, tanto più quanto più” 68
You find my words dark. Darkness is in our souls, do you not think? Flutier. Our souls, shame wounded by our sins, cling to us yet more, a women to her lover clinging, the more the more 44. Aggiungo qualche parola al commento.
Le parole oscure rappresentano l’oscurità del mondo e la difficoltà se non anche l’impossibilità di trovarci una chiarezza spiegabile con la ragione con un lovgo~ privo di mu`qo~. Non sarebbe realistico né reale.
Tieni duro 68 dice poi a se stesso - Hold hard 44.
E’ quanto dice anche l’eroe Achille. Fa parte dell’identità eroica: l’eroe è “di cedere inesperto”
Il Pelide , cedere nescius [2], non si lascia bloccare dalla profezia di sventura del cavallo fatato Xanto, e gli risponde:"ouj lhvxw"[3], non cederò.
Ora procediamo.
A Dedalus vengono in mente delle ragazze. Quando siamo ragazzi il mito si incarna nelle fanciulle. Lo richiede la specie.
“She, she, she. What she? The virgin at Hodges Figgi’s window on Monday looking in for one of the alphabet books you were going to write. Keen glance you gave here” 45 Lei, lei, lei. Quale lei? La vergine nella vetrina di Hodges Figgis lunedì in cerca di uno di quei libri alfabetici che tu dovevi scrivere. Che occhiata penetrante le hai dato 68.
Chi ha l’anima artistica cerca la donna che lo ispiri, lo spinga a scrivere.
Allora lei deve essere una che voglia leggere.
Se tu scrivi e la donna non ti legge non fa per te. Né tu fai per lei. Come se parli e non ti ascolta.
La donna prediletta è un daivmwn, un tramite tra l’artista e il suo capolavoro
L’occhiata penetrante keen glance è metaforica. Vorrebbe penetrare nel mistero, nei pensieri e nel corpo della donna.
Dedalus poi si incoraggia: è necessario quando l’approccio è difficile.
Bisogna pensare che è possibile “Stevie: a pickmeup” 45, Stefanello: un tipetto abbordabile, cordiale 68.
Quante volte ce lo siamo detto. Tante volte i fatti non hanno realizzato queste parole. C’entra anche l’età: Dedalus è troppo giovane per fare centro. A me è andata bene tra i 25 e i 70. molto bene fino a 51. Poi sempre meno bene. Ma si spera sempre: hold hard. Si spera nella stramba affascinata dal genio. Picasso.
Se non c’è verso si ricorre al tentativo opposto di svalutare la donna per assimilarla alla propria pochezza rendendo plausibili le nostre brame.
“Scommetterei che porta quel busto reggicalze castigo di Dio e calze gialle and yellow stockings 45, rammendate con lana bozzolosa”68
E’ comunque un pensiero lascivo.
Di che colore hai le calze? E le mutande tesoro?
Infatti: Touch me. Soft eyes. Soft soft soft hand. I am lonely here. O, touch me soon, now. What is that word known to all men? I am quiet here alone. Sad too. Touch, touch me” 45 Toccami. Occhi teneri. Tenera, tenera, tenera mano. Sono solo qui. O, toccami presto, ora. Qual è quella parola nota a tutti gli uomini? Sono tranquillo qui solo. Triste anche. Tocca, tocca me.
La parola porebbe essere mentula o cunnus –il latino è anche la lingua del pudore. O una sua metafora : amor: “amor omnibus idem”, Virgilio, Georgica III, 244.
“Omnia vincit Amor, et nos cedamus amori”, Bucolica X, 69.
Il poeta augusteo Virgilio non sempre asservito al potere.
Studiate il latino ragazze e ragazzi. E’ la lingua dell’amore. Chi conosce gli autori greci e latini, chi li ha capiti e assimilati non ammazza le ragazze. Nemmeno chi legge e comprende Joyce. Non è facile da leggersi ma dà delle soddisfazioni
Bologna 13 aprile 2023 ore 16, 57. giovanni ghiselli
p. s.
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[1]Un rapporto così forte e umano con la natura è riscontrabile, tra i moderni, oltre che in Leopardi, in D'Annunzio dal quale(La sera fiesolana , 5- 6:" su l'alta scala che s'annera/contro il fusto che s'inargenta") , non per caso, traducendo Saffo abbiamo preso l'ultimo verbo, e in Hermann Hesse che in Peter Camezind (p.12) scrive:"Le montagne, il lago, le tempeste e il sole erano i miei educatori e amici, che per molto tempo mi furono più cari e noti degli uomini e del loro destino".
[2]Orazio, Odi , I, 6, 5- 6:" gravem /Pelidae stomachum cedere nescii ", la funesta ira di Achille incapace di cedere.
[3] Iliade , XIX, v. 423.
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