lunedì 20 luglio 2020

Debrecen 1976. 4. L’amore come procreazione nel bello. Il debutto nell’Ellade


L’amore come procreazione nel bello. Il debutto nell’Ellade

Subito dopo il 20 agosto tornai in Italia e ripresi a studiare dalla mattina alla sera i miei classici. In ottobre fui sistemato nel liceo Minghetti di Bologna dove il preside gentiluomo Piero Cazzani mi aiutò a imparare l’arte dell’educatore. Nei ritagli di tempo nei quali mi permettevo di non studiare, scampoli davvero esigui poiché volevo conquistare anche gli allievi di questo istituto, cercavo una donna dotata di mente, e siccome a un’azione sbagliata ne succede spesso un’altra errata dalla parte opposta, mi innamorai di una collega dall’aspetto poco attraente per i miei gusti.
Non potevo trasmetterle il desiderio che non sentivo. Su questo le donne non si sbagliano: del resto simulare il pathos erotico è quasi impossibile, del tutto impossibile per me. Un dialogo c’era tra noi, ma questo non toccava mai la sostanza dei problemi né andava fino al fondo degli argomenti, come succede quando si parlano due giovani in cerca di quell’amore che tra loro non c’è. Così prima della fine dell’anno smettemmo di frequentarci, e io nel dolore compresi che l’attrazione dei corpi non è meno importante di quella spirituale.
Se manca la prima, ciascuno dei due interlocutori guarda l’altro con una luce fredda e ferrigna negli occhi

La professoressa delle cose amorose, Diotima, insegna che Amore è la tendenza a possedere il bene per sempre (206 a) e vuole la procreazione nel bello secondo l'anima e secondo il corpo: "tovko" ejn kalw'/ kai; kata; to; sw'ma kai; kata; th;n yuchvn" (Platone, Simposio, 206 b). Per il tovko" ci vuole la bellezza che è Moira e Levatrice nella procreazione.

Nel luglio del 1977 andai per la prima volta in Grecia.
Ero con Fulvio, già diventato il mio migliore amico, lo spirito dei viaggi che facevamo insieme, l’occhio della strada che ora mi manca - poqevw ojfqalmo;n th`" oJdou`. 
Quel debutto nell’Ellade invero non andò benissimo: a San Benedetto del Tronto caddi dalla bicicletta e mi ruppi una costola. Proseguii fino a Termoli ma là dovetti lasciare la bici e seguitare con mezzi pubblici. Guardavo con invidia e ammirazione i balestrucci sfrecciare nel cielo.

giovanni ghiselli

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