sabato 4 luglio 2020

Consigli per l'esame di maturità. Parte 40. La transvalutazione lessicale. Prima parte


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La transvalutazione lessicale. Prima parte

Argomenti
La transvalutazione lessicale. Tucidide e la guerra civile. Sallustio e il Bellum CatilinaeTovlma e audacia. La Fedra (honesta quaedam scelera successus facit) e l’Hercules furens di Seneca. Lady Macduff del Macbeth di Shakespeare e la Pharsalia di Lucano.
 Petronio e la critica d’arte. Tacito e Giovenale. “Moderato” e “deregulation” Due romanzi di uno scrittore cinese. Wortwandel ist Kulturwandel und Seelenwandel, mutamento del significato delle parole è mutamento della cultura e mutamento dell’anima[1].

Un fenomeno importante e funzionale al fissaggio dei vocaboli nella memoria è la transvalutazione lessicale: parole come audacia e tovlma cambiano significato durante le guerre civili[2].
Nei conflitti interni molti valori si capovolgono: lo afferma Tucidide a proposito della stavsi" di Corcira[3], quando ci fu una tranvalutazione generale e le stesse parole cambiarono il loro significato originario:"Kai; th;n eijwqui'an ajxivwsin tw`n ojnomavtwn ej" ta; e[rga ajnthvllaxan th'/ dikaiwvsei. Tovlma me;n ga;r ajlovgisto" ajndreiva filevtairo" ejnomivsqh" (III, 82, 4), e cambiarono arbitrariamente l'usuale valore delle parole in rapporto ai fatti. Infatti l'audacia irrazionale fu considerata coraggio devoto ai compagni di partito.

Queste parole sono commentate da Montaigne nel capitolo XXIII[4] dei Saggi: "Si leggono nelle nostre stesse leggi, fatte per rimediare a quel primo male[5], l'insegnamento e la giustificazione di ogni sorta di cattive imprese; e ci accade quel che Tucidide narra delle guerre civili del suo tempo che per favorire i pubblici vizi li battezzavano con nuovi nomi più dolci, per scusarli, temperando e ingentilendo la loro vera qualità"[6].
"Le lotte civili degli anni 427 - 425 a Corcira rappresentano, a giudizio di Tucidide, un salto di qualità nella storia della lotta e della violenza politica in Grecia: la sequenza dei fatti è presentata intenzionalmente, nelle sue pagine, con le espressioni e i toni della patologia"[7].

"Un'audacia " ajlovgisto"" prende il nome di coraggio, la prudenza si chiama pigrizia, la moderazione viltà, il legame di setta viene prima di quello di sangue, e il giuramento non viene prestato in nome delle leggi divine, bensì per violare le umane. Sinistro carnevale, mondo a rovescio, in cui è necessario lottare con ogni mezzo per superarsi e in cui nessuna neutralità è ammessa. Così appare, a Corcira, per la prima volta tra gli Elleni, la più feroce di tutte le guerre (Tucidide, III, 82 - 84)"[8].

Il significato negativo di tovlma si vede bene nel primo Stasimo dell'Antigone quando il Coro afferma: "bandito dalla città (a[poli" ) è quello con il quale /coesiste la negazione del bello (to; mh; kalovn), per la sfrontatezza (tovlma" cavrin, vv. 370 - 371).

 Nel Bellum Catilinae di Sallustio, Catone , parlando in senato dopo e contro Cesare, il quale aveva chiesto di punire i congiurati "solo" confiscando i loro beni e tenendoli prigionieri in catene nei municipi, denuncia questo cambiamento del valore delle parole:"iam pridem equidem nos vera vocabula rerum amisimus: quia bona aliena largiri liberalitas, malarum rerum audacia fortitudo vocatur, eo res publica in extremo sita est " (52, 11), già da tempo veramente abbiamo perduto la verità nel nominare le cose: poiché essere prodighi dei beni altrui si chiama liberalità, l'audacia nel male, coraggio, perciò la repubblica è ridotta allo stremo.

Nell'Hercules furens Megara denuncia questo criterio:"prosperum ac felix scelus/virtus vocatur" (vv. 251 - 252), il delitto utile e fortunato si chiama virtù. 
Nella Pharsalia di Lucano è il potere delle armi rabbiose che porta a questa trasfigurazione delle parole:"Imminet armorum rabies, ferrique potestas/confundet ius omne manu, scelerique nefando/nomen erit virtus, multosque exībit in annos/hic furor" (I, 666 - 669), incombe la rabbia delle armi, e il potere del ferro sfigurerà ogni diritto con la violenza, e virtù sarà il nome di delitti nefandi, e questo furore durerà molti anni.

 E ancora: nel Macbeth di Shakespeare la moglie di Macduff viene invitata a fuggire da un messaggero, prima che arrivino i sicari del tiranno, e risponde: “Whither should I fly? - I have done no harm. But I remember now. - I am in this earthly world where to do harm - is often laudable; to do good, sometime - accounted dangerous folly” (IV, 2), dove dovrei scappare? Io non ho fatto del male. Ma ora ricordo. Io sono in questo basso mondo dove fare il male è spesso lodevole; fare il bene, talora è considerata pericolosa follia.

L’ audacia attribuita ai Catilinari è una forma di estremismo, termine che oggi suona altrettanto male. Nella prima Catilinaria Cicerone attacca il nemico attribuendogli piani e intenti eversivi:"quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? " (I, 1, 1), fino a quale estremo si lancerà l'estremismo scatenato?

giovanni ghiselli


[1] Leo Spitzer, Critica stilistica e storia del linguaggio, trad. it. 1954, p. 75.
[2] Cfr. Il mio La donna abbandonata, p. 183.
[3] 427 - 425 a. C.
[4] Della consuetudine e del non cambiar facilmente una legge accolta.
[5] Le prime faziosità (n.d. r.).
[6] Montaigne, Saggi (del 1585), p. 156.
[7] D. Musti, Storia greca , p. 411.
[8] M. Cacciari, Geofilosofia dell'Europa, pp. 42 - 43.

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