martedì 14 luglio 2020

La prossima conferenza: Fëdor Dostoevskij. Dodicesima parte

Argomenti
Raskolnikov e il giudice istruttore. Il relativismo inquisitorio
Luzin e il radical-nichilista Andrej

Il giorno dopo R va in commissariato e chiede di Porfirij Petrovic che detestava
L’inquisitore lo fa entrare nel suo ufficio chiamandolo carissimo e bátjuška tout court.
R nota che P gli ha teso entrambe le mani ma non ne ha stretta nemmeno una. R era diffidente.
 P si muoveva su e giù, e la sua piccola figura pienotta e tondeggiante sembrava una palla che rotolasse in tutte le direzioni.
P provoca  R che risponde sfidandolo: “c’è una prassi giudiziaria di cui si avvalgono gli inquirenti: consiste nel partire da lontano, da inezie o comunque da cose estranèe allo scopo per distrarre l’interrogato e addormentarne la vigilanza per poi colpirlo alla nuca con la domanda più pericolosa”.
Si misero a ridere entrambi. Poi R si accigliò e chiese di essere interrogato nelle forme debite, aveva da fare, doveva andare a casa dei Marmeladov.
P gli dice: “io vi ricevo come ospite”. Disse pure che le persone intelligenti di medio livello sociale quando si incontrano non sanno come comunicare, mentre le signore e le persone di mondo hanno sempre argomenti ci conversazione c’est de rigueur.
Aggiunge che deve muoversi perché sta molto seduto e ha l’emorroidi. Dovrei fare ginnastica. Il lavoro del giudice istruttore è una libera creazione artistica. Niente formalità dunque:  esse  ci sono poste di intralcio. Non si può impiegare lo stesso metodo per tutti poiché le persone sono diversissime tra loro.
 Relativismo inquisitorio. Cfr. quello di erodoto
Se metto uno in prigione, lo tranquillizzo perché gli do una posizione ben definita, lo incasello, così questo si rinchiude nel suo guscio e mi sfugge. Il caso generale del resto non esiste affatto. Io non arresto il sospettato: lo lascio in uno stato di sospetto e paura finché perde la testa e si presenta lui stesso. Può succedere con il contadinotto balordo ma anche con l’uomo intelligente ed evoluto. Il sospettato non scappa. All’estero vanno solo i polacchi, nei punti remoti del paese ci sono i contadini veri, russi fino in fondo e l’uomo evoluto preferisce la prigione a quell’ambiente. Il sospettato non mi sfuggirà psicologicamente. Mi girerà intorno come una farfalla intorno a una candela . Mi girerà intorno in cerchi sempre più stretti  finché mi volerà diritto in bocca e io l’inghiottirò (come Edipo intorno all’oracolo di Delfi, a Tebe, al padre e alla madre).
Cfr. la donna che ha delle esigenze spirituali:  si aggira attorno alle parole intelligenti dell’uomo che la corteggia come la farfalla attorno alla candela.
Finché bruciano entrambi fondendosi nel fuoco di Eros.

R pensa che P voglia spaventarlo, spingerlo a tradirsi ma che bluffi poiché non ha nessuna prova. Ora il gioco è scoperto,
P dice altre amenità mescolate con idee serie: la natura e la realtà a volte tagliano le gambe al calcolo più sagace. Il giovane intelligente magari mentre è interrogato sviene: ha mentito meravigliosamente ma non ha tenuto conto della natura, oppure impallidisce in maniera fin troppo naturale e fa crescere il sospetto. La natura è uno specchio, uno specchio e dei più trasparenti. Ma perché siete impallidito? Vi manca l’aria?
R scoppia a ridere poi dice: ho capito che mi sospettate, se volete procedete e arrestatemi ma smettete di tormentarmi.
P parla ancora finché R grida: “non fate che mentire! Sapete benissimo che la scappatoia migliore per un criminale è non nascondere ciò che non si può nascondere”. Quindi gli chiede di smettere di giocare con lui.
P. dice: io vi ho invitato da amico!
E  R.¨ “non voglio la vostra amicizia, ci sputo sopra! Tu continui a mentire, maledetto pulcinella che non sei altro! Tu menti e mi esasperi perché io mi tradisca”.
P: “più di così non potete tradirvi e calmatevi, se no chiamo gente!”.
R:  hai solo dei sospetti e conoscendo il mio carattere hai voluto privarmi di ogni controllo per farmi piombare addosso preti e deputati

Poi l’inaspettato: si presenta Nikolaj l’imbianchino vestito come uomo di popolo. Si mette in ginocchio e dice di essere lui l’assassino.
Quindi entra l’artigiano accusatorio che P aveva nascosto dietro la porta. Gli chiede perdono per la sua denuncia.
R pensa: è tutto a doppio taglio

Il nero serpe dell’amor proprio ferito aveva succhiato il cuore di Luzin per tutta la notte. Luzin temeva i progressisti nichilisti. Si chiedeva quanta forza avessero, se potessero favorirlo nella carriera o danneggiarlo con denunce. Aveva come coinquilino Andrèj Semënovič che serviva il progresso e le giovani generazioni. Era un aborto malaticcio e un tipo bizzarro che aveva studiato male un po’ di tutto uno di quelli che si accodano sempre all’idea più di moda, poi la rovinano rendendola ridicola. Voleva organizzare una comune. Inoltre è per la parità tra l’uomo e la donna. Menziona donne che hanno lasciato il marito e sono entrate nella comune. Una, la Terèbëva, aveva già contratto la seconda  unione libera.
Di Sonja, Andrei dice che ha preso la posizione più normale per una donna. Ha disposto come ha voluto del suo capitale. La sua è stata una protesta energica contro l’ordinamento sociale. Nella comune non c’è prostituzione però. L’ambiente è tutto, e l’uomo per se stesso è nulla. Vorrebbe far entrare Sonja nella comune. Intanto dice, continuo a farla sviluppare intellettualmente: ha una magnifica natura.
Nomina Belinskij (1810 - 1848) un critico di prestigio che piaceva alla gioventù radicale. Dost vuole ridicolizzare l’estremismo infantile dei radical nichilisti
Continua Andrej: noi cerchiamo la libertà della donna. Ma rispetta Sonja: aspetta e spera e basta. Voi, dice a Luzin, non considerate un essere umano da un punto di vista umano. Sonja ha capito che l’uomo offende la donna se le bacia la mano poiché è un segno di disuguaglianza. Svuotare i pozzi neri è un’attività superiore a quella di un Raffaello o di un Puškin, siccome è più utile. E’ nobile tutto ciò che è utile all’umanità. Luzin chiede all’amico di chiamare Sonja. Poi le offre 10 rubli. Andrej che era rimasto nella stanza lo elogia sebbene non approvi la beneficenza privata che non elimina il male, anzi lo aggrava.
Quindi si rallegra per il matrimonio andato a monte: che ve ne fate di questa legalità del matrimonio?
Luzin dice che non vuole nelle libere unioni portare le corna e tirar su bambini altrui
Andrej replica che nelle unioni libere le corna non ci saranno affatto. Le corna sono la conseguenza naturale del matrimonio legale, anzi un suo correttivo, una protesta.
Se dovessi sposarmi, ammettiamolo per assurdo, approverei l’adulterio di mia moglie che è stata capace di protestare.
 L’inganno nel matrimonio è solo l’iniqua conseguenza di un fatto iniquo. Nella libera unione la vostra compagna che va con un altro vi dimostra di stimarvi ritenendovi incapace di opporvi alla sua felicità. Io porterei un amante da mia moglie se lei tardasse a trovarlo (424).

giovanni ghiselli

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