venerdì 17 luglio 2020

Debrecen 1976. 3. il “disdegnoso gusto” dell’angoscia

ELEONOR volto di donna Mediterranea
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Il “disdegnoso gusto” dell’angoscia

Di questa donna mediterranea mi è rimasta impressa nell’anima una sola frase memorabile. Quel tardo pomeriggio dell’agosto del 1976 rientrai nella csárda con il volto più annuvolato del cielo che già iniziava a versare gocce sulla polvere nera, su oche, turisti, butteri e cavalli volti in fuga dalla pioggia che veniva intensificandosi con tanto di lampi e di tuoni, mentre le mucche dagli umidi musi brucanti, i buoi dalle corna ritorte, gli smisurati maiali e i porcellotti tondi, edaci come i bambini obesi traviati da genitori grassi e dementi, continuavano ad agitare il grugno ingordo frugando il terreno in cerca di cibo.
Appena ebbi ripreso il mio posto accanto a lei, Nefertiti disse: “Tu ti crogioli nell’angoscia con gusto perverso, Gianni. Meschino!”
Risposi che il prossimo dotato di mente e di stile non mi ha mai indotto al disdegnoso gusto che certuni mi ispirano. Pensavo alle tre finniche dei primi anni Settanta che erano sì speciali, di una specialità, però, non troppo rara in quegli anni. Li ricordo come l’età dell’oro di questa mia vita mortale. Sembra incredibile ora, ma allora erano, per così dire, anche di moda, almeno tra le persone educate e attente, la cortesia, l’aiuto reciproco, persino la benevolenza. Troppo in fretta passò quell’età.
La fine per me fu segnata dall’epilogo tragico, non senza catastrofe, della storia di Päivi.
Eravamo nell’autunno del 1974, se lo ricordi, lettore.
Nel caso mio tuttavia non è stata una moda: ancora oggi gradisco solo i rapporti che conservano quell’impronta nobile e antica oramai. Gli altri non li sopporto più, sicché non cado mai nell’angoscia che mi causava la volgarità dell’ignoranza egoista, arrogante, spietata.

Pesaro 17 luglio 2020, ore 10,30
giovanni ghiselli

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