lunedì 13 luglio 2020

"Oreste" di Euripide

Il coro nell’Oreste di Euripide del Teatro Nazionale Ellenico

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Oreste di Euripide del 408 a. C.

Traduzione mia 
Prima parte del Prologo (vv. 1 - 70)
13 luglio 2020

Prologo 1 - 139

ELETTRA - Non c’è nessuna parola di così terribile a dirsi
oujde;n deino;n w|d j eijpei'n e[po"
Né dolore - pavqo" - né calamità mandata dagli dèi, xumfora; qehvlato" -
di cui la natura umana non poterebbe sobbarcarsi il peso - a[cqo" - .
Infatti il beato - makavrio" - e non ne rinfaccio la sorte
Nato da Zeus, a quanto dicono, Tantalo,
Mentre teme la roccia che sta sospesa sulla testa
Vola nell’aria e sconta questa pena,
almeno come dicono, poiché, essendo un uomo e avendo
l’onore di una mensa comune agli dèi,
non tenne a freno la lingua - ajkovlaston e[sce glw'ssan - , turpissimo morbo.
Questo genera Pelope, da cui nacque Atreo
Al quale la dea Discordia – [Eri" - filando ghirlande gli assegnò
Di portare guerra a Tieste che gli era
Fratello. Perché devo enumerare le infamie? ta[rrht j -
Atreo, ammazzati i figli, li imbandì distribuiti nel banchetto. 15 
Da Atreo, poi infatti taccio le vicende intermedie,
L’inclito, se davvero inclito, Agamennone nacque
E Menelao, e dalla madre Erope cretese.
Uno, Menelao, sposa la odiosa agli dèi - th;n qeoi'" stugoumevnhn -
 Elena, l’altro il sire Agamennone
Il talamo di Clitennestra malfamato tra i Greci.
A lui, da lei sola, nascemmo tre figlie
Crisotemi, Ifigenia e io Elettra,
poi un maschio Oreste, da madre del tutto empia - mhtro;" ajnosiwtavth" -
che uccise lo sposo dopo avelo avvolto con una veste 25
inestricabile, per quali ragioni non è bello dire
per una vergine - parqevnw/ levgein - ouj kalovn: lascio questo non chiarito da esaminare in comune./
L’ingiustizia di Febo - Foivbou d’ ajdikivan - che bisogno c’è di accusarla? tiv dei' kathgorei'n;
Convince Oreste ad ammazzare la madre che lo aveva
Generato, un atto che non a tutti porta buona fama eu[kleian 30.
Comunque la uccise senza disobbedire al dio:
e anche io partecipai - metevscon - , quale donna invero, all’uccisione,
e Pilade che ha compito con noi queste azioni.
Quindi il povero Oreste consumato da malattia selvaggia
Sta male, eccolo caduto nel letto
Qui giace, e il sangue della madre lo fa rotolare
nella follia: infatti ho paura di nominare le dèe
Eumenidi che lo agitano con il terrore.
Questo è il sesto giorno da quando la madre
Morta sgozzata è stata purificata con il fuoco nel corpo, 40
Per cui non ha accolto cibo attraverso la gola,
né ha dato lavacri alla pelle: sta nascosto dentro
le coperte, quando però il corpo ha un po’ di sollievo dal male,
tornato in sé piange, a volte invece salta fuori
dal letto di corsa, come un puledro dal giogo. 45
E’ sembrato bene qui ad Argo deliberare che nessuno ci
Accolga in casa né sul focolare né rivolga la parola
Ai matricidi: questo è il giorno stabilito
Nel quale la città degli Argivi voterà
Se noi due dobbiamo morire per lapidazione 50
O gettarci dentro il collo una spada affilata
Ma abbiamo qualche speranza di non morire:
è giunto infatti in questa terra Menelao da Troia
e, riempiendo con il naviglio il porto di Nauplion,
è ormeggiato sulla costa, dopo avere errato a lungo 55
peregrinando da Troia: e la causa di tanti lutti,
Elena, dopo avere atteso la notte, perché nessuno
Di quelli i cui figli sono morti sotto Ilio
 Vedendola farsi avanti di giorno, arrivasse ai lanci di pietre,
l’ha mandata avanti a casa nostra, ed è dentro 60
Che piange la sorella e la sciagura della famiglia.
Ma ha certamente una consolazione dei dolori - tinj ajlgevwn parayuchvn -
:quella che lasciò a casa, quando salpava per Troia,
la bambina che Menelao affidò da allevare a me
e alla madre, portando Ermione da Sparta; 65
di questa gioisce e si scorda dei mali.
Ora scruto ogni strada, quando vedrò
Menelao arrivare; poiché per il resto su debole forza,
poggiamo, se neppure da quello in qualche maniera
veniamo salvati. Povera cosa è un palazzo di disgraziati a[poron crh'ma dustucw'n dovmo". 70

giovanni ghiselli

p.s. se può esservi utile, lettori, seguiterò

4 commenti:

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