Vediamo da due anni guerre micidiali che provocano massacri, distruzioni, mutilazioni, ferite e piaghe
In latino ferite si dice vulnera. Peggiori delle ferite sono le piaghe ulcera- e[lkh in greco.
Ebbene le ferite dei vivi e le piaghe dei morti e dei moribondi non devono restare povere povere bocche mute- poor poor dumb mouths "[1]-come quelle di Cesare cui diede voce Marco Antonio nel dramma di Shakespeare. Dobbiamo ascoltarle e capirle.
“Una ferita è un'apertura. Una ferita è anche una bocca (…) . Se potessimo ascoltarla! (…) Sono "cicatrici", ferite, che segnano la nostra vita. Tutti le sentiamo (…) sondano la nostra capacità di comprensione"[2].
Che cosa dicono queste ferite? Non certo quanto affermano quasi tutti i commentatori televisivi i quali giustificano una parte di quelli che feriscono e massacrano. Le ferite accusano tutte le azioni nefande che le hanno aperte. Gridano la loro condanna di ogni atto terroristico.
Dobbiamo ascoltarle e tradurle per chi non le capisce o non le sente.
Note
[1] Shakespeare, Giulio Cesare , III, 2, 226
2J. Hillman, Il piacere di pensare. conversazione con Silvia Ronchey, pp. 66-67.
Bologna 15 ottobre 2023 ore 11, 56 giovanni ghiselli.
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