Questo è uno dei grandi tovpoi della letteratura classica. Ne do alcune testimonianze.
Si tratta di un motivo sapienziale arcaico già presente in Archiloco (VII secolo) :"toi'" qeoi'" tiqei'n a{panta: pollavki" me;n ejk kakw`n-a[ndra~ ojrqou`sin melaivnh/ keimevnou~ ejpi; cqoniv,- pollavki~ d j ajnatrevpousi kai; mavl j eu\ bebhkovta"/uJptivou" klivnous j (fr. 58D.)", si deve attribuire ogni cosa agli dei: spesso dai mali sollevano uomini prostrati sulla nera terra , spesso invece rovesciano e stendono supini anche quelli che procedono ben saldi .
Archiloco ci aiuta a sopportare le botte della fortuna sinistra senza disperarci. La sorte prima o poi cambia verso: prima o poi diventa fausta e ci dà delle carezze
Cito un frammento interessante e degno di essere commentato: il 67 a D del poeta di Paro. Ne faccio una traduzione letterale, quasi verbum de verbo :
" animo, animo- qumev, quvm j sconvolto da affanni senza rimedio
sorgi e difenditi dai malevoli, contrapponendo
il petto di fronte, piantandoti vicino agli agguati dei nemici
con sicurezza: e quando vinci, non gloriartene davanti a tutti,
e, vinto, non gemere buttandoti a terra in casa.
Ma nelle gioie gioisci e nei dolori affliggiti
non troppo: riconosci quale ritmo governa gli uomini-mh; livhn: givgnwske d j oi|o~ rJusmo;~ ajnqrwvpou~ e[cei- tetrametri trocaici catalettici).
Anche guardare il ritmo delle stagioni ci aiuta: oggi è una giornata orribile e siamo solo all’inizio del buio e del freddo, ma fra poco più di due mesi ci sarà la rinascita del sole poi ogni giornata sarà sempre meno fredda e meno buia con nostra consolazione.
Per il rapido volgersi delle stagioni aggiungo la traduzione dell’Ode IV, di Orazio
“Le nevi si sono sciolte, tornano già le erbe sui campi
e le chiome sugli alberi;
la terra cambia il turno e decrescendo i fiumi
scorrono lungo le rive;
La Grazia con le Ninfe e le due sorelle ardisce
guidare nuda le danze.
Di non sperare l'immortalità ti suggerisce l'anno e l'ora
che porta via il giorno vitale.
I freddi si addolciscono agli Zefiri, la primavera la calpesta l'estate
destinata a morire, appena
l'autunno ferace avrà versato i suoi frutti, e subito dopo
ricorre la torpida bruma
I danni del cielo però li riparano veloci le lune:
noi quando siamo caduti
dove il padre Enea, dove il ricco Tullo e Anco
polvere e ombra siamo- pulvis et umbra sumus- 16
Chi sa se aggiungono alla somma di oggi le ore
di domani gli dèi del cielo?
Tutti i beni che avrai concesso all'animo tuo
sfuggiranno alle mani avide dell'erede- manus avidas fugient heredis- 19
Una volta che sarai morto e Minosse avrà dato sul tuo conto
chiare sentenze ,
non la stirpe, Torquato, non la facondia, non la devozione
ti restituerà:
infatti dalle tenebre sotterranee Diana non libera
Ippolito casto,
né Teseo ha la forza di spezzare le catene del Lete
al caro Piritoo.
Bologna 18 ottobre 2023 ore 9, 49 giovanni ghiselli
p. s.
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