Ovidio nel proemio dell’Ars amatoria non invoca le Muse come adiversi altri poeti da Omero in avanti, ma attribuisce all’esperienza la spinta della sua ispirazione, quindi invoca l’assistenza di Venere, la madre di Amore, alla sua impresa-.
“Usus opus movet hoc: vati parete perito;
vera canam. Coeptis, mater Amoris, ades”(Ars, I, 29-30)
l’esperienza ispira quest’opera: date retta a un poeta esperto; canterò il vero. Madre di Amore stai vicino all’impresa appena iniziata.
La proclamata pratica del vero dissente da Esiodo, cui le Muse dell'Olimpo si presentarono con queste parole nella Teogonia : noi sappiamo dire molte menzogne simili al vero, ma sappiamo, quando vogliamo anche far sentire la verità[1], mentre risente della lezione storiografica di Tucidide che "legiferò" non solo per gli storiografi.
Polibio che ripete formule tucididèe potrebbe sottoscrivere le parole di Ovidio citate sopra.
Quindi Machiavelli aggiunge un anello a questa catena quando afferma di avere imparato “la cognizione delle azioni delli uomini grandi con una lunga esperienza delle cose moderne et una continua lezione delle antique” Il Principe dedica Al Magnifico Lorenzo De’ Medici.
Poi nel capitolo XV : “mi è parso più conveniente andare drieto alla verità effettuale della cosa che alla immaginazione di essa”.
Potrei indicare diversi altri autori di questa catena, non escluso, indegnamente, me stesso. Credo che scrivere senza conoscerne almeno gli anelli più significativi significhi imbrattare la carta.
Bologna 20 ottobre 2023 ore 18 giovanni ghiselli.
p. s.
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