Il 9 ottobre del 1963 venni a Bologna con una Fiat 600 per iscrivermi a Lettere antiche. Era da poco iniziato il biennio più brutto di questa mia esistenza: un tempo privo di vita- ajbivwton crovnon-: durante quegli anni andavo via via perdendo sulla strada della sciagura, il mio ruolo di alumnus optimus nel liceo Mamiani di Pesaro e di ciclista egregio sulle salite panoramiche, mentre imputridivo nell’autocommiserazione, nell’ozio, nella disperazione, nell’ingrassamento che mi deformava tanto nel corpo quanto nella mente.
Non è casuale che questa data sia anche quella della caduta della montagna sull’acqua trattenuta dalla diga. Che precipizio fu quello! E anche il mio per me. Ci ho messo qualche anno a risollevarmi a tornare in possesso di me stesso, della mia identità. Ho recuperato l’amor proprio necessario a vivere umanamente cioè amando la vita e l’umanità. Mi hanno aiutato alcune persone buone, amici che mi hanno vluto bene e donne che mi hanno amato. Dio li benedica. Ora sono vecchio però conservo la filautiva, e l’affetto di alcune persone buone e intelligenti.
Vorrei che l’amore, l’affetto e il rispetto tornassero nei costumi di molte persone, della maggioranza, come vedevo negli ultimi anni dell’Università qui Bologna e in Europa.
Spero che con queste ultime guerre si sia toccato il punto più basso della degradazione e auspico che quanti mandano armi e approvano le stragi finalmente si chiedano: “ma che cosa facciamo? Siamo impazziti?
Chiediamocelo tutti e domandiamolo a quanti ci spingono all’odio degli altri. Questo parte sempre dall’odio di sé
Bologna 9 ottobre 2023 ore 19, 52 giovanni ghiselli
p. s.
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