A. Feuerbach, Iphigenie (1862) |
Rimasi di stucco: avevo già visto che il suo atteggiamento nei miei confronti si era raffreddato ma non pensavo che sarebbe arrivata a tanto, anche perché era talmente vicina alla pensione che poteva non curarsi della benevolenza del preside. Prima di queste parole brutte avevo anche pensato che i sorrisi dei precedenti anni scolastici spariti dal suo viso o il volgere gli occhi dall’altra parte quando mi incrociava dipendessero dall’aggravarsi della zoppia dolorosa che quando l’accompagnavo a casa con la nera Volkswagen, e doveva salire nell’automobile o uscirne, le faceva gridare: “ahi, ahi! Aiutami per favore!”. Ci eravamo sostenuti a vicenda per due anni perché nessuno di noi poveri mortali può farcela senza un aiuto.
Quella mattina di novembre però l’anziana nutriva il proposito ignobile di fare una bella figura con il preside nuovo e la sua cricca, meditando forse di chiedere un lungo congedo che le anticipasse l’andata in pensione.
Ero dispiaciuto e pure incuriosito, sicché provai a domandarle: “Proprio tu mi dici questo? perché?”
“Come puoi fare questa domanda ghiselli? Sai bene che qui al primo piano c’è il triennio: tu ora insegni in una quarta ginnasio e devi stare là sotto con i tuoi alunni”.
“Deve esserci un bel mucchio di ossa sotto il Taigeto”, pensai
Per chi non lo sapesse, il Taigeto è la catena montuosa più alta del Peloponneso. Arriva a 2000 metri. Dal Taigeto gli Spartani gettavano i bambini deformi perché non diventassero anche cattivi.
Questa è una mia cattiveria dovuta al fatto che frequentando i moalvagi a lungo andare si diventa come loro. Chiedo scusa se a volte mi capita
Attualmente il passo è situato tra Kalamata e Sparta. Ho percorso la salita in bicicletta da Kalamata alla cima (km 33, 12) in 2 ore, 14 minuti e 27 secondi, alla media di 14, 7 Km all’ora. Poi sono sceso a Sparta
Quindi la Sibilla decrepita abbassò il volume della voce e disse: “ oltretutto i tuoi ex allievi, cervelli balzani, potrebbero interpretare la tua presenza qui come un’istigazione a delinquere contro la docente che è stata messa al posto tuo”.
La poverina, che era di fianco a me e aveva sentito, si scusò dicendo che non aveva chiesto lei di venire al mio posto e che capiva benissimo le ragazze e i ragazzi che si erano trovati tanto bene con me da rimpiangermi. Era stato il preside a imporle il cambiamento.
Seppi poi da un altro collega che la trama dannosa per due docenti, decine di studenti e contraria alla giusta distribuzione e scansione didattica, era stata ordita dalla vicepreside la quale aveva una nipote. Questa, finito il ginnasio, aveva sentito alcune voci sul metodo mio e aveva temuto che le lezioni tenute da me fossero troppo difficili per le sue capacità. Aveva avuto al ginnasio la collega messa al mio posto e si era abituata al suo metodo: ripetizione di manuali e della grammatica finalizzata a se stessa. Sicché ne aveva parlato alla zia che aveva sistemato la faccenda d’accordo con il capo dell’Istituto.
Del resto questa professoressa promossa dal ginnasio non era una persona cattiva né aggressiva, anzi era una mite: si era scusata diverse volte con me e perfino con gli studenti. Diceva che il nostro spostamento aveva penalizzato entrambi. Lei funzionava meglio al biennio e io al triennio. Era proprio così.
Bologna 19 ottobre 2023 ore 20, 58
giovanni ghiselli
p. s.
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