domenica 29 ottobre 2023

Ifigenia XLVII. Ad Antonia

A. Feuerbach, Iphigenie (1862)
Quindi vennero le vacanze di Natale mai gradite perché durante le feste della casa e della famiglia chi di solito è solo, si ritrova più solo che mai.

Pavese scrisse: “Val la pena esser solo, per essere sempre più solo?” (Lavorare stanca, 8). 
Quindi: “
Non c’è cosa più amara che l’alba di un giorno
in cui nulla accadrà. Non c’è cosa più amara
che l’inutilità”  (Lo steddazzu, 10-12)
A 42 anni questo poeta si uccise. A venti anche io ero pensoso di finire presto la vita mia inutile peso alla terra. Poi mi sono ricreduto valorizzando tutto me stesso: perfino la solitudine cronica interrotta solo da qualche avventura. Ora rispondo: sì ne è valsa la pena. Ho potuto indagare me stesso, diventare me stesso, studiare, educare, frequentare solo chi mi piaceva.
 
Durante i giorni di Natale e Santo Stefano andavo a Pesaro dalle mie zie  e dalla nonna che erano le più anziane e sole tra le mie consanguinèe. Lo facevo per gratitudine dell’aiuto che mi davano e per la pietas erga popinquos. Il 23 dicembre invece, da quando vivevo a Bologna, facevo la visita del solstizio invernale alla vicepreside della scuola, Antonia Sommacal, che era diventata la più cara delle mie amiche. Fino al 2005 quando è morta sono andato a trovarla tutti gli anni due volte all’anno: per i solstizi. E’ una magnifica persona che mi ha aiutato e incoraggiato a essere come sono. Non è facile per chi è troppo diverso e strano.
Ricordo una frase tra le più belle che abbia sentito sul mio conto. Quando le dissi che per Natale andavo sempre dalle zie che erano sole e molto anziane, Antonia mi fece: “lei avrà fortuna Ghiselli, perché è una persona buona”. E’ il complimento più bello e gratificante che abbia mai ricevuto e mi ha ripagato della malevolenza che non poche volte mi hanno manifestato i nemici e anche certi presunti amici.
A Carmignano del resto dopo il trasferimento a Bologna  tornavo volentieri quelle due volte ogni anno per rivedere i luoghi divenuti poetici dove venticinquenne avevo cominciato a insegnare, dove rimasi fino a quasi trentanni imparando a  fare la parte dell’uomo adulto, a cavarmela senza rinnegare né smentire la mia identità, a non seguire i luoghi comuni che nella profonda provincia veneta erano molto diffusi e quasi coattivi. Dopo la morte di Antonia ogni tanto vado ancora a Carmignano per raccogliere qualche fiore che vedo tra l’erba e metterlo sulla sua tomba mandandole un bacio.
La sua benevolenza mi ha aiutato davvero ad avere la buona sorte che mi auspicò e previde quando ero giovane molto. Ci si dava del lei, stranamente.
Ora però le dico: che tu sia benedetta Antonia carissima, gunhv t  j ajrivsth tw'n uJf j hjlivw/ makrw'/"( Alcesti, v.-151), di gran lunga la migliore delle donne sotto il sole. Nessuna delle mie amanti mi ha aiutato con maggiore intelligenza, onestà e generosità.

Bologna 29 ottobre 2023 ore 21, 51 
giovanni ghiselli

p. s.
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